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Coronavirus e pedopornografia: i pericoli online

primo piano del profilo di un ragazzo quindicenne nell ombra

La pedopornografia online è risultato un fenomeno in aumento durante l’emergenza coronavirus. Sebbene sia troppo presto per misurare i cambiamenti in termini di dati quantitativi, organizzazioni internazionali e istituzioni preposte alla lotta contro lo sfruttamento sessuale online, a livello internazionale, indicano come altamente probabile che il numero di casi di abuso sessuale online su minori sia aumentato durante questo periodo, così come la diffusione di immagini pedopornografiche. 

Che cos’è la pedopornografia


La pedopornografia è un reato che consiste nel produrre, divulgare, diffondere e pubblicizzare, anche per via telematica, immagini o video ritraenti bambini, bambine e adolescenti coinvolti in comportamenti sessualmente espliciti, reali o simulati (ad es. immagini realistiche, esito di manipolazioni grafiche) e qualsiasi rappresentazione degli organi sessuali di persone minorenni a fini soprattutto sessuali. 

Coronavirus e pedopornografia online


Durante il periodo di emergenza coronavirus si sono ampliati i fattori e le condizioni di rischio che espongono alla pedopornografia online. Tra questi: 

  • l’ aumento delle vulnerabilità a cui sono esposti i più piccoli, anche quelle online;
  • la diminuzione della supervisione genitoriale con l’aumento delle responsabilità che hanno dovuto fronteggiate;
  • la mancanza di reti extra familiari a cui rivolgersi (la scuola ad esempio);
  • l’aumento della fruizione di ambienti online da parte di bambini, bambine e adolescenti; 
  • l’aumento di contenuti sessuali autoprodotti e scambiati, in modo consensuale tra ragazzi/e, ma di cui si può facilmente perdere il controllo. 

Inoltre, gli “interessati” sessualmente a persone minorenni hanno cambiato il proprio modus operandi per adattarsi alle nuove circostanze (compresa l’impossibilità di compiere viaggi per turismo sessuale), comportando un aumento di ricerca e scambio di contenuti pedopornografici, oltre che l’utilizzo di nuovi canali di comunicazione e forme di adescamento online. 

La pedopornografia online, alcuni dati


Va sottolineato che il fenomeno della pedopornografia online è per sua natura transnazionale e la lotta alla diffusione implica il coinvolgimento di molteplici attori, principalmente le law enforcement agencies (Forze dell’Ordine) locali e internazionali (EUROPOL e INTERPOL), istituzioni, ONG e i servizi sul territorio.

Per avere un’idea del fenomeno, secondo l’ultimo Rapporto annuale di INHOPE relativo al 2018, il network internazionale di 46 hotlines (piattaforme attraverso le quali è possibile segnalare materiale pedopornografico online), ben 226,999 immagini e video sono risultati illegali, con un aumento percentuale del 51% rispetto al 2017. Il 91% di questi contenuti coinvolgeva bambini e bambine al di sotto di 13 anni; l’80% delle vittime era costituito da bambine e ragazze.

Il capo della Polizia postale, Nunzia Ciardi, ha denunciato un incremento dei dati reati relativi a pedopornografia e ricatti sessuali a danno di minori proprio durante il periodo di emergenza coronavirus. Tra il primo marzo e il 15 aprile 2020 in Italia ci sarebbe stato un raddoppio delle denunce relative alla pedopornografia online rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: 181 casi tra tentativi di adescamento attraverso la rete e scambio di video e foto di minori, a fronte di 83 denunce relative all’anno precedente. Tuttavia si tratta di un dato potenzialmente influenzato da molti fattori, come ad esempio il successo di operazioni di lungo periodo che portano a molte denunce e quindi bisognerà attendere la fine dell'anno per un bilancio della situazione.

Contrasto alla pedopornografia online: il nostro impegno


Le immagini e i video pedopornografici sono la registrazione visiva della violenza sessuale commessa su un bambino, una bambina o un adolescente. Segnalare la presenza di materiale pedopornografico online, consente alle forze dell'ordine di investigare al fine di individuare non solo chi produce, detiene e condivide questo materiale ma, soprattutto, di identificare i minori presenti nelle immagini e nei video e assicurare loro la protezione e il supporto necessari.

In linea con questa consapevolezza, già dal 2002 abbiamo realizzato STOP-IT, un servizio di hotline, membro del network internazionale INHOPE e parte del Safer Internet Centre Italiano - Generazioni Connesse.

Attraverso la piattaforma STOP-IT gli utenti internet possono segnalare anonimamente sia la presenza di materiale pedopornografico online (URL, P2P, ecc.); sia episodi di utilizzo della tecnologie digitali per diffondere e distribuire materiale pedopornografico (chat, profili su social network, etc.). 

Tutte le segnalazioni relative alla presenza di materiale pedopornografico online raccolte da Stop-It, sono inviate al Centro Nazionale per il Contrasto della Pedopornografia su Internet (C.N.C.P.O.), istituito presso il servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, seguendo procedure concordate e nel rispetto della privacy del segnalante.

Se si ravvisa un rischio per il benessere psicofisico di persone minorenni coinvolte nella visione di questi contenuti, sarà opportuno rivolgersi ad un servizio di supporto psicologico, anche passando per una consultazione presso il medico di base o pediatra di riferimento. 

Le strutture pubbliche a cui rivolgersi sono i servizi socio-sanitari del territorio di appartenenza (Consultori Familiari, Servizi di Neuropsichiatria infantile, centri specializzati sull’abuso e il maltrattamento all’infanzia, etc.).

È inoltre indicato, se si è a conoscenza di tale tipologia di reato, far riferimento a: Polizia di Stato – Compartimento di Polizia postale e delle Comunicazioni; Polizia di Stato – Questura o Commissariato di P.S. del territorio di competenza; Arma dei Carabinieri – Comando Provinciale o Stazione del territorio di competenza e infine Polizia di Stato – Commissariato online. 

Cosa fare quando il materiale è autoprodotto da ragazzi/e


Va sempre ricordato che si può perdere il controllo dei materiali sessualmente connotati e prodotti attraverso le tecnologie digitali. Ciò che viene spedito o pubblicato online può superare lo scambio circoscritto e circolare al di là della propria volontà e del destinatario/a iniziale. Quando ciò avviene, è molto difficile, se non impossibile, eliminare tale materiale in forma definitiva. Inoltre, c’è il ruolo degli altri: condividendo immagini sessuali di altre persone e contribuendone alla diffusione al di fuori dello scambio consensuale, si può commettere un reato, diffondendo inconsapevolmente materiale pedopornografico, ma soprattutto si agisce a danno del ragazzo/a protagonista, esponendolo a ripercussioni emotive e a ulteriori rischi online.

Per questo motivo, l’educazione alla sessualità e all’affettività è fondamentale anche per prevenire forme di abuso e per permettere ai bambini/e e ragazzi/e di effettuare scelte che migliorino la qualità della loro vita, anche online. Più in generale, gestire la propria sessualità e affettività è un apprendimento che va supportato dagli adulti, ognuno con il proprio ruolo. 

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