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Che cos’è la povertà educativa: definizione e cause

dettaglio di braccio e mano che scrivono su un quaderno di scuola

Per molto tempo la povertà di bambine, bambini e adolescenti è stata caratterizzata e misurata unicamente in termini economici, in relazione al reddito e la ricchezza dei genitori. Questo tipo di misura però, non coglie appieno tutti gli elementi che contraddistinguono la privazione dei minori. 

Oltre all’aspetto materiale, sono altrettanto importanti, le opportunità di crescita educativa, fisica, socio-emozionale. Per questa ragione andremo ad approfondire le cause della povertà educativa e vedremo come affrontarla per poter dare a bambine, bambini e giovani l’opportunità di seguire i loro sogni.

La povertà educativa: definizione

Per questi motivi che abbiamo letto, noi di Save the Children, alcuni anni fa e per la prima volta in Italia abbiamo introdotto il concetto di “povertà educativa”.

La “povertà educativa” viene definita come “la privazione da parte dei bambini, delle bambine e degli/delle adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni”. 

Qual è il legame tra povertà educativa e povertà materiale

La povertà educativa, dunque, è strettamente connessa alla povertà economica.

A causa di difficili condizioni economiche molte bambine, bambini, ragazze e ragazzi non hanno le stesse opportunità dei loro coetanei in situazioni economiche migliori.

Dai dati raccolti da INVALSI nel 2021 nelle scuole italiane, infatti, gli studenti e le studentesse di famiglie con livello socio-economico e culturale più basso hanno visto un calo significativo nei punteggi relativi alle prove di matematica ed italiano, in ogni grado scolastico.

Un’offerta educativa di qualità potrebbe interrompere il ciclo vizioso della povertà, che si perpetua da una generazione all’altra: dalla privazione materiale dei genitori, a quella educativa dei minori che, cresciuti, soffriranno a loro volta della marginalizzazione sociale ed economica. 

Povertà educativa e pandemia: quali effetti

Nell’ultimo anno, il tema della povertà educativa ha assunto ancora maggior rilevanza. La pandemia da COVID-19, e la conseguente chiusura prolungata delle scuole e delle attività produttive, hanno infatti incrementato notevolmente il rischio di povertà materiale da una parte e dall’altra ha generato una vera e propria perdita consistente in termini di sviluppo cognitivo, socio-emozionale, fisico. 

Tutto ciò l’hanno sofferto soprattutto quei/quelle minori che provengono da contesti maggiormente svantaggiati. Mancanza di rete internet, tablet, possibilità economiche per affrontare le conseguenze della pandemia e altro, hanno messo a dura prova moltissime famiglie.

La scuola e la comunità, si sono impegnate molto durante l’emergenza, tuttavia si sono trovate molto spesso in difficoltà a causa delle scarse risorse educative e dall’assenza di strumenti di welfare volti a sostenere, in situazioni come quella pandemica, i bisogni materiali primari dei bambini e delle bambine.  

Come affrontare la povertà educativa

Bisogna innanzitutto colmare i numerosi gap esistenti nel sistema scolastico fornendo servizi educativi, finalmente, universali. In secondo luogo bisogna dedicare risorse aggiuntive a quei territori dove si concentra maggiormente la privazione materiale ed educativa, in grado di rispondere ai bisogni specifici di bambini e famiglie particolarmente marginalizzate. 

Sulla povertà educativa il nostro intervento in Italia non si è mai fermato: un esempio sono i 26 Punti Luce – spazi ad alta intensità educativa dove bambini, bambine e giovani possono studiare, giocare e dare spazio alle proprie aspirazioni – situati nelle periferie delle principali città.

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