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Coronavirus e lavoro: le nostre misure per la protezione dello staff

donna con capelli corti tiene in mane un cuore di carta con scritta #distantimavicini

La crisi coronavirus ha cambiato la vita di tutti noi, compresi i membri del nostro staff. Con lo scoppio di questa pandemia abbiamo voluto tenere sempre al centro la nostra mission e allo stesso tempo garantire la cura di tutte le nostre persone. Abbiamo chiesto una riflessione su questo tema a Livia Mascagna, la nostra responsabile risorse umane e comunicazione interna.

Coronavirus, rispondere all’emergenza


Save the Children è un’Organizzazione che ha l’emergenza nel proprio dna. Ci occupiamo da sempre di intervenire in contesti difficilissimi, per sostenere le popolazioni colpite da alluvioni, terremoti, pandemie, siccità. E lo facciamo sia in Italia che nel resto del mondo, e spesso in condizioni difficilissime. Ma la crisi Covid ci ha messo davanti a uno scenario nuovo e sconosciuto: subire direttamente le difficoltà sanitarie, psicologiche, emotive e logistiche generate dalla pandemia, e allo stesso tempo - per missione - dover rispondere con tempestività a supporto delle comunità e dei ragazzi più colpiti.
 
Abbiamo così deciso subito di agire su più fronti, il più rapidamente possibile, per proteggere tutte le persone dello staff e garantire loro sicurezza e serenità.

Allo stesso tempo il nostro obiettivo è stato quello di assicurare la nostra piena operatività nel sostenere insegnanti, famiglie, genitori, bambini e ragazzi, con aiuti materiali, supporto psicologico e legale, sostegno alla didattica digitale. Continuare ad essere operativi quindi, ma con nuove modalità. Trasformarci, rapidamente e con efficacia.

“Cura”: il nostro principio guida

La cura è stato, ed è, il nostro principio guida in questa situazione.
Prima di tutto quella che abbiamo avuto nei confronti delle persone che compongono la nostra Organizzazione. Perché ognuno di noi svolge un lavoro importante e prezioso, ma anche perchè ognuno è contemporaneamente immerso nel proprio momento difficile, nelle complessità che questa situazione ha generato nelle singole vite, nelle famiglie. La situazione vissuta e che stiamo vivendo genera certamente ansia, preoccupazione, paura, difficoltà economiche e sociali, costrizione fisica e psicologica. E come Save the Children subito abbiamo voluto considerare questo aspetto come prioritario.

Garantire flessibilità, investire sulla formazione e tenere vivo il nostro senso di appartenenza


Abbiamo garantito lo smart working a tutti, promuovendo quindi il criterio di flessibilità per dare la possibilità di occuparsi anche delle famiglie, dei figli che ora hanno bisogno di sostegno, di sè stessi. Continuare a lavorare perché noi dobbiamo garantire continuità operativa, per dovere di missione certo, ma con la flessibilità che permette a tutti in questo momento complicatissimo di dedicare energie anche alla dimensione privata. 

Abbiamo attivato inoltre immediatamente dei percorsi formativi a distanza, per riflettere e continuare ad imparare, perché nella difficoltà la possibilità di confronto e di apprendimento, in particolare su nuove competenze che questa situazione rende necessarie e urgenti, può costituire una ricchezza.  Abbiamo investito molte energie sul mantenere tutti in contatto attraverso nuove e diverse iniziative di comunicazione interna, perché riteniamo che sentire ora di far parte di una comunità, di un progetto collettivo, è una cosa che fa bene.

Save the Children è mossa da un grande spirito di comunità, una formidabile energia integrante, che abbiamo voluto preservare e che in questa situazione è emersa con ancora maggiore evidenza. Un valore che ci identifica e ci differenzia da altri contesti. E che dà forza e linfa al nostro agire sul campo.

Stiamo lavorando anche per garantire il benessere dello staff attraverso diverse azioni, tra cui un servizio di supporto psicologico di gruppo. Lo facciamo nei nostri progetti e lo facciamo anche per le persone di staff. 

Ci siamo ovviamente infine adeguati a tutte le disposizioni di sanificazione delle sedi, di distanziamento sociale, di dotazione di dispositivi di sicurezza, di misurazione della temperatura, per il rientro in ufficio nella fase 2. Un rientro che è stato pianificato in modo progressivo e volontario, e solo per alcuni giorni della settimana.

La mission, cuore vivo del nostro essere


Prenderci cura delle nostre persone significa supportarli nel continuare a svolgere il loro lavoro, e quindi nel portare avanti la nostra Missione, cuore vivo del nostro essere, ma farlo garantendo sicurezza, salute, sostegno, solidità.

La responsabilità collettiva è un presupposto fondamentale che continueremo a tenere presente anche nei prossimi mesi, nella ripartenza e nella ricostruzione del Paese in cui certamente cercheremo di dare un forte contributo, mettendo sempre le persone al centro del nostro agire.

Le riflessioni del nostro staff

In questi lunghi mesi di lockdown non abbiamo mai smesso di comunicare con il nostro staff, ascoltare i loro bisogni e le loro aspettative. Ecco i pensieri di alcuni dei dipendenti della nostra Organizzazione.

«In queste lunghe settimane da “mamma in lockdown”, ho dovuto incastrare il mio tempo lavorativo con i tempi del mio bimbo, con i suoi capricci, con la sua voglia di giocare mentre ero al pc e il suo gioco diventavano la mia tastiera, i miei auricolari, lo spazio dove ero (o dove provavo a essere) per una call, una mail o un pensiero sensato sulle tante cose da fare. Se non avessi avuto la possibilità di gestire il mio lavoro in modo flessibile probabilmente non avrei avuto scelta. Fermarmi sarebbe stata l’unica opzione. 
Oggi poter continuare a lavorare in remoto sapendo che lo smartworking è un atto di protezione e fiducia nello staff, con la consapevolezza di non essere sola come mamma e lavoratrice, fa una differenza enorme.» (Ester)

«In questi mesi, seppur ognuno nelle nostre case, non abbiamo mai smesso di sentirci una comunità vera di persone e colleghi. Lo smarrimento iniziale ha avuto una durata breve perché l’organizzazione ha creato, fin da subito, diverse possibilità per continuare a lavorare e crescere insieme, offrendo momenti di condivisione anche utilizzando modalità innovative. Ho particolarmente apprezzato l’interesse e l’attenzione alla formazione di collaboratori e dipendenti con un’offerta calibrata al momento specifico (come ad esempio la sessione della guida del team a distanza) e nel contempo perseguendo l’interesse a garantire un prezioso know how da utilizzare anche per il futuro e per la crescita professionale di ognuno di noi. Spesso ci diciamo che Save the Children non si è mai fermata ed infatti abbiamo continuato il nostro lavoro con la consueta inarrestabile energia, ma senza dimenticare di prenderci cura di noi e preservarci, consapevoli che in questo nuovo scenario tanti beneficiari avranno ancora più bisogno del nostro completo e totale supporto.» (Rita)


«La mia concezione ideale di engagement in questo periodo riguarda per lo più l’aspetto psicologico. Con colleghe e colleghi abbiamo preso parte alle sessioni di supporto psicologico attivate internamente grazie alla nostra collega psicologa Erika che si è messa a disposizione di tutti noi. È stata un’esperienza senz’altro positiva, che ci ha permesso di ritrovarci come team, sia dal punto di vista lavorativo che personale, in un mento in cui siamo dovuti essere, forzatamente, a distanza.» (Ioulia)

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