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Didattica inclusiva: come funzionano le classi aperte

due ragazzi seduti a un banco di scuola fanno i compiti insieme

Negli anni, con la riduzione delle ore di compresenza e del numero dei docenti di sostegno, molte di queste attività laboratoriali, gestite dagli insegnanti stessi, sono state abbandonate. 

In realtà, la promozione di setting d’aula più dinamici, come le classi aperte, è fondamentale per favorire l’inclusione e il miglioramento del clima di classe. 

Classi aperte: come funzionano

Le classi aperte consistono nel coinvolgimento di alunni di diverse classi in attività laboratoriali. Inserire nella didattica momenti istituzionalizzati in cui gli alunni possano lavorare interclasse,  può infatti diversificare e movimentare la vita scolastica, permettendo agli studenti di confrontarsi con altri pari o adulti, diversi da quelli della propria classe, per incrementare capacità logiche e di relazione, per permettere loro di incontrare una varietà di modalità linguistiche e comportamentali e per sostenere il senso di appartenenza alla scuola che è molto di più di un insieme di classi. 

Inclusione scolastica: la diversificazione delle classi

Il superamento del gruppo classe può permettere diversificate occasioni di socializzazione e assicurare maggiori occasioni di formazione di gruppi di lavoro al fine di creare un ambiente scolastico inclusivo. Come teorizzato nel Manifesto di Fuoriclasse in Movimento, un uso innovativo degli ampi margini di autonomia delle scuole potrebbe essere quella di promuovere una programmazione delle attività didattiche e un’organizzazione oraria che favoriscano l’inclusione per esempio calendarizzando, nelle prime settimane di scuola, un percorso di attività comuni a tutti gli studenti del primo anno, una sorta di “settimana dell’accoglienza”. 

Conoscere meglio i nuovi studenti potrebbe facilitare la costituzione di classi più equee ed eterogenee dal punto di vista socio-culturale e delle abilità scolastiche, andando a comporre gruppi che non favoriscano l’emergere di atteggiamenti prevaricatori e del bullismo.

Le testimonianze delle scuole

In una scuola secondaria di primo grado dell’Istituto Su Planu del Comune di Selargius (Cagliari), una delle proposte di cambiamento portata avanti dagli studenti del Consiglio Fuoriclasse riguardava un’esperienza di didattica partecipata. 

I ragazzi sono stati gli organizzatori e  i protagonisti della giornata “Classi Aperte”: hanno messo a fuoco gli argomenti dei laboratori, hanno chiesto ai docenti la disponibilità a fornire le unità didattiche o a condurre le lezioni, facendo firmare loro una lettera di impegno, hanno coinvolto i loro compagni e procurato i materiali necessari. 

Sono stati realizzati 11 laboratori: 120 studenti hanno realizzato dei telai e hanno fatto delle prove di tessitura, hanno lavorato il rame e realizzato delle poesie partendo da testi didattici, hanno realizzato il gioco dell'oca dei Nuraghi, hanno utilizzato lo spinner per la connessione internet, e grazie a degli esperti, hanno sperimentato all'aperto una lezione  di geografia (outdoor education) e hanno praticato yoga. Secondo la docente Gemma Marras: “Classi aperte è stata un’occasione di arricchimento per tutta la scuola. Noi docenti ci siamo trovati a contribuire ad una iniziativa per la quale abbiamo dovuto rinunciare ad una parte della nostra identità per metterci in gioco scardinando le abitudini.

Di fondamentale importanza è che i ragazzi possano incontrare adulti capaci di proporre attività specifiche che li possano avvicinare alla didattica in maniera coinvolgente. Per gli studenti, che hanno preso parte con grande interesse ed entusiasmo, ha significato poter vivere da protagonisti la loro scuola in un ambiente sereno, dove apprendere con vivo interesse, grazie anche alla passione con cui gli insegnanti hanno condotto i laboratori. E’ stato fondamentale sentirsi parte di un progetto comune, sentirsi ideatori e costruttori, ognuno nel proprio ambito, come tasselli che tutti insieme costituiscono un mosaico.” 

Anche a Genova, nella scuola primaria San Giovanni Battista, si è realizzata un’iniziativa simile per rinnovare il modo di fare scuola in un’ottica di apertura e collaborazione tra docenti e discenti, che hanno proposto i temi delle lezioni. 

In due giornate si sono realizzati "Laboratori Aperti”: arte e creatività, teatro ed espressività corporea, creazione di origami, lezioni di pallavolo. Sono stati formati quattro gruppi di alunni provenienti dalle classi terze, quarte e quinte che hanno potuto partecipare ai laboratori alternandosi. Le insegnanti hanno coordinato le lezioni, sfruttando anche il tutoring dei ragazzi più grandi verso i più piccoli. Maria Gaggero e Monica De Gregori ci raccontano che:  “Si sono creati nuovi legami di amicizia tra bambini e bambine che prima si conoscevano di vista, proseguiti fino alla fine dell'anno scolastico. A conclusione di queste giornate è nato in tutti gli insegnanti coinvolti il desiderio di pianificare anche per il prossimo anno e per più giornate questa attività che ha suscitato negli alunni entusiasmo e grande partecipazione”.

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