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Affido famigliare per minori stranieri soli: 8 domande e risposte

operatore save the children con maglietta rossa cammina al fianco di un bambino, entrambi li vediamo di spalle

Molte persone vorrebbero intraprendere la strada per diventare affidatario di un/una minore solo/a, ma spesso capita che si fermino ancor prima di incominciare a causa delle tante domande che si pongono e la difficoltà a trovarne delle risposte.

Per questa ragione abbiamo deciso di rispondere alle domande più comuni sul tema dell’affido famigliare e provare così a rendere più facile il percorso per diventare affidatario di un minore solo in attesa di una figura di riferimento che lo possa aiutare. 

8 Domande e risposte sul tema dell’affido

  • 1. Per poter essere affidatari di un minorenne bisogna essere sposati?

No, non è necessario essere sposati per poter prendere un minore in affido. Un minore solo può essere accolto e preso in affido da persone sposate, separate, divorziate e single. Inoltre, non esistono limitazioni legate al genere, all’orientamento sessuale o al credo religioso delle persone affidatarie. I criteri che vengono presi in considerazione dai servizi sociali sono diversi, tra questi ad esempio: la stabilità economica ed abitativa, l’idoneità psico-fisica, e la storia personale della persona o coppia. 

  • 2. Si può diventare famiglia affidataria anche se non si hanno figli/e? 

, si può diventare famiglia affidataria di un minore solo anche se non si hanno figli/e. Ciò che è importante è aver voglia di imparare, avere compreso il proprio ruolo come famiglia affidataria e assicurarsi di compiere una scelta consapevole e responsabile. 

  • 3. C’è un limite di età per diventare genitore affidatario? 

No, non vi è un limite di età per poter accogliere un ragazzo o una ragazza in affido, né una differenza minima o massima di età tra il minore in affido e l’affidatario. L’unico requisito riguardo l’età dell’affidatario è che esso debba essere maggiorenne. 

  • 4. Posso intraprendere un percorso di affido senza avere una casa di proprietà? 

, non è necessario essere proprietari della casa in cui si vive, l’importante è avere spazio adeguato per poter accogliere un minore, e potergli garantire una stabilità abitativa.

  • 5. Sarò sola/o nel percorso di affido? Come fare in caso di difficoltà? 

La famiglia affidataria ha diritto al supporto dell’Equipe del Servizio Affido dell’ente locale competente durante tutto il percorso di affido. Non si è soli in questa esperienza.

  • 6. Affido familiare, adozione e tutore volontario sono la stessa cosa? 

No, sono molto diversi, vediamone quindi le differenze specifiche.
Innanzitutto, l’affido famigliare è diverso dall’adozione; sono due percorsi differenti, non hanno gli stessi obbiettivi e non richiedono i medesimi requisiti. Nell’affido familiare di un minore straniero non accompagnato l’obbiettivo è di offrirgli accoglienza temporanea in una situazione di vulnerabilità e supportalo in un percorso verso l’indipendenza e l’autonomia nel raggiungimento dell’età adulta. 
Come per l’adozione anche per l’affidamento familiare sono previsti degli incontri di conoscenza, di formazione e di preparazione, ma il percorso è molto più veloce.

Anche tra tutore volontario e famiglia o persona affidataria vi sono delle differenze, quella più sostanziale sta proprio nell’accoglienza del minore: la famiglia affidataria dovrà impegnarsi ad accogliere presso di sé il minore, garantirne le cure e l’educazione e le attenzioni psicologiche, affettive e materiali. Il tutore non ha questi compiti, il suo ruolo è quello di garantire la tutela dei diritti del minore e di vigilare sul loro rispetto: dovrà esserne il rappresentante legale. Va da sé che la collaborazione tra queste due figure, e i servizi di competenza, siano una buona prassi per il benessere del minore. 

  • 7. Bisogna possedere delle qualifiche particolari per diventare un genitore affidatario? 

No, non sono richieste delle qualifiche particolari per diventare una famiglia affidataria, quello che è necessario è la voglia di imparare e di mettersi in gioco. Il servizio affido del proprio ente locale si occuperà della preparazione e di una formazione adeguata della famiglia per intraprendere un percorso d’affido. 

  • 8. Perché i minori stranieri non accompagnati dovrebbero avere bisogno di un affido in famiglia? Non sono già grandi? 

Vivere in una famiglia, anche se per un periodo breve, potrà offrire loro un ambiente sicuro e caloroso in cui crescere, e permetterà un percorso verso l’età adulta attento ai loro bisogni. 
Li aiuterà inoltre ad integrarsi, conoscendo la società italiana dall’interno e non dai margini, e ad imparare la lingua italiana molto più rapidamente. Questi fattori rappresenteranno un punto di forza per i ragazzi e le ragazze nel loro ingresso nel mondo adulto, che esso sia continuare gli studi oppure inserirsi nel mercato del lavoro. 

Inoltre, e forse il fattore più importante in assoluto, vivere in famiglia, darà ai ragazzi e alle ragazze l’opportunità di sentirsi accolti e benvenuti, permettendogli di creare dei rapporti di affetto e fiducia in un momento della loro vita spesso caratterizzato dalla solitudine.

Come iniziare questo percorso

Come prima cosa bisogna contattare i servizi sociali del proprio Comune, così da registrare la propria disponibilità. Seguiranno degli incontri di conoscenza organizzati dall’equipe dei servizi sociali che si occupa di affidi e un percorso di formazione. Quando la famiglia affidataria è pronta per l’accoglienza, inizierà il processo di abbinamento e i primi incontri con il minore

In una fase così delicata come l’adolescenza, ed in un Paese in cui tutto è nuovo, avere al proprio fianco una famiglia che ti aiuta a navigare una società complessa, che si prenda cura di te, ti incoraggia e rassicura, che può farti “sentire a casa” e con cui avere una relazione privilegiata, è una cosa preziosa ed essenziale

Bisogna ricordarsi che prima di essere migranti sono minori, e proprio per il difficile bagaglio di esperienza che si portano sulle spalle, sono molto vulnerabili e spesso soli, privi di alcuna rete di relazioni affettive. Per tutti questi motivi, l’affido familiare può rappresentare un’esperienza unica ed essenziale per i minori stranieri soli.

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