Salta al contenuto della pagina

Bolivia: un progetto per contrastare la violenza sessuale e di genere

Donna e bambina in Bolivia sedute per terra, sorridenti

In America Latina i tassi di violenza di genere sono i più alti al mondo con Brasile, Messico, Argentina, Perù, El Salvador e Bolivia che rappresentano l'81% dei casi globali[1].

Il triste record della Bolivia

La Bolivia è uno dei paesi più pericolosi al mondo dove essere donna, la violenza di genere è endemica e i tassi di violenza sessuale sono i più alti della regione con una donna su tre che ha subito un abuso sessuale prima dei 18 anni. Nel corso del 2019 la polizia in Bolivia ha registrato oltre 30.000 casi di violenza, con un incremento di 7.000 rispetto all'anno precedente[2]. Secondo le informazioni fornite dalle autorità, in Bolivia, l’89,5% di tutti i casi di violenza e abuso si verifica all’interno dei nuclei familiari e in molti di questi casi le vittime sono per lo più bambine, bambini e adolescenti.

Perché la violenza sessuale è un fenomeno così diffuso

Secondo i dati riportati dall’UNICEF, 4 adolescenti su 10 risultano essere vittime di abusi sessuali. A guidare questa drammatica classifica è il Dipartimento di Santa Cruz, dove si registrano i più alti tassi di violenza sessuale ai danni di minori. I casi di violenza sono modellati da pregiudizi di genere; donne, adolescenti e bambine risultano essere le categorie più colpite dagli abusi, con il 43% della popolazione femminile tra i 5 e i 19 anni vittima di violenze.

Questi dati allarmanti sono determinati anche dalle tradizioni radicate nella società boliviana, dove la svalutazione dei ruoli sociali femminili rende le bambine e le ragazze più vulnerabili e maggiormente a rischio di abusi. La Bolivia, infatti, registra la seconda percentuale di gravidanze adolescenziali più alta nelle regioni latinoamericana e caraibica, dove si registrano ogni giorno 246 nuove gravidanze. Il 30% di queste trova origine in episodi di violenza sessuale.
 

Con il Covid-19 i casi sono in aumento

Con l’avvento della pandemia da COVID-19 le misure di blocco, fondamentali per fermare la diffusione del virus, hanno esposto donne, ragazze e bambine ad un rischio maggiore di violenza domestica senza servizi di protezione e reti sociali essenziali. La polizia afferma che in Bolivia, durante il lockdown, sono stati segnalati in media, al giorno, più di quattro dozzine di casi di violenza contro i minori, tra cui aggressioni sessuali e stupri[3].

Il nostro impegno contro la violenza

Non possiamo accettare che fenomeni del genere siano ancora così diffusi.  Per rispondere adeguatamente ai bisogni di bambine, bambini, ragazzi e ragazze più vulnerabili, abbiamo avviato un progetto che mira alla riduzione della violenza sessuale, promuovendo un ambiente sicuro e non violento all'interno delle famiglie e delle comunità nei dipartimenti di Potosì, Santa Cruz e Beni. Con l’applicazione di un modello socio-ecologico, coinvolgiamo e sensibilizziamo le comunità sulla prevenzione alla violenza, in particolare quella di tipo sessuale.

Per realizzare cambiamenti significativi nella vita delle vittime di violenza in Bolivia, siamo impegnati anche sul fronte giuridico. Stiamo lavorando per rafforzare il quadro normativo boliviano e per sviluppare programmi che tengano in considerazione le necessità del territorio, in modo da attuare le misure più efficaci per preventive e debellare i casi di violenza sessuale. L’obiettivo è identificare, sul nascere, possibili casi di violenza e avvalersi dell’intervento delle autorità statali all’interno delle comunità indigene.

Siamo in Bolivia dal 1985 per proteggere i bambini e le loro famiglie e garantire loro un futuro a ogni costo. Questo è possibile solo grazie ai donatori che hanno a cuore il futuro dei bambini. Se vuoi aiutaci anche tu.

La testimonianza di Aidè: una storia a lieto fine

"Voglio dare forza ad altre ragazze della Bolivia e del mondo che subiscono o hanno subito violenze. Non saremo più vittime di tanta violenza. Combattiamo insieme per spezzare la catena della paura e del silenzio e combattiamo per i nostri sogni. Niente è impossibile!".

Queste sono le parole di Aidé, una ragazza di 23 anni che a causa di una violenza sessuale è diventata mamma a soli 13 anni. Aidé ha partecipato ad un nostro progetto di protezione degli adolescenti e nel 2017 ha avuto l’opportunità di partecipare all’Assemblea Mondiale della Salute delle Nazioni Unite a Ginevra.

"Voglio ringraziare Dio, la mia famiglia, la scuola e l'università, e Save the Children per avermi formato e supportato in così tanti modi in modo che io possa realizzare i miei desideri più profondi. Sento la forza di continuare a combattere, per me stessa e per le persone che hanno più bisogno di sostegno".

Scopri i nostri progetti in America Latina

[1] Surge in violence against girls and women in Latin America and Caribbean

[2] Pro Mujer Launches Bolivia’s first Country-wide Helpline to Support Women Experiencing Violence

[3] In lockdown Bolivia, calls from abused girls flood hotline

Chi ha letto questo articolo ha visitato anche