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Non è un gioco

Il lavoro minorile nega il diritto di bambine, bambini e adolescenti allo studio, al benessere fisico e psicologico e a una crescita sana. Oggi, oltre 300mila minorenni tra i 7 e i 15 anni in Italia hanno avuto un’esperienza di lavoro minorile, quasi 1 su 15.

Nel podcast "Non è un gioco", scritto e prodotto da Will Media per Save the Children, esploriamo le cause del lavoro minorile, le sue conseguenze e le possibili misure per prevenirlo e contrastarlo.

Le 4 puntate del podcast hanno la voce di Silvia Boccardi, autrice di Will Media e Antonella Inverno, nostra responsabile ricerca dati e politiche per l’infanzia e l’adolescenza, con le quali ascoltiamo storie di bambine, bambini e adolescenti che ne hanno fatto esperienza, di esperti ed esperte che conoscono la complessità del fenomeno, e di coloro che lavorano per fornire alternative ai minori.

Ascolta i podcast

Il lavoro minorile è un fenomeno grave e diffuso in molti paesi del mondo, ed è una violazione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, con conseguenze negative sulla salute, sull'educazione e sul benessere fisico e psicologico dei minori coinvolti.

Ma nonostante gli sforzi di organizzazioni internazionali e governi per combatterla, questa pratica persiste, anche qui da noi. Nella prima puntata di "Non è un gioco"Silvia Boccardi parla della complessità di questo fenomeno con due nostri esperti: Antonella Inverno e Daniele Catozzella, esperto educazione e didattica digitale dell’area scuola per il contrasto alla povertà educativa digitale.

Cos’è il lavoro minorile?

Ascolta e condividi la prima puntata su:

   

 

Il lavoro minorile e la scuola

Ascolta e condividi la seconda puntata su:

   

 


Il lavoro minorile può limitare l'accesso all'istruzione, riducendo le opportunità di acquisire le competenze per svolgere un lavoro qualificato in futuro. La stessa mancanza di istruzione può avere altre conseguenze negative: chi non ha studiato sarà più propenso ad accettare lavori a basso costo e ad alto rischio, in un circolo vizioso di povertà e disuguaglianza.

Silvia Boccardi parla con Antonella Inverno e Anna Maria Ajello, Ordinaria di Psicologia dello sviluppo e dell’educazione e già presidente Invalsi, della relazione tra lavoro minorile e dispersione scolastica.

La crisi economica e l’aumento della povertà che hanno investito l’Italia negli ultimi anni rischiano di aumentare il numero di minorenni costretti a lavori dannosi per la salute o in grado di pregiudicarne i percorsi scolastici. In più, i lavori non sono tutti uguali: ci sono adolescenti con meno di 16 anni che, oggi, in Italia, lavorano in condizioni particolarmente dannose per il proprio sviluppo e la propria crescita.

Nella terza puntata del podcast Silvia Boccardi discute con Antonella Inverno e Andrea Morniroli, co-coordinatore del Forum Disuguaglianze e Diversità e amministratore della cooperativa sociale Dedalus, delle forme di lavoro minorile più dannose per lo sviluppo e il benessere dei minorenni.

Le forme di lavoro minorile più dannose

   

 

La relazione tra lavoro minorile e giustizia minorile

   

 

C’è una relazione tra lavoro sfruttato e ingresso nei circuiti dell’illegalità? Siamo andati nei Servizi  della giustizia minorile, dove centinaia di giovani iniziano dei percorsi di reinserimento sociale, dopo aver commesso reati di diverso tipo. Quanti erano rimasti intrappolati in forme dannose di lavoro? Quanti avevano smesso di andare a scuola? E soprattutto, come gli operatori che quotidianamente li accompagnano promuovono il loro reinserimento sociale?

Silvia Boccardi, nella quarta puntata, parla con Antonella Inverno di Save the Children e la Dott.ssa Giuseppina Barberis, Educatore, Ufficio II DGPRAM Dipartimento per la Giustizia Minorile e di Comunità, dell’importanza di offrire a questi ragazzi e ragazze opportunità di studio, formazione e reinserimento socio-lavorativo per progettare un futuro diverso.