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Crisi umanitaria nella Repubblica Centrafricana: grande la preoccupazione per l’arrivo delle piogge

Dopo lo scoppio dell’ultima crisi a dicembre, la situazione nella Repubblica Centrafricana resta drammatica, in particolar modo nella capitale, Bangui, dove continuano gli attacchi che uccidono in media 10 persone al giorno. Save the Children a supporto di uno dei principali ospedali cittadini, unica ong con interventi di salute e nutrizione  a Bouar nel Nord Ovest del paese.

La situazione nel paese è precipitata a partire da marzo del 2013, quando i ribelli della coalizione anti-governativa (chiamata Seleka, a prevalenza musulmana)  sono entrati nella capitale, assaltando il palazzo presidenziale, deponendo il presidente Bozizè (che aveva già abbandonato il paese) e proclamando presidente il loro leader Micheal Djotodia, primo capo di governo musulmano in un paese a prevalenza cristiana. L’alleanza contro il presidente Bozizè si era sempre opposta al suo governo, (dal 2005) e nonostante i tentativi del nuovo presidente di normalizzare la situazione, la crisi  è andata peggiorando nel corso del 2013 e i combattimenti tra i fedeli dell’ex presidente Bozizé e i ribelli Seleka non si sono mai fermati, colpendo in modo drammatico la popolazione.

I numeri della crisi umanitaria nella Repubblica Centrafricana

  • Le persone colpite dalla crisi sono 4,6 milioni (l'intera popolazione), di cui 2,3 milioni sono bambini.
  • Almeno 1.000 persone sono state uccise a Bangui dopo l’ultima crisi scoppiata il 5 dicembre.
  • Secondo le Nazioni Unite, il numero di bambini soldato nella Repubblica Centrafricana è più che raddoppiato, arrivando a  6.000 negli ultimi mesi. I minori vengono usati come auto- difesa dai miliziani per contrastare ondate di attacchi da parte di ex ribelli di Seleka.
  • Più di 800.000 persone sono state costrette a fuggire dalle loro case, di queste, circa 400.000 sono sfollate a Bangui.
  • Secondo l'UNHCR i rifugiati sono 75.000.

  Attualmente è molto alta l’apprensione per  l’arrivo delle piogge che potrebbero aggravare considerevolmente le condizioni sanitarie nel paese. Molti dei luoghi in cui vivono gli sfollati, tra cui l'aeroporto, potrebbero infatti subire danni e allagamenti e, inoltre, la mancanza di  accesso a servizi igienici adeguati, potrebbe favorire la diffusione di epidemie in un contesto giù molto difficile.  

  • In media nei campi profughi c’è solo 1 latrina ogni 12 mila sfollati.
  • In tutto il paese ci sono solo 7 chirurghi, per una popolazione di 4,6 milioni di persone.
  • Gli ultimi dati del PAM indicano che 1,3 milioni di persone - il 20 per cento della popolazione nella Repubblica Centrafricana e il 30 % al di fuori di Bangui - sono a rischio di fame a causa degli scontri e della scarsità dei raccolti.

  La risposta di Save the Children Ad oggi  Save the Children e Merlin (che adesso fa parte di Save the Children)  hanno raggiunto 59.281 persone ( 48.866 bambini) con una risposta multisettoriale nell’ambito della protezione dell'infanzia, salute e nutrizione. L’intervento si sta dispiegando nella capitale Bangui e nel Nord-Ovest del paese, a Bouar (presso l’ospedale distrettuale),  dove Save the Children è l’unica ONG con programmi di intervento per la  salute e la nutrizione e cliniche mobili.   Nello specifico:

  • Il team medico di Save the Children e Merlin sta supportando un’ampia campagna di vaccinazione contro il morbillo e la poliomielite per 40.000 bambini.
  • 30.000 persone, tra cui moltissimi minori, hanno ricevuto farmaci salva-vita.
  • Quasi 1500 bambini sono stati curati attraverso le cliniche mobili a Nana - Gribizi e Ouaka.
  • 4.000 bambini circa hanno ricevuto supporto psico-sociale nelle 4 “aree a misura di bambino”  allestite a Bangui.
  • Circa 150 bambini sono stati riuniti con i loro genitori attraverso i  programmi di protezione e “tracciamento”  dei minori "non accompagnati" all’interno dei campi sfollati.
  • Vengono fornite medicine d’emergenza e si assicura il servizio di trasporto ai pazienti e allo staff medico dell’ospedale dell’Amitié, uno dei principali della capitale Bangui.

  Save the Children considera cruciale, per continuare a supportare la popolazione in sicurezza, la presenza  dei contingenti di peace keepers e il loro dispiegamento anche nelle aree più remote del paese. Di seguito alcune immagini di villaggi messi a fuoco durante gli scontri, dei campi per sfollati vicino all’aeroporto di Bangui e di alcuni bambini supportati negli spazi allestiti da Save the Children.    

    Per ulteriori informazioni: Ufficio stampa Save the Children Italia Tel. 06 48070081-23-63-81 press@savethechildren.it www.savethechildren.it