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Siccità e ondate di calore: quale futuro per i bambini?

Immagine di un lago quasi secco in Somalia, una piccola pozza di acqua è circondata da terra quasi del tutto desertificata

Come ci stiamo rendendo conto in questi giorni, i fenomeni estremi legati all’aumento delle temperature non risparmiano, e non risparmieranno nemmeno in futuro, le regioni italiane.

Secondo il Consiglio nazionale delle ricerche, infatti, una percentuale fra il 6% e il 15% della popolazione italiana vive ormai in territori esposti a una siccità severa o estrema.

Riflettendo su questi dati, sembrerebbe che “per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l'acqua dal rubinetto non può più essere così scontata” ha dichiarato il presidente dell'Associazione nazionale dei Consorzi di bonifica e irrigazione (Anbi), Francesco Vincenzi. [1]

Siccità in Italia: risorse idriche e rischio desertificazione

La scarsità di pioggia (-61% nel bacino del Po e dell’Appennino) e neve (-53% sull’arco alpino) dell’ultimo inverno rispetto alla media degli ultimi 10 anni preannuncia così quella che rischia essere l’estate più calda e secca di sempre, dopo il pericoloso assaggio di un’Italia inaridita nel 2022.

Ricordiamo tutti le immagini impressionanti dello scorso anno che mostravano il Po, l’Adige e il Brenta in secca, per cui erano 70 anni che non si presentavano in quello stato. 

I modelli climatici prevedono tra il 2011 e il 2095 una diminuzione delle precipitazioni soprattutto nelle regioni meridionali, nelle quali la disponibilità di acqua potrebbe essere fortemente a rischio in futuro. Secondo le mappe della Commissione Europea, World Atlas of Desertification (presenti all’interno del nostro Atlante dell’Infanzia a Rischio 2021), anche la desertificazione si presenta come un rischio concreto a livello nazionale.

Già nel 2015, il World resources institute allertava che nel 2040 l’Italia si sarebbe trovata in una situazione di elevato stress idrico. Le cause di questa siccità sono da ricercarsi in primis, senza dubbio, nel cambiamento climatico: basti pensare che all’aumento di un grado della temperatura terrestre corrisponde una riduzione del 20% della disponibilità delle risorse idriche.

Le ondate di calore eccessivo

Per quanto riguarda il contesto italiano, negli ultimi vent’anni, la probabilità di eventi estremi è aumentata del 9%. Già oggi i centri urbani sperimentano temperature più elevate anche di 5-10°C rispetto alle aree rurali circostanti (CMCC 2020). [2]

Ma la situazione è molto grave in tutto il pianeta. In base agli impegni presi dai Paesi per contenere l’innalzamento della temperatura, a livello mondiale i bambini nati nel 2020 saranno esposti alle ondate di calore eccessivo in media sette volte in più rispetto ai loro nonni. I neonati di oggi saranno anche 2,6 volte in più colpiti dalla siccità e quasi 3 volte in più dalla perdita di raccolti. Alla luce di questi dati, come sottolineato dal nostro rapporto “Nati in crisi climatica: Perché dobbiamo agire subito per proteggere i diritti dei bambini”, anche se l’86% delle emissioni globali di CO2 è responsabilità dei paesi più ricchi, i bambini che vivono in quelli a basso e medio reddito e nelle comunità più svantaggiate saranno colpiti prima e più pesantemente.

Consapevolezza e eco-ansia

 La maggiore consapevolezza dei più giovani verso il tema della crisi climatica, sfocia in alcuni di loro in vera e propria eco-ansia. In Italia il 21,3% dei minorenni vive in città inquinate.

Abbiamo raccolto le testimonianze di molti giovani spaventati per il futuro, dei molti che chiedono che fosse presente un’educazione ambientale nelle scuole e di tanti altri che sentono l’urgenza di dover fare qualcosa ora, prima che sia troppo tardi.

Molti dei giovani intervistati provano frustrazione nel percepire la mancanza di interventi da parte del governo, dell’economia e degli adulti, e hanno raccontato l’impatto che questo sta avendo sulla loro salute mentale: “L’unica cosa a cui riesco a pensare è la paura” ha detto un ragazzo italiano di 17 anni. Puoi saperne di più su Crisi climatica e disuguaglianze: il punto di vista dei giovani .

Leggere la sfida ambientale e la crisi climatica nell’ottica dei diritti dell’infanzia significa riconoscerla come crisi intergenerazionale, i cui effetti colpiscono in misura maggiore le giovani generazioni presenti e future che meno hanno contribuito a generala. Unisciti a noi per proteggere il nostro Pianeta e il futuro dei bambini, scopri cosa stiamo facendo per la Crisi climatica e ambientale.

Un cambiamento ancora possibile

Ma invertire l’andamento è ancora possibile. Se si riuscirà a limitare l’innalzamento della temperatura a 1,5 gradi come sancito dall’obbiettivo dell’Accordo di Parigi, l’esposizione dei neonati attuali a alle ondate di calore eccessivo diminuirà del 45%, del 39% per la siccità, del 38% per le inondazioni dei fiumi, del 28% per la perdita dei raccolti e del 10% per la devastazione degli incendi. La crisi climatica è, di fatto, anche una crisi dei diritti dei bambini. L’impatto del cambiamento climatico, infatti, può impedire a bambine e bambini l'accesso al cibo, all’acqua, all'assistenza sanitaria e all'istruzione, mettendo a forte rischio le loro vite e il loro futuro. Firma la nostra petizione per chiedere al Governo di adottare subito misure concrete.

Agire per contrastare questi fenomeni non è solo un obbligo morale ma anche un obbligo legale per i Paesi di agire nell’interesse e nella difesa dei bambini e delle bambine. 

Note:

[1] Asvis.it
[2] Policy paper "Ambiente e clima"
 

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