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Giornata internazionale per i diritti dei migranti: un flash mob a Montecitorio

dettaglio di mani che si tengono di un bambino e di un adulto

Nella Giornata internazionale per i diritti dei migranti le associazioni del Tavolo SaltaMuri hanno convocato studenti, insegnanti, scuole e associazioni insieme al movimento ItalianiSenzaCittadinanza e alla rete IoAccolgo a un flash mob a piazza Montecitorio per affermare con forza che il diritto alla cittadinanza è necessità urgente e inderogabile. 

Parteciperà anche una rappresentanza di giovani di Sottosopra, il Movimento Giovani per Save the Children.

Il Tavolo SaltaMuri, con le sue 133 associazioni, ha lanciato da settembre una Campagna denominata “Sentirsi di casa” per il riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli degli immigrati che sono nati o che comunque crescono in Italia e costituiscono – e costituiranno sempre più – una risorsa per il nostro paese.

Le mobilitazioni del 20 novembre

Una campagna che ha portato già a diverse mobilitazioni, come quella dello scorso 20 novembre in corrispondenza del trentesimo anniversario della Convenzione dei diritti dell’Infanzia, quando in 20 città italiane il Movimento Fuoriclasse ha organizzato dei tavoli territoriali per discutere di diritti dei minori e contrasto alla dispersione scolastica. 

la situazione in Italia dei bambini figli di immigrati

Oltre 900mila bambine, bambini e adolescenti d'Italia sono infatti discriminati dalla legge sulla cittadinanza e, più recentemente, dalle nuove disposizioni dei decreti sicurezza, che li rendono e li mantengono stranieri in questo loro, nostro Paese. Condannati a dipendere dai permessi di soggiorno dei genitori, dai tempi di attesa sempre più lunghi e da discriminazioni normative e accanimenti burocratici vissuti direttamente al raggiungimento della maggiore età e che finiscono per lasciare in sospeso le loro vite per molto tempo, trasformandoli di fatto in "fantasmi per legge".

Una legge per noi ingiusta 

Per noi che lavoriamo tutti i giorni col mondo scuola, che guardiamo ogni giorno negli occhi bambine e bambini, ragazze e ragazzi, tutti gli allievi sono già pienamente cittadini nelle classi dove crescono tutti insieme. Ma fuori dalle aule scolastiche non è così e ci appare intollerabile che una legge ingiusta divida in cittadini di serie A e cittadini di serie B, privi di uguali diritti e dignità. 

È una discriminazione, questa, destinata a provocare disaffezione e senso di estraneità, scavando fossati difficilmente colmabili. La scuola è il primo luogo pubblico in cui si costruisce una comune appartenenza e si sperimenta il senso di comunità, che è al fondamento della democrazia; il primo luogo in cui si promuove e ci si allena a una cittadinanza attiva, che non sarà mai tale se non riconosciuta a tutti per legge. 

La Commissione Affari Costituzionali sta in queste settimane riprendendo la discussione sulla legge per il riconoscimento della cittadinanza. È il momento di far sentire alle forze politiche che la società civile è orgogliosa di tutti i suoi figli e figlie contrastando concretamente discriminazioni e stereotipi e che è più avanzata e lungimirante rispetto ai miopi calcoli che paralizzano i partiti.

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