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Giornata mondiale dell’ambiente 2020: proteggiamo la biodiversità insieme

bambino tiene in mano un piccolo mappamondo

“La vita di ogni bambino nato oggi sarà profondamente influenzata dal cambiamento climatico, con popolazioni da tutto il mondo che saranno sempre più esposte a eventi meteorologici estremi, insicurezza alimentare e idrica, mutazioni continue nelle malattie infettive, e un futuro più incerto”*.


Per queste ragioni la Giornata Mondiale dell’Ambiente, che si celebra il 5 giugno di ogni anno dalla sua istituzione con la risoluzione 2994 del 15 dicembre 1972 a seguito dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, ha un’importanza fondamentale per il futuro di tutti noi e delle generazioni a seguire.


La giornata mondiale dell’ambiente 2020


Go wild for life” è il motto di quest’anno, per questa ricorrenza dedicata all'ambiente, che vuole alzare la voce sui temi ambientali con un focus particolare sul cambiamento climatico che oggi, sempre più, ci spinge ad essere soggetti attivi. Un motto che ci ricorda come sia indispensabile proteggere i nostri ecosistemi per muoverci verso un futuro migliore dove le nuove generazioni potranno godere di un Pianeta sano dove l’uomo e l’ambiente coesistano in maniera sostenibile e con rispetto.


Il coronavirus e il nesso con lo sfruttamento ambientale


La pandemia che ci ha investito oggi ha alzato lo sguardo sul nesso tra sfruttamento delle risorse e le epidemie globali. Innanzitutto l’emergenza sanitaria, in pochissime settimane, ha spinto 1,7 miliardi di persone in 50 Paesi del mondo a chiudersi in casa mentre la natura circostante respirava di nuovo e si riprendeva i suoi spazi, libera dall’impronta dell’essere umano.


Se da un lato le conseguenze del lockdown diffuso hanno giovato per molti ecosistemi, dall’altro ci hanno posto molte domande su come il virus abbia iniziato la sua diffusione. Molti studi rilevano che la diffusione sia stata determinata dallo sfruttamento dell’uomo sulla natura, in particolare la deforestazione ha aperto uno spiraglio per una malattia già esistente tra gli animali che rimaneva confinata in un habitat lontano dall’essere umano e dalle sue attività produttive**.


Si aggiungono poi le analisi in corso per determinare con sempre più efficacia come la letalità del virus sia strettamente correlata al livello di inquinamento dell’aria che respiriamo. La mortalità infatti sembra esser maggiore nelle aree più inquinate del mondo***.

La situazione in Italia: inquinamento e mancanza di aree verdi

In Italia più di 1 minore su 3 (37%) vive nelle 14 città metropolitane dove l’inquinamento dell’aria spesso è elevato e supera i limiti previsti; al sud, la metà delle famiglie con figli tra i 6 e i 17 anni dichiara di non avere verde pubblico entro 15 minuti a piedi, una percentuale che invece al nord si attesta al 10%. E, sempre nel Mezzogiorno, 1 famiglia su 10 nota la presenza di degrado nel paesaggio che la circonda. 

Il contesto globale: le conseguenze delle crisi climatiche

Dal 2010 al 2017, si calcola che oltre 193 milioni di persone, nel mondo, siano diventate sfollati o profughi ambientali e nel solo 2018 40 milioni di persone sono state costrette a fuggire dalle proprie case a causa di confitti e disastri ambientali . Solo nel Corno d’Africa, già alle prese con gli effetti devastanti della carestia e della siccità, nelle ultime settimane la popolazione sta facendo i conti con un ulteriore mix letale: l’invasione di locuste del deserto, l’emergenza Coronavirus e le inondazioni mettono infatti fortemente a rischio soprattutto la vita dei bambini più vulnerabili, in Paesi come Somalia, Etiopia e Kenya dove almeno 5,2 milioni di bambini sotto i cinque anni di età soffrono di malnutrizione acuta, e di questi circa 1,3 milioni sono colpiti da forme ancora più gravi di malnutrizione e rischiano di morire di fame. 


Cosa possiamo fare noi per l’ambiente


La sfida principale a cui siamo chiamati tutti, dal singolo individuo, ai governi, alle istituzioni fino al settore pubblico e privato, è esattamente quello che la crisi ambientale ci chiede già da tempo ma che ancora fatichiamo a portare a termine.


Senza dubbio l’educazione è dalla nostra parte, un essere umano maggiormente consapevole dei suoi diritti sarà lo stesso che li proteggerà, questo vale anche per il diritto a vivere e sognare un futuro in un mondo sano, diritto di donne, uomini, ragazze, ragazzi, bambine e bambini in tutto il mondo.


Alzare la propria voce, consapevoli della sua forza, è un primo passo che possiamo fare anche noi rendendoci attori consapevoli e attivi in questa sfida al cambiamento climatico. La sua efficacia è dimostrata dai tanti giovani, a partire da Greta Thunberg, che in tutto il mondo si sono schierati nelle piazze per proteggere il nostro Pianeta facendo pressione sui Governi che oggi non possono più voltare le spalle alle loro, ma anche alle nostre, richieste.

“I bambini e gli adolescenti, in Italia come in tutto il mondo, hanno semplicemente diritto a un pianeta vivibile per gli anni futuri e, a gran voce, stanno chiedendo al mondo e ai governi di cambiare finalmente rotta, come dimostra anche l’iniziativa 'Change the future' promossa dai ragazzi e dalle ragazze di SottoSopra, il Movimento Giovani per Save the Children. E in questo contesto il nostro Paese, che nel 2021 avrà la presidenza del G20 ed ospiterà alcuni eventi preparatori della COP 26, tra cui uno dedicato ai giovani, potrà giocare un ruolo di primo piano per far sì che i temi della sostenibilità ambientale e sociale e della lotta ai cambiamenti climatici, diventino una priorità assoluta”, ha dichiarato Daniela Fatarella Direttrice Generale di Save the Children.


Le future generazioni si trovano così a dover fronteggiare le insidie di un mondo più caldo, instabile e dagli scenari molto incerti, come ormai da anni dimostra in maniera inconfutabile una schiera sempre più nutrita di esperti, con l’aiuto di strumenti di rilevazione e di analisi più sofisticati, e da nuovi punti di osservazione mai sperimentati prima.


I bambini inoltre sono soggetti che maggiormente subiscono gli effetti del cambiamento climatico per 3 fattori determinanti: geografico-ambientale, socio-economico e biologico.


Se sei interessato/a ad approfondire l’argomento:


*Report “The Lancet Countdown on Healt and Climate Change” 2019.
**WWF, Pandemie e distruzione degli ecosistemi.
*** Exposure to air pollution and COVID-19 mortality in the United States
 

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