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Migranti uccisi in Libia: inaccettabili trasferimenti e ritorni nel Paese

bambini migranti di spalle seduti davanti al mare

Intercettati in mare e riportati a terra, 3 migranti sono stati uccisi e altri due feriti, dalla Guardia Costiera Libica. Questo episodio è l’ennesima dimostrazione delle violenze, degli abusi e delle gravissime violazioni dei diritti umani di cui uomini, donne e bambini continuano a essere vittime in Libia per mano delle autorità locali.

La Libia non è un porto sicuro

La Libia non è un porto sicuro e le persone che vengono riportate lì sono condannate a soprusi e torture inimmaginabili.

Dall’inizio dell’anno circa 5 mila persone sono state intercettate in mare dalla Guardia costiera libica e riportate indietro. Queste persone rischiano di essere messe in detenzione arbitraria, abusate, torturate o vendute come schiave.

Bisogna porre immediatamente fine ai trasferimenti e ai ritorni dei migranti in Libia e non bisogna sostenere e incoraggiare in alcun modo queste operazioni illegali. L’incolumità delle persone, specie dei minori, non può essere messa in nessun modo in pericolo dal rinvio in un Paese dove per loro è altissimo il rischio di subire torture, violenze o abusi.

*immagine di repertorio

Per approfondire leggi il comunicato stampa.

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