Salta al contenuto della pagina

48.000 i bambini Rohingya che nel nuovo anno nasceranno in un campo profughi

Neonato Rohingya a Cox Bazar, Bangladesh

Nei campi profughi in Bangladesh la situazione per i bambini Rohingya si fa sempre più difficile. Nel nuovo anno, secondo le stime, saranno infatti 48.000 quelli che nasceranno in queste condizioni. Sono bambini che cominceranno così la loro vita in campi per rifugiati e insediamenti informali dove le famiglie vivono in fragili tende fatte di plastica e bambù e dipendono dagli aiuti umanitari per sopravvivere.

Solo pochissimi di questi bambini avranno la possibilità di venire al mondo all’interno di strutture sanitarie, mentre la maggior parte sin dal primo giorno di vita sarà a forte rischio di ammalarsi, soffrire la malnutrizione e morire prima di aver compiuto i 5 anni.

 “Nei campi le condizioni igieniche sono molto scarse e rappresentano un terreno fertile per la diffusione di malattie come la difterite, il morbillo e il colera, alle quali i neonati sono particolarmente vulnerabili. Nessun bambino dovrebbe nascere in posti come questi”, ha dichiarato Rachael Cummings, consulente sanitario di Save the Children a Cox’s Bazar.

Dona per i bambini Rohingya

“Le organizzazioni umanitarie come Save the Children stanno facendo tutto quel che possono, ma i bisogni sono semplicemente enormi e non abbiamo risorse e fondi sufficienti per garantire a ogni madre e a ogni bambino le cure mediche che necessitano. Chiediamo con urgenza alla comunità internazionale di incrementare i fondi per rispondere alla crisi in corso, in modo che i bambini vulnerabili Rohingya e le loro famiglie continuino a ricevere il supporto di cui hanno disperatamente bisogno”, ha concluso Rachael Cummings.

Nei campi in Bangladesh, gestiamo 9 centri di salute comunitari, dove vengono visitate circa 70 persone al giorno, e più di 50 Spazi a Misura di Bambino, aree di gioco e programmi per l’apprendimento precoce rivolti ai bambini Rohingya. Stiamo inoltre provvedendo alla distribuzione di cibo, ripari temporanei, kit per l’igiene e per la casa, vestiti e coperte calde per affrontare l’inverno e alla costruzione di latrine. Da settembre 2017 abbiamo già raggiunto più di 380.000 rifugiati Rohingya.      

Leggi il comunicato