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Poesia in Rap, la sfida di Angelo per illuminare il suo futuro

“Oggi ciò che manca di più nella nostra realtà è lo spazio. Uno spazio fisico ma anche mentale, che significa possibilità, futuro e speranza”. Sono le parole di Giorgia, una ragazza di 17 anni che così racconta, a Save the Children, la sua vita nella periferia di una grande città.

Le periferie urbane sono diventate le vere città dei bambini, i luoghi dove si concentra il maggior numero di minori in Italia. Per le difficoltà di connettersi fisicamente e culturalmente con il resto della città sono, in molti casi, un “circuito chiuso”, come ci dice un altro ragazzo. Le politiche urbane sono troppo spesso distanti anni luce dai bisogni sociali ed educativi.

Questa estraneità produce effetti disastrosi, perché la povertà di spazi può arrecare ai bambini più danni della stessa povertà economica. È proprio dalle periferie che occorre dunque ripartire per trasformare gli ambienti di vita dei bambini e dei ragazzi i quali – tutti – per crescere hanno bisogno di spazi puliti per il gioco e lo sport, di scuole accoglienti e che non cascano a pezzi, di aree verdi curate, di biblioteche, teatri e sale musica: per imparare ad apprezzare la bellezza, mettersi alla prova, scoprire i propri talenti e fare sogni per il futuro.

È possibile tutto questo? Noi siamo convinti di sì. Ne troviamo conferma ogni giorno nei “Punti Luce”, i centri socio educativi che a Torre Maura a Roma così come in tante altre realtà abbiamo attivato, assieme ad associazioni locali, per trasformare i quartieri periferici in “comunità educanti” in grado di accompagnare i bambini ed i ragazzi nella loro crescita, cogliendo il loro punto di vista come una bussola per riorientare le politiche pubbliche, a partire da quelle di sviluppo e riqualificazione urbana.

La “comunità educante” si fonda sulla messa in rete di tutte le agenzie educative, formali ed informali, che sono presenti su un territorio. L’esperienza ci dice che, mettendosi insieme, queste diventano una grande risorsa di resilienza, riescono a contrastare efficacemente le paure, i venti di cinismo e di chiusura che soffiano oggi così forte, e sono in grado di produrre risultati straordinari.

Qualche volta, due più due non fa quattro, ma molto di più. Questo è uno di quei casi. Angelo è uno dei molti adolescenti della “comunità educante” generata intorno al Punto Luce di Torre Maura, a Roma, questa è la sua storia.

 

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