Salta al contenuto della pagina

Stop alle mutilazioni genitali femminili

primo piano di un palmo della mano aperto che tiene una lametta

Le mutilazioni genitali femminili (MGF) comprendono tutte le procedure che includono la rimozione parziale o totale dei genitali femminili per ragioni culturali o altre ragioni non terapeutiche. Questa pratica è riconosciuta internazionalmente come una grave violazione dei diritti umani delle donne e delle ragazze.

La pratica dell'infibulazione in Etiopia


In Etiopia, il 65% delle donne tra i 15 e i 49 anni e il 16% delle ragazze di età inferiore ai 14 anni ha subito una qualche forma di MGF, una piaga che continua a derubare le ragazze della loro infanzia.

 
Per contrastare questo drammatico fenomeno abbiamo attivato un programma di sostegno che ha raggiunto 14 milioni di giovani, coinvolgendo 4.000 ragazze che si impegnano in prima persona per porre fine a questa pratica illegale, attraverso azioni di sensibilizzazione sui gravissimi rischi per la salute che essa comporta.

Nonostante l'impegno dell'Etiopia a eliminare la circoncisione degli organi genitali femminili entro il 2025, la pratica è ancora diffusa e riguarda in particolar modo le ragazze più piccole, se si considera che, secondo le stime, la metà di tutte le ragazze circoncise si sottopone a MGF prima dei cinque anni.

Mutilazioni genitali femminili, una testimonianza

Saada, che ora ha 11 anni, ne aveva solo sette quando nello stato di Harari ha impedito a un'amica di sottoporsi alle mutilazioni, avvertendola dei rischi di infezione, perdita di sangue e dei pericoli in caso di futuro parto. I genitori della sua amica hanno parlato con lei e la sua famiglia e hanno deciso di non proseguire con la procedura.

“La mia amica venne da me per dirmi che sarebbe stata sottoposta a questa pratica. Ero così preoccupata per lei. Pensavo che l'avrei persa perché sarebbe morta. La sua famiglia non sapeva quanto fosse grave. Le ho raccontato tutte le storie che avevo sentito: se una ragazza è mutilata, perderà troppo sangue, potrebbe infettarsi e poi avere problemi quando partorisce”, ha raccontato Saada. 

Quando la famiglia della sua amica ha saputo che era stata Saada a darle quelle informazioni, le ha voluto parlare. "La sua famiglia è venuta a casa mia e siamo riusciti a convincerli a non farlo", ha continuato la bambina. "Se fosse morta, mi sarebbe mancata troppo".

Un programma per fermare l'infibulazione in Etiopia

In occasione della Giornata Mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili vogliamo dare spazio al racconto di un programma che ha l'obiettivo di contrastare questa pratica attraverso la sensibilizzazione dei più giovani e il loro diretto coinvolgimento.

Nella città fortificata di Harar, nello stato regionale di Harari in Etiopia, gestiamo una struttura che offre uno spazio a ragazze e ragazzi per parlare di questioni come la MGF e i matrimoni precoci.

Il programma aiuta a informare e a formare i giovani su questa complessa questione attraverso l'educazione, la partecipazione e il teatro. Grazie a questo supporto, migliaia di ragazze in Etiopia si sono impegnate a non sottoporsi alle mutilazioni genitali femminili e sei regioni del Paese hanno istituito programmi di sostegno e contrasto al fenomeno.

Chi ha letto questo articolo ha visitato anche