Sudan, in un anno di guerra un bambino su 2 esposto a violenze
Dall’inizio del conflitto in Sudan un anno fa, il 15 aprile 2023, un bambino su due si trova o si è trovato nell'ultimo anno a meno di 5 chilometri dalle linee del fronte del conflitto, esposto a violenze mortali, spari, bombardamenti, attacchi aerei.
Sudan: un anno di guerra
Metà dei bambini in Sudan sono stati pericolosamentevicini alla morte e al rischio di essere feriti, sulla linea del fuoco in un anno di guerra.
Stiamo parlando di10 milioni di bambini e bambine che dallo scoppio dei combattimenti a Khartoum, il 15 aprile 2023, hanno assistito o subito ferite devastanti, morte, sfollamento, danni psicologici e la distruzione delle loro case e comunità.
Dall'inizio delle ostilità nell'aprile 2023, 1 bambino su 2 è stato esposto ripetutamente a violenze mortali in tutto il Sudan: è il numero più alto al mondo. Per dare un’idea sulla cifra, è più del numero di minori che vivono in Italia.
Il bilancio della crisi in Sudan dopo un anno
L’analisi è stata svolta in collaborazione con l'Armed Conflict Location and Event Data Project (ACLED) che ha rilevato che i bambini in Sudan in un anno di guerra sono stati esposti a combattimenti, bombardamenti, attacchi con dispositivi esplosivi improvvisati (IED), attacchi con mortai e missili e attacchi diretti ai civili. Ecco alcuni punti salienti e il bilancio della crisi nell'ultimo anno:
- La nuova analisi congiunta dimostra come il conflitto in Sudan si sia esteso a larga scala in tutto il Paese, in quanto si è visto un aumento del 60% rispetto ai già 6,6 milioni di bambini esposti alla violenza nel primo mese di combattimenti.
- La maggior parte delle violenze si sono verificate nelle località più popolose del Sudan, tra cui città e cittadine con oltre 100.000 abitanti, esponendo circa 5 milioni di bambini a violenze traumatiche.
- L'intensità del conflitto ha portato allo sfollamento di 4 milioni di bambini, il numero più alto al mondo, mentre 230.000 bambini e neomamme rischiano di morire di fame senza un intervento urgente.
- Oltre 15.200 persone compresi bambini, sono state uccise, mentre altre migliaia sono rimaste ferite e questa è solo la punta dell’iceberg.
Leggi il nostro articolo per conoscere la situazione in sudan oggi.
Violenze e pericoli per i bambini sudanesi
Il numero di bambini esposti a questo conflitto mortale è aumentato con l'estendersi dei combattimenti a diverse regioni del Paese, tra cui Al-Jazirah, che un tempo era il granaio del Sudan.
Questi dati evidenziano che tantissimi bambini sudanesi sono stati messi in pericolo e hanno assistito violenze e uccisioni. Nessun bambino dovrebbe vivere quello che stanno vivendo i sudanesi.
Jouman è una ragazza di 16 anni, fuggita dal Sudan con la sua famiglia a novembre, che attualmente vive al Cairo, in Egitto. Qui studia in una scuola per rifugiati sudanesi che sosteniamo con risorse e materiali didattici.
"I combattimenti sono stati molto duri. Non avremmo mai immaginato che saremmo stati costretti a fuggire dal Sudan", ci racconta la ragazza.
“I bambini sudanesi hanno sofferto in modo inimmaginabile: hanno assistito a uccisioni, massacri, hanno visto strade piene di proiettili, cadaveri e case bombardate, convivendo con la paura fin troppo reale di poter essere uccisi, feriti, reclutati per combattere o sottoposti a violenza sessuale. Nonostante il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite abbia recentemente chiesto un cessate il fuoco, il conflitto continua, con milioni di bambini nel fuoco incrociato.” ha dichiarato Arif Noor, Direttore di Save the Children Sudan.
Aiuti umanitari sottofinanziati
Ieri a Parigi si è tenuta un'importante conferenza umanitaria internazionale per il Sudan, a un anno esatto dall'inizio del conflitto e a cinque anni dall'incendio che ha causato gravi danni alla cattedrale gotica. Questo paragone è significativo, poichè dall’inizio dell’anno, gli aiuti internazionali stanziati per la crisi umanitaria in Sudan equivalgono a meno di un quinto della somma raccolta in soli due giorni per la ricostruzione della Cattedrale di Notre Dame a Parigi.
I donatori globali hanno versato poco più di 155 milioni di dollari al Piano di risposta umanitaria delle Nazioni Unite per il Sudan, appena il 6% dei fondi necessari, secondo il servizio di monitoraggio finanziario dell'ONU. Quando si verificò l’incendio a Notre Dame, in soli due giorni la raccolta dei donatori per la ricostruzione della cattedrale raggiunse più di 700 milioni di euro.
Cosa chiediamo
"Non c'è stato alcuno sforzo collettivo a livello globale per proteggere i bambini in Sudan e ora ci troviamo di fronte alla cruda realtà: le persone si preoccupano più di un edificio che di 14 milioni di bambini. È ora di agire. I bambini e le famiglie del Sudan hanno bisogno che i leader si impegnino a stanziare più fondi oggi stesso", ha dichiarato Arif Noor, Direttore di Save the Children in Sudan.
Oltre a raccogliere fondi, la Conferenza umanitaria internazionale per il Sudan e i Paesi vicini ha l’obiettivo di chiedere il rispetto del diritto umanitario internazionale da parte di tutte le parti in conflitto e sollecitare un accesso umanitario completo, sicuro e senza ostacoli. Chiediamo ai leader internazionali di fare tutto il possibile per migliorare l'accesso umanitario, proteggere i bambini e scongiurare la carestia. È urgente inoltre che i leader garantiscano un incremento degli aiuti umanitari, visto che manca ancora all’appello il 95% dei fondi internazionali stabiliti per affrontare l’emergenza.
Lavoriamo in Sudan dal 1983. Nel 2023, abbiamo raggiunto direttamente 2,1 milioni di persone, di cui 1,5 milioni bambini, con una programmazione incentrata sulla protezione dell'infanzia, l'accesso a un'istruzione di qualità, il sostegno alla salute e alla nutrizione e la risposta alle emergenze.
Per approfondire, leggi il comunicato stampa del 10.04.24 ed il comunicato stampa del 15.04.24.