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Rohingya: bambini rifugiati chiedono maggiore libertà di movimento

bambini rohingya nei campi di Cox's Bazar in Bangladesh

Aumentano sempre di più il numero degli arrivi nei rifugi temporanei indonesiani, al punto che riceviamo richieste specifiche: le bambine e i bambini rifugiati Rohingya costretti a fuggire dal Bangladesh e dal Myanmar chiedono alle autorità indonesiane maggiore libertà di movimento per lasciare i rifugi temporanei sovraffollati. 

Rohingya: bambini chiedono libertà

Il mese scorso, i nostri operatori insieme ad un'organizzazione partner locale, hanno consultato i bambini che vivono in due campi profughi ad Aceh, la provincia più occidentale dell'Indonesia. Dal confronto è emerso che bambine e bambini avrebbero voluto "più libertà di movimento" e la possibilità di "uscire dal campo". Inoltre, hanno sottolineato che, vivendo nei campi di Aceh, le loro principali preoccupazioni, sono avere dei vestiti, un posto dignitoso dove vivere e la possibilità di studiare in un ambiente sicuro.

L'anno scorso 4.500 rifugiati Rohingya disperati, di cui circa più di un terzo erano bambini, si sono imbarcati in pericolosi viaggi in mare, con un aumento del 22% rispetto all'anno precedente, secondo l'agenzia ONU per i rifugiati UNHCR. Si stima che circa 569 rifugiati sono stati dichiarati morti o dispersi durante il loro viaggio in mare, il numero più alto dal 2014, quando si raggiunsero le 730 persone.

Le violenze e la crisi migratoria dei Rohingya 

Da novembre, sono almeno 1.700 i rifugiati Rohingya, di cui oltre il 70% donne e bambini, sbarcati ad Aceh e a Nord Sumatra, con i campi sempre più sovraffollati.

A causa della crisi migratoria che l'anno scorso ha visto migliaia di Rohingya cercare di fuggire dal Bangladesh e dal Myanmar, in Indonesia i bambini Rohingya e le loro famiglie hanno subito anche violenze fisiche, con l'aumento delle tensioni nel sud-est asiatico. A dicembre più di 100 studenti indonesiani hanno sfondato le linee della polizia, hanno aggredito fisicamente i rifugiati Rohingya, li hanno costretti a salire su dei camion e li hanno portati all'ufficio immigrazione chiedendo che venissero espulsi.
Riportiamo la testimonianza di Imran, un ragazzo Rohingya di 14 anni,  rifugiato in un campo di Aceh. Ha trascorso circa 4 settimane in mare quando la barca su cui si trovava ha esaurito le provviste tre giorni prima di sbarcare in Indonesia. "Ero preoccupato e lo erano anche tutte le persone a bordo. Nella nostra barca non c'era più molto cibo". Il sogno di Imran è quello di studiare all'università e di diventare medico, avvocato o di lavorare per un'organizzazione non governativa. 

Le bambine e i bambini Rohingya sbarcati in Indonesia sono incredibilmente spaventati dopo i viaggi che hanno dovuto affrontare e hanno un disperato bisogno di assistenza per sopravvivere e ricevere protezione. 

Il nostro intervento

Le nostre operazioni si sono concentrate in due campi che ospitano rifugiati Rohingya ad Aceh, dove abbiamo allestito spazi sicuri per bambini dove possono giocare e riprendersi con il supporto del partner locale, la Fondazione Geutanyoe, ma le condizioni di vita anguste e la necessità di ulteriori rifugi rimangono. Altre attività che mirano a sostenere i bambini Rohingya ad Aceh includono lo sport, la visione di film e il “body mapping”, un'attività creativa in cui i bambini sono incoraggiati a disegnare immagini, simboli e parole che rappresentano le esperienze vissute.

Siamo una delle principali Ong internazionali che operano nei campi di Cox's Bazar in Bangladesh. Dal 2017 ha raggiunto circa 600 mila rifugiati Rohingya, tra cui più di 320 mila bambini. Chiediamo alla comunità internazionale di incrementare i contributi economici e ad assicurare che il piano di risposta umanitaria per i rifugiati Rohingya sia completamente finanziato. Chiediamo ai governi di valutare anche le possibilità di reinsediamento in Paesi terzi e ai governi del Bangladesh e della regione di aumentare le opportunità di lavoro e di istruzione per i rifugiati. 

Per approfondire leggi il comunicato stampa

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