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Minori migranti: cosa si intende quando si parla di vie sicure?

Molti di noi ricorderanno ancora il giorno in cui sono andati a scuola da soli per la prima volta. La strada da fare sarà stata sicuramente poca, ma da bambini non sapevamo misurare le distanze e anche se per un piccolo tragitto, ci sarà voluto tanto coraggio.

Quando ascoltiamo le storie dei bambini soli che incontriamo in frontiera o di passaggio nel nostro paese, è impossibile mettersi nei loro panni, non c’è esperienza della nostra infanzia a cui guardare per provare a comprendere ciò che provano.

Devono percorrere chilometri, attraversare frontiere per scappare da guerre e miseria. Anche se sono solo bambini, hanno visto e vissuto cose che noi non possiamo nemmeno immaginare e sanno già che restare nel proprio paese è un’opzione peggiore che scappare.

Un viaggio pieno di pericoli

Solo nel 2016 più di 25.800 bambini e adolescenti, anche molto piccoli, sono arrivati da soli via mare in Italia, più del doppio rispetto al 2015, quando erano 12.360, e tantissimi hanno perso la vita nel tentativo di attraversare il Mediterraneo per cercare la felicità e l’unico futuro possibile in Europa.

Fuggono dal proprio paese di origine a causa di guerre, violenze e povertà ma prima di essere migranti, i minori che raggiungono le nostre coste sono bambini, ragazzi e ragazze.

Quando un bambino inizia il viaggio si trova a dover affrontare molti pericoli. Il primo è rappresentato dai trafficanti che si fanno pagare a caro prezzo il viaggio per attraversare poi il mediterraneo, fra tutte la rotta più pericolosa. Infine, quando arrivano in Europa, i pericoli non sono finiti.

Nel migliore dei casi si ritrovano senza niente, in un sistema di accoglienza nel quale il numero di posti non è adeguato e non sono garantiti gli standard qualitativi di vita. Nel peggiore dei casi, possono finire in mano alle mafie locali o sparire nel nulla.

Nel 2016, Europol ha comunicato un dato allarmante: 10 mila minori stranieri sono spariti in Europa. Questo significa che ogni ora un bambino scompare. Alcuni finiscono in famiglie senza che le autorità siano informate, altri, purtroppo, finiscono in organizzazioni che gestiscono il traffico di persone.

Come proteggere i bambini che viaggiano da soli

Vogliamo porre fine a questa situazione, nessun bambino dovrebbe vivere esperienze del genere. Nessuno dovrebbe rischiare la vita in mare.

Con la campagna #NonFarloSparire abbiamo voluto ribadire l'importanza dell'approvazione al Senato del Disegno di Legge che interviene sugli aspetti fondamentali per la vita dei minori migranti che arrivano in Italia senza genitori o adulti di riferimento: dalla procedura per accertare la minore età agli standard dell’accoglienza; dalla promozione dell’affido familiare alla figura del tutore, dalle cure sanitarie all’accesso alla istruzione, tutti tasselli fondamentali di una buona integrazione.

Chiediamo, inoltre, vie sicure e legali per tutti i bambini costretti ad intraprendere un viaggio di questo tipo. In questo modo nessun minore sarà più costretto a rischiare la vita dopo essere scappato da povertà e guerre.

Esistono molte vie sicure, le più importanti sono:

  • la riunificazione con altri familiari che vivono in Europa. Uno dei punti fondamentali della Disegno di Legge è l’assoluta priorità data al diritto per i minori ad avere una famiglia, per questo motivo l'articolo 6 riguarda le indagini familiari e le nuove proposte in merito al tema dei ricongiumenti familiari e dell'istituto dell’affido;
  • la ricollocazione dei migranti in altri paesi dell’Unione Europa. Se un migrante si trovasse in un campo per rifugiati di un paese membro potrebbe in questo modo chiedere asilo in altri paesi;
  • il reinsediamento dei rifugiati, definito dall’UNHCR come la selezione e il trasferimento di rifugiati da uno stato in cui hanno chiesto protezione a un terzo che li ammetta, con uno status di residenza permanente;
  • l’ammissione nei paesi di destinazione per motivi umanitari.