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Hikikomori e isolamento sociale: come riconoscerli?

Ragazza seduta all'interno di una stanza buia

Il termine “Hikikomori significa letteralmente “stare in disparte” ed è usato in gergo per indicare coloro che decidono di ritirarsi dalla vita sociale per lunghi periodi (da pochi mesi fino a diversi anni), chiudendosi in casa, senza avere alcun contatto diretto con il mondo esterno, a volte nemmeno con i propri genitori.

Sebbene questo tema si sia reso noto per la prima volta in Giappone, la pressione e il disagio che spingono alcuni giovani all'isolamento sociale ha assunto proporzioni drammatiche anche in Italia. Secondo Hikikomori Italia, attualmente i casi nel mondo sono oltre un milione: di questi centomila sono i giovani Hikomori in Italia.

Chi sono gli hikikomori?

La condizione degli hikikomori è caratterizzata da un rifiuto della vita sociale, scolastica o lavorativa per un periodo di tempo prolungato, di almeno 6 mesi, e da una mancanza di relazioni intime ad eccezione di quelle con i parenti stretti.

I giovani hikikomori possono manifestare il loro disagio in vari modi: stare in casa tutto il giorno, oppure uscire solo quando sono sicuri di non incontrare conoscenti, o addirittura vagare senza meta tutto il giorno facendo credere di essere andati a scuola.

Gli hikikomori mantengono le relazioni esterne al minimo e gli unici contatti che sviluppano sono attraverso l'uso di Internet.

Quando nasce il fenomeno degli hikikomori?

Dalla fine degli anni '90 in Giappone è stata descritta una particolare condizione psicologica identificata da un tipo di ritiro sociale che colpisce principalmente adolescenti e giovani adulti ed è stata chiamata "Hikikomori". Questo fenomeno è comunemente evidenziato nelle persone dall'età di 14 anni fino all'età di 30 anni.

Come riconoscere un hikikomori? I sintomi:

Le conseguenze dell'hikikomori possono avere un grave impatto sulla vita degli adolescenti che sperimentano l'esclusione sociale attraverso l'autoisolamento.

La riluttanza a uscire di casa può essere dovuta a diverse cause tra cui: disturbi del sonno, depressione clinica, fobia sociale o altri tipi di disturbi d'ansia. Anche la dipendenza dai social network è stata ampiamente associata alla sindrome, poiché i giovani hikikomori finiscono per usarli come unico mezzo di comunicazione.

Il Ministero della Salute, del Lavoro e del Welfare giapponese ha pubblicato le linee guida sulla sindrome di hikikomori. Il documento delinea principalmente l'individuazione e i potenziali trattamenti per l'hikikomori, e sottolinea i criteri diagnostici per la sindrome da isolamento sociale identificata dal governo giapponese:

  • Stile di vita incentrato sulla casa
  • Incapacità o riluttanza a frequentare la scuola o il lavoro
  • Sintomi che persistono per più di 6 mesi

Inoltre, l’Istituto di Fisiologia Clinica del Consiglio di Pisa ha evidenziato delle caratteristiche che potrebbero essere utili per identificare gli hikikomori. Pur essendo un disturbo eterogeneo, risulta essere più diffuso nei soggetti che presentano alcune delle seguenti caratteristiche: avere un'età compresa tra i 14-30 anni, essere maschio (nel 90% dei casi), essere figlio unico di una famiglia di estrazione sociale medio-alta, nella quale solitamente è assente uno dei genitori, più comunemente il padre.

Le cause della sindrome di hikikomori

Siamo in una società in cui si tende a semplificare e si vuole attribuire il ritiro sociale alla pigrizia, alla malattia o ai videogiochi. Sono tutti pregiudizi molto gravi che producono interventi sbagliati e anche l'aggravamento del problema.

Le osservazioni fatte sulle famiglie dell'associazione hanno rilevato che si tratta invece di un fenomeno multifattoriale, che nasce da una combinazione di fattori individuali, familiari e sociali.

Secondo Hikikomori Italia, ci sono alcune cause importanti per lo sviluppo di questo fenomeno: bullisimo, sopraffazione, alte aspettative da parte degli adulti. La scuola è il primo luogo che può aiutarci ad identificare i primi campanelli di allarme, in quanto è il luogo in cui il giovane può essere maggiormente esposto di bullismo e pressione sociale.

Inoltre, il ragazzo può incontrare pressioni accademiche e sociali se appartiene a una famiglia con alte aspettative o attraversare una particolare esperienza traumatica, come una malattia o la perdita di una persona cara.

In generale la percezione che un/a giovane hikikomori ha è quella di non riuscire a rispondere a tutte le richieste della famiglia e del mondo esterno con l’impossibilità di gestire la pressione sociale e il confronto con il mondo esterno. Stare nella relazione con l’altro diventa troppo difficile, fino a sottrarsi allo stress della lotta e della competizione, chiudendosi in sé stesso/a e nella in solitudine.

Cosa fare se si sospetta un caso di hikikomori

È sempre utile quindi cogliere i primi segnali di disagio legati all’isolamento dei più giovani, non sottovalutando le richieste di aiuto e promuovendo momenti di ascolto, di dialogo e incoraggiando le occasioni di relazioni soprattutto con pari.

Attualmente ci sono diverse organizzazioni che si possono contattare quando si cerca di aiutare un giovane hikikomori. L'associazione Hikikomori Italia è una delle risorse che offre consigli e supporto, oltre che informazioni sulla tematica.

All’interno del sito web dell'Associazione è possibile trovare anche Hikikomori Italia Genitori ONLUS che può fornire supporto ai genitori di giovani con Hikikomori e aiutarli a superare questi momenti difficili, nonché un gruppo Facebook dedicato.

Per approfondire:

Se da un lato emergono le conseguenze negative di una sovraesposizione al digitale, dall’altro ci sono anche quelle dell’essere esclusi dalla dimensione online, se non si ha accesso alla rete o si è privi di competenze. Sfoglia la XIV edizione dell’Atlante dell’infanzia a rischio in Italia in cui dati, mappe e interviste fotografano il bisogno di protezione per i più giovani mentre affrontano le “opportunità rischiose” della rivoluzione digitale in un’Italia che sconta ancora ritardi e carenze sulla strada per la transizione digitale. 

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