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Aumentano in Africa i casi di Covid-19

operatrice keniana di save the children con treccine e capelli rossi indossa la mascherina e sta in piedi di profilo per prendere alcuni oggetti da una scatola poggiata su un piano davanti a lei. La ragazza indossa la maglietta rossa di Save the Children

La seconda ondata di Coronavirus sta colpendo il continente africano mettendo a rischio le vite di migliaia di bambini. C’è preoccupazione per i possibili ritardi delle vaccinazioni alle persone più vulnerabili e agli operatori sanitari.

La situazione del coronavirus in Africa


I dati confermano che 6 paesi su 10 con la più rapida crescita di casi di coronavirus si trovano in Africa, mentre il tasso di mortalità pandemico è salito al 2,5% superando la media globale del 2,2%. Si tratta di una drammatico peggioramento rispetto alle fasi precedenti del virus dovuto alla rapida diffusione della variante sudafricana, altamente contagiosa.

Equo accesso ai vaccini


Di fronte a un momento così difficile e drammatico, è fondamentale che i paesi più ricchi abbiano tra le proprie priorità quella di un equo accesso agli strumenti medici di contrasto al virus, come l’ossigeno e i vaccini. L’ossigeno medicale è ampiamente disponibile nei paesi più ricchi mentre in Africa non si trova o è un bene di lusso. Ogni ritardo nella vaccinazione degli operatori sanitari può peggiorare ulteriormente la nutrizione, l’immunizzazione e altri servizi essenziali per i bambini, nel momento in cui il personale sanitario si ammali o le famiglie che necessitano di assistenza stiano lontane dagli ospedali per timore di contrarre il virus. 
 

Malawi e Nigeria tra i paesi più a rischio

Il Malawi ha le seconda più alta percentuale di crescita dei casi confermati nel mondo, che sono raddoppiati in 12 giorni dai 9.991 del 14 gennaio ai 20.830 del 26 gennaio, e fa parte del gruppo dei paesi più fragili nell’Indice Globale per la Sicurezza Sanitaria in particolare rispetto alla capacità di risposta ad una epidemia per la quale è al 176 posto su 195 paesi.  L’impennata della domanda di ossigeno, abbinata ad una cronica indisponibilità di questa risorsa, sta minando la capacità del sistema sanitario nell’affrontare il carico crescente di casi covid-19, e di rispondere anche alle altre gravi malattie come la polmonite infantile.   

Nell’Africa Occidentale, la Nigeria continua ad avere il più gran numero di malati covid-19, con quasi 125.000 casi. A Lagos, la domanda di ossigeno è cresciuta con la seconda ondata della pandemia e si è addirittura quintuplicata in uno dei principali ospedali della città rispetto alle ultime settimane. Nel tentativo di far fronte alla situazione, il Governo Federale ha approvato in gennaio uno stanziamento equivalente a 17 milioni di dollari per creare 38 impianti per la produzione di ossigeno nel paese.   

L’accesso all’educazione

Continua ad esserci una forte preoccupazione per l'impatto a lungo termine della pandemia sull'accesso all’educazione per i bambini. Più a lungo i bambini non vanno a scuola, più sarà difficile che vi facciano ritorno. Una ricerca da noi condotta lo scorso anno ha rilevato che a livello globale 10 milioni di bambini potrebbero non tornare mai più a scuola.

È importante che i governi seguano le linee guida del Gruppo Consultivo Strategico di Esperti sull'immunizzazione (SAGE) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità quando prendono decisioni sull'assegnazione dei vaccini. Ciò include garantire che gli insegnanti e il personale scolastico siano riconosciuti come un gruppo prioritario per le vaccinazioni, una volta vaccinati gli operatori sanitari in prima linea e le persone ad alto rischio. Questo è fondamentale per far sì che il personale scolastico sia al sicuro quando riapriranno le scuole e per contribuire a ridurre il livello così alto mai raggiunto dal deficit di apprendimento e di benessere dei bambini dovuto alla chiusura delle scuole.

Per approfondire leggi il comunicato stampa.

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