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Skin to skin e massaggio neonatale

mano di un genitore a contatto skin to skin con neonato

Negli ultimi anni l’attenzione attorno al tema del contatto tra il bambino e le figure di riferimento è progressivamente aumentata, portando la pratica dello skin to skin e quella del massaggio neonatale a diffondersi sempre più.

Stabilire, sin dalla nascita, un contatto fisico con il proprio bambino o la propria bambina rappresenta un presupposto importantissimo per la salute fisica, psicologica, neurologica e relazionale del neonato, ma anche della sua mamma e del suo papà.

Approfondiamo l’argomento con il contributo di Marialaura Simone, ostetrica de Il Melograno Bari, partner di Fiocchi in Ospedale, Bari.

Skin to skin e massaggio neonatale

La pelle è un organo molto complesso ed estremamente importante per l’essere umano: è il tessuto che delimita il nostro corpo, che pone un confine tra l’io e l’altro e che, al tempo stesso, ci pone in comunicazione con il mondo esterno.

Sin dalle primissime settimane di gestazione, l’embrione presenta un abbozzo di pelle che gli consente di interagire con gli stimoli provenienti dal suo ambiente: il calore del liquido amniotico, il contenimento delle pareti uterine, le carezze delicate di mamma e papà.

Ormai da tempo, l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di porre l’attenzione sul primo contatto pelle a pelle tra genitore e bambino/a subito dopo la nascita, in particolare con la mamma, con la quale, si è condivisa una maggiore intimità fisica nella fase gestazionale.

La pratica del “pelle a pelle”, o cosiddetta skin-to-skin, consiste nel posizionare il neonato nudo sul petto scoperto della mamma e del papà per tutto il tempo che entrambi desiderano. In questo modo, si garantisce un primo incontro indisturbato di conoscenza tra genitori e bambino/a, ma soprattutto si aiuta il bambino o la bambina ad avere un buon adattamento alla vita extrauterina.

I 5 benefici del contatto pelle a pelle

Il contatto con la pelle della mamma e del papà, infatti, consente al neonato di:

  • 1. Raggiungere un'adeguata temperatura corporea;
  • 2. Garantirsi una buona colonizzazione batterica attraverso i batteri materni con cui entra in contatto e che andranno a costituire il suo microbiota, presupposto fondamentale per una buona salute nel breve-medio-lungo termine;
  • 3. Sperimentare un precoce approccio al seno, e facilitando quindi l’avvio dell’allattamento(che combina il nutrimento di latte con il nutrimento affettivo);
  • 4. Controllare la sua frequenza cardiaca e il livello degli zuccheri nel sangue;
  • 5. Produrre adeguati livelli di ossitocina (il cosiddetto ormone dell’amore), che favorirà lo sviluppo cerebrale e uno stato generale di benessere e salute.

Skin to Skin: cos’è e perché è importante

La pratica Skin to Skin consente al bambino/a di ritrovare, all’esterno dell’utero, le condizioni ottimali che lo hanno accompagnato durante le 40 settimane di gestazione, fattori che favoriscono, nel neonato, una riduzione dei livelli di stress e la percezione di essere accolto, protetto, contenuto.

Un adeguato e precoce contatto, poi, all’interno dell’ambiente ospedaliero, dovrebbe proseguire con il cosiddetto Rooming-in, pratica che consiste nel tenere madre e bambino nella stessa stanza fino al momento delle dimissioni, per facilitare la creazione e la prosecuzione di un buon legame affettivo tra mamma e neonato. Per approfondire leggi l'articolo su Rooming-in e percorso nascita: ripartiamo dai diritti

Anche per la mamma poter tenere il proprio bambino sempre accanto ha un valore cruciale, infatti è stato dimostrato che le pratiche di accudimento e le manifestazioni di affetto verso il bambino sono fattori importanti per la riduzione del rischio di depressione post partum.

È fondamentale che anche gli altri componenti della famiglia pratichino il contatto skin to skin, per conoscere il bambino e farsi conoscere a loro volta: ed ecco che, nei giorni successivi al parto, possono intervenire il papà e anche eventuali fratellini e/o sorelline nella relazione.

La pratica Skin to Skin avviata immediatamente dopo il parto è essenziale che prosegua anche nelle settimane e nei mesi successivi, attraverso il contenimento in braccio, il cullare, lo stare accanto, ma anche favorendo pratiche come il bagnetto, il babywearing e il massaggio neonatale.

Il massaggio neonatale: una pratica che favorisce il contatto

Il massaggio neonatale, in particolare, consente di approcciarsi con una modalità diversa alla pelle del bambino, lì dove il tocco non è solo finalizzato all’esecuzione di tecniche che ne migliorano la salute fisica e ne alleviano i principali disturbi (le famose coliche, ad esempio), ma consente l’instaurarsi e il proseguire di una vera e propria relazione, che si basa su una comunicazione verbale e non verbale (per l’appunto il tocco).

L’esperienza del massaggio, infatti, arricchita con il suono della voce, il profumo dell’olio, il contatto oculare, migliora la comunicazione genitori-bambino/a e contribuisce alla costruzione di un’identità corporea nel bimbo/a. Il neonato è soggetto attivo e manifesta le sue preferenze, sfruttando appunto il linguaggio del corpo.

Ecco che il tocco diventa per il bambino o la bambina l’occasione per conoscersi e ri-conoscersi e per entrare in relazione con il mondo e con l’altro. Inoltre, è ormai confermato da diversi studi che i bambini che vengono regolarmente massaggiati, coccolati e vengono soddisfatti nelle loro esigenze di contattato sono bambini che piangono meno e manifestano minori livelli di stress.

In conclusione, l’esigenza di contatto del bambino deve essere considerata assolutamente come un bisogno primario, e non come un “capriccio”: esaudire questa esigenza, oltre a ridurre il pianto e l’irrequietezza che, a loro volta, alimentano lo stress del bimbo e quello dei suoi genitori, rappresenta un importante punto di crescita psicofisica, e non un rischio di crescere bambini “viziati”.

Nutrire non significa solo garantire nutrimento fisico, ma soprattutto nutrimento affettivo, ponendo le basi per la costruzione di una relazione sicura e per garantire al bambino il pieno sviluppo delle sue potenzialità. Il tocco e il contatto nutrono il legame tra genitori e bimbi, fornendo ai primi strumenti utili e immediati per conoscere i loro piccoli.

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