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Le voci dei volontari: Francesca e la gioia di condividere

Circa 600 volontari, questo è il numero che stimiamo parteciperà e animerà il Villaggio Save the Children in Expo. Tante persone ci aiuteranno per far conoscere i nostri progetti di contrasto alla mortalità materno infantile.

Persone piene di energia, con la voglia di essere testimoni del cambiamento per milioni di bambini nel Mondo.

Tra di loro ci saranno anche i ragazzi della Associazione Students for Humanity: una associazione senza fini di lucro fondata nel 2011 all’interno dell’Università Commerciale Luigi Bocconi e iscritta all’albo provinciale delle Organizzazioni di Volontariato dal 2014, che si è impegnata ad aiutarci per tutto il mese di Settembre.

Volevo farvi conoscere chi sono i ragazzi di Students, cosa fanno e perché lo fanno attraverso le parole di Francesca, giovane studentessa di Milano che guarda la realtà in modo completo, cercando negli altri la sue stesse convinzioni ed ha le idee molto chiare su cosa fare per diventare il cambiamento che vuole vedere nel Mondo.

Quando mi chiedo perché ogni giorno decido di dedicare gran parte del mio tempo agli altri, ho sempre grandi difficoltà a rispondermi. La difficoltà sta nella risposta, ma ancora prima nella domanda: voler donare le proprie risorse e forze lavorando con e per gli altri, è un’attività che non richiede di essere spiegata o compresa attraverso domande razionali.

La vita del volontario è scandita da naturali movimenti della propria mente verso la condivisione e la tutela degli interessi del prossimo; in un certo senso ha un’inclinazione spirituale verso ciò che è “altro” da lui.

Passa il tempo e questo sentimento cresce insieme a te: all’età di 5 anni sono stata fermata da un signore che, accovacciato a terra, chiedeva l’elemosina ed essendo una bambina, la mia mano arrivava esattamente di fronte al volto di quest’uomo il quale mi sfiorò con le dita per richiamare la mia attenzione. Quando mi voltai lo guardai negli occhi e d’istinto gli diedi da finire quell’ultimo prelibato  pezzo di pizza bianca che stavo mangiando.

Senza farmi domande ho sentito che quella era l’unica cosa che potessi fare. Oggi a 23 anni, senza farmi domande, ascolto le storie, vivo gli sguardi, condivido la mia vita con quella di tante persone meno fortunate di me e sento quotidianamente l’esigenza di raccontare questo sentimento, di sensibilizzare tutti i miei coetanei ad aprire la propria vita ed arricchirla con quella di tanti altri.

Questa è stata la motivazione per la quale ho deciso di aderire  a Students for Humanity, associazione universitaria che si occupa di trasmettere l’importanza e il valore del volontariato tra i giovani studenti della città di Milano. Attraverso informazione, sensibilizzazione e diffusione di cultura civile, ogni giorno tanti ragazzi possono approcciarsi al mondo del volontariato sotto le sue mille sfaccettature. Una di queste è sicuramente Save the Children.

Mi sono imbattuta in questa organizzazione grazie al villaggio Every One e trovai subito, già nel nome, una sostanziosa dose di affinità: Every One –scrive Save the Children nel report “Mondi dispari”- perché ciascuno di noi può fare qualcosa per salvare la vita di un bambino; Every One perché ciascun bambino ha il diritto di essere salvato, e a vivere e crescere, in qualsiasi posto sia nato.

Combattere le disuguaglianze e le ingiustizie che  spesso ricadono sui soggetti più innocenti e fragili, i bambini, che su questo mondo ci sono finiti e senza alcuna colpa soffrono e si spengono prima di poter assaporare la vita che meriterebbero.

A settembre, durante EXPO, tra i padiglioni della grande fiera alle porte di Milano, potrò contribuire anche io alla diffusione del messaggio di Every One e del grande valore del lavoro che l’ONG svolge in tutti paesi in cui opera. Nel mio piccolo posso sentirmi vicina a tutti quei bambini che ogni giorno, lontano dai miei occhi, lottano con una realtà che non hanno scelto, con una guerra che non combattono, con una terra che ha deciso di non dar loro acqua o cibo, con malattie che i loro esili corpi non riescono a debellare. Il tempo è la cosa più preziosa che possiamo donare: in un mondo che corre arriva il momento di fermarsi un secondo e pensare che tutto quello che facciamo, se fatto da soli, ha meno valore.

Per questo a nome mio e di tutti i membri di Students for Humanity che provano con me la gioia di “condivivere”, vi dico ci vediamo a settembre, per dare voce a tutti i bambini del mondo, per distinguerci tra tutti i padiglioni con il colore rosso del cuore batte, per regalare e regalarci un po’ di tempo riscoprendo la nostra naturale inclinazione a vivere per gli altri!

Per saperne di più sulla nostra partecipazione ad EXPO visita il sito dedicato.