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L’impatto devastante dell’accordo UE-Turchia sui bambini migranti e rifugiati

A un anno dalla firma dell’accordo tra Unione Europea e Turchia denunciamo l’aumento allarmante dei casi di autolesionismo e tentativo di suicidio, aggressività, ansia e depressione tra i bambini migranti e rifugiati a causa del degrado progressivo delle condizioni sulle isole greche, dove sono trattenuti circa 13.200 richiedenti asilo in condizioni disumane.

Con il rapporto “Tra autolesionismo e depressione – L’impatto devastante dell’accordo UE-Turchia sui bambini migranti e rifugiati”, vogliamo descrivere le atroci condizioni in cui l’Europa ha costretto migliaia di famiglie e più di 5.000 bambini, rinchiusi in strutture diventate di fatto veri e propri centri di detenzione a seguito dell’applicazione dell’accordo UE-Turchia nel marzo 2016.

Sono evidenti le conseguenze sulla salute mentale e il benessere generale dei bambini. Incidenti e atti di autolesionismo che coinvolgono bambini anche di 9 anni si stanno moltiplicando, e le madri scoprono spesso le ferite sulle loro mani quando li aiutano a lavarsi.

Alcuni bambini, anche di 12 anni, hanno tentato il suicidio generando anche un meccanismo di emulazione tra i loro coetanei. C’è stata, inoltre, un’impennata nell’abuso di droghe e alcol nel tentativo di sfuggire ad una realtà insostenibile.

Chiediamo all’Unione Europea e al Governo greco di intraprendere azioni immediate per porre fine alla detenzione illegale e ingiustificata dei migranti e rifugiati; di decongestionare le isole trasferendo bambini e famiglie in contesti sicuri; di creare strutture di accoglienza adatte per I 2.100 minori non accompagnati particolarmente vulnerabili, e trasferire i bambini con problemi di salute mentale in strutture dove possano ricevere cure e assistenza specifiche. 

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