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Hotspost sovraffollato a Lampedusa: le condizioni critiche dei minori

bambino con maglietta nera e zaino sulle spalle accanto ad operatore Save the Children

Tornano a essere estremamente critiche le condizioni all’hotspost di Lampedusa, soprattutto per i più vulnerabili, come i minori, cui non può essere garantito il rispetto dei diritti fondamentali e la risposta adeguata alle specifiche esigenze. Nello specifico, all’interno dell’hotspot sovraffollato non viene garantita un’adeguata distribuzione di beni di prima necessità.

Le condizioni di sovraffollamento nell’hotspot 

Dopo gli ultimi sbarchi del fine settimana di Pasqua, la struttura di Contrada Imbriacola a Lampedusa, al momento ospita oltre 1.600 persone, di cui almeno 100 bambini con le famiglie, tra cui molti neonati, e circa 350 minori non accompagnati. Gli spazi dedicati all’accoglienza, i servizi e il personale predisposto risultano insufficienti e inadeguati, soprattutto quando i numeri dei presenti superano la capacità ricettiva del centro, condizione ricorrente e di fatto prevedibile. 

A destare preoccupazione, ancora una volta, sono anche le condizioni igienico-sanitarie dell’hotspot, che continuano a rimanere estremamente critiche, questo perché la maggior parte dei bagni risulta inaccessibile, sporca, ostruita e allagata, oltre che numericamente insufficiente e non differenziata per genere.

Molte persone, tra cui madri con bambini e minori sotto i 14 anni, sono state di nuovo costrette a dormire all’aperto su materassi sporchi e logori, senza lenzuola o coperte, in mezzo a rifiuti di vario genere, nonché in totale promiscuità con uomini adulti.

Carenze e ritardi nell’hotspot

Questa situazione è ormai strutturale ed è necessario un intervento urgente per garantire la separazione tra adulti e minori nonché uomini e donne all’interno del centro e il rafforzamento della prima accoglienza dei minorenni e dei nuclei familiari, in modo che possa essere velocizzato il trasferimento dall’hotspot, dove peraltro le persone non dovrebbero poter rimanere per più di 48 ore.

All’interno dell’hotspot si continuano a osservare gravi carenze e ritardi nell’erogazione di beni e servizi, nello specifico dei bisogni primari quali vestiario adeguato all’età e alle condizioni metereologiche, nonché l’accesso alle cure mediche. Niccolò Gargaglia, Responsabile dell’Area Protezione e Inclusione Minori Migranti, ci racconta la situazione attuale dall’hotspot di Lampedusa: “Tra gli oltre 450 minori attualmente ospitati nella struttura, molti non stanno ricevendo beni di prima necessità adeguati e hanno ancora i vestiti con i quali sono arrivati sporchi di sale. Save the Children è presente in hotspot per garantire assistenza e orientamento ai minori soli e ai nuclei familiari fin dal primo momento dell’arrivo”. 

Cosa chiediamo 

Ancora una volta, ribiamo che devono essere velocizzate le procedure amministrative e logistiche di trasferimento delle persone dall’isola, dando priorità a minorenni soli e sotto i quattordici anni e nuclei familiari (mamma-bambino), anche attraverso la previsione di navi per trasferimenti giornalieri almeno per tutto il periodo estivo. È necessario incrementare le risorse umane deputate a gestire un’adeguata accoglienza delle persone presenti, prevedendo la definizione di risorse professionali e logistiche secondo scenari modulari.

Al contempo, evidenziamo il bisogno di rafforzare i meccanismi di approvvigionamento dei beni essenziali e la loro distribuzione, nonché l’erogazione dei servizi di pulizia e smaltimento dei rifiuti, così come quello di finalizzare il ripristino e il regolare funzionamento dei moduli abitativi e dei servizi igienici al fine di rendere il centro pienamente funzionale. È infine necessario potenziare il supporto sanitario alle persone all’interno dell’hotspot e predisporre un presidio pediatrico a tutela dei minorenni con particolare attenzione ai neonati e agli infra-quattordicenni.

Per approfondire leggi il comunicato stampa. 

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