Competenze digitali: quali sono e perché servono ai più giovani

Le competenze digitali sono un universo di abilità tecnologiche – definite anche digital hard skills - e di digital soft skills che spaziano dalla capacità di usare un computer, allo sviluppo software per l’intelligenza artificiale passando per competenze più di tipo relazionale e comportamentale che consentono alle persone di utilizzare efficacemente i nuovi strumenti digitali: dalla tutela dei propri dati alla netiquette nell’uso dei social media; dalla ricerca di informazioni online alla realizzazione di contenuti digitali.
Non sono una scatola chiusa dunque ma cambiano continuamente con l’evolversi delle tecnologie e cambieranno anche con il passare del tempo, perché quelle che oggi sono considerate "alfabetizzazione digitale", una volta universalmente acquisite, saranno date per scontate.
L’Unione Europea ha cercato di darne una definizione standard descrivendole come “abilità di base nelle tecnologie dell’informazione e della comunicazione: l’uso del computer per reperire, valutare, conservare, produrre, presentare e scambiare informazioni nonché per comunicare e partecipare a reti collaborative tramite Internet”.
Nel prossimo futuro, 9 lavori su 10 richiederanno competenze digitali ma il 44% della popolazione europea tra i 16 e i 74 anni possiede competenze digitali scarse e il 19% nulle*.
Le Competenze digitali necessarie agli studenti
Ma quali sono le competenze digitali più importanti ai giovani studenti di oggi e di domani? Otto sono quelle necessarie** e sulle quali il mondo dell’istruzione deve investire tempo, risorse e attenzione:
- Digital identity: la consapevolezza della propria presenza online, e la capacità di gestirla al meglio. Si tratta di saper gestire la propria reputazione e la propria presenza on line.
- Digital use: la capacità di utilizzare dispositivi e sistemi differenti.
- Digital safety: l’abilità di riconoscere ed evitare i rischi connessi all’uso del digitale, ovvero saper riconoscere i rischi di cyberbullismo, radicalizzazione, violenza, oscenità.
- Digital security: L’abilità di riconoscere i pericoli di hacking, truffe o malware e comprendere quali siano le pratiche necessarie per proteggere i propri dati e i propri device.
- L’empatia digitale o Digital emotional intelligence: l’intelligenza emotiva che permette di approcciarsi con consapevolezza all’altro anche dietro ad uno schermo.
- La comunicazione digitale: la capacità di comunicare, collaborare e farsi capire attraverso l’uso di tecnologia e media.
- L’alfabetizzazione digitale: la capacità di trovare informazioni on line, valutarne la credibilità, creare propri contenuti e condividerli nel modo migliore.
- I diritti digitali: essere consapevoli del diritto alla libertà di parola e di pensiero, ma anche del diritto alla privacy, alla proprietà intellettuale e dell’ancora discusso diritto all’oblio.
Competenze digitali e scuola
L'applicazione delle competenze digitali a scuola non può restare all'interno di uno specifico ambito disciplinare, ma deve diventare pratica sempre più diffusa e capace di coinvolgere tutte le attività, didattiche e non.
Bambini/e e ragazzi/e alunni dovrebbero avere l’opportunità di sviluppare l’approccio alle tecnologie digitali in tutte le discipline scolastiche per maturare sempre più la loro competenza digitale. Occorre quindi che la scuola aiuti ad accompagnare la complessità del cambiamento, piuttosto che marginalizzarne alcuni aspetti come semplici rischi.
La scuola può infatti aiutare gli studenti, e con essi i genitori, a costruire strategie positive per affrontare una disponibilità di tecnologie, di informazione e comunicazione senza precedenti.
Competenze digitali e dati personali
Alla base delle competenze digitali, l’accesso ai dati, la partecipazione online, l’identità digitale, la privacy, sono aree di competenza tenute insieme dalla dimensione della protezione dei dati personali online.
È l’epoca, infatti, in cui le vite di tutti noi sono in continua relazione con i dati. È importante, dunque, che concetti chiave alla base di tali competenze possano essere condivisi con chiunque attraverso gli ambienti digitali e in particolare con in più giovani, così da migliorare il loro grado di consapevolezza attraverso la decostruzione di conoscenze, atteggiamenti e comportamenti dettati da mancate percezioni o percezioni poco pertinenti che possono esporre a rischi online.
Ecco perché parliamo qui di cultura del dato - andando oltre al concetto di privacy che è concetto specificatamente giuridico - intendendo con questa locuzione la possibilità di incidere sulla cultura e sulla responsabilità attraverso la sensibilizzazione della singola persona rispetto ai suoi comportamenti digitali.
5 consigli a ragazzi/e per tutelare i propri dati online
- Scegli una password “forte” e differente per tutti i tuoi accounts (dai 7 ai 15 caratteri, che non in-cluda dati conosciuti - tipo data di nascita, nome, numero di telefono) Cambiala regolarmente!
- Pensa sempre a chi può vedere quello che posti online. Limita al minimo le informazioni visibili a tutti che ti riguardano. Non condividere info sensibili su chat dei social network che rappresentano uno dei modi più insicuri di comunicare.
- Rivedi e pulisci post passati, tag e attività e rimuovi la cronologia quando termini una sessione di lavoro.
- Se puoi utilizza la navigazione anonima.
5 consigli ai genitori per tutelare i propri dati online
- Definisci delle regole per controllare e limitare, dove possibile, l’interazione online di tuo/a figlio/a: è opportuno che capisca sin da subito che un abuso degli strumenti digitali non è salutare, e che può accedere solo a determinati contenuti, aiutandolo così a sviluppare il proprio autocontrollo e spirito critico;
- Insegna a tuo/a figlio/a come bloccare e segnalare quando vede o sperimenta qualcosa di problematico online così da potenziare le proprie capacità di controllo; insegna l’importanza di non rivelare in Rete la sua identità né dei suoi familiari o amici, educando al rispetto della sua privacy e di quella altrui;
- Installa software di parental control che consentano di apporre adeguati filtri al web, tramite apposite “black-list”, verificandone periodicamente l’efficacia e la funzionalità;
- Utilizza insieme a tuo/a figlio/a giochi e app per comprenderne il funzionamento e capirne la effet-tiva utilità e parla insieme a lei/lui dei rischi connessi all’utilizzo del web ascoltando ciò che ha da dire per riconoscere i segnali di pericolo in tempo;
- Non incolpare mai a tuo/a figlio/a qualora sia stato/a vittima di abusi online: la colpa è sempre di chi commette il reato e mai della vittima, specie ove di minore età.
Per ulteriori approfondimenti sul tema si veda anche il webinar SIC “Competenze digitali per percorsi di autonomia: buone pratiche, metodi e strumenti” realizzato nell’ambito del progetto Generazioni Connesse.
* The Digital Skills Gap in Europe, Commissione Europea (2017).
** World Economic Forum 2016.
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