Tagli aiuti umanitari: in Somalia 55mila bambini a rischio

Aisha Majid/Save the Children

A causa dei tagli agli aiuti umanitari saremo costretti a chiudere i centri di assistenza in Somalia. Quale sarà la conseguenza di tutto questo? Almeno 55mila bambini sostenuti nei nostri progetti in Somalia, perderanno l'accesso ai servizi nutrizionali salvavita entro giugno.

I tagli agli aiuti, i continui sfollamenti dovuti agli attacchi dei gruppi armati, e le precipitazioni inferiori alla media stanno aggravando la situazione umanitaria dei bambini in Somalia.

Somalia: tagli ai fondi mettono a rischio i bambini

Secondo i dati della Food Security and Nutrition Analysis Unit, quest'anno in Somalia 1,8 milioni di bambini affronteranno la malnutrizione acuta e 479mila la malnutrizione acuta grave che, se non curata può essere letale.

“Se il nostro centro chiude, bambini come questi saranno messi in grave pericolo. Non c'è nessun altro posto dove possano andare”, ha dichiarato il dottor Mustafa Mohammed, che lavora in un centro di stabilizzazione che sosteniamo a Baidoa.

Ma i tagli agli aiuti umanitari annunciati all'inizio del 2025, provocheranno a giugno l’interruzione dei servizi di più di un quarto delle strutture sanitarie e nutrizionali sostenute nel Paese: parliamo del 27% dei servizi di assistenza.

centri al collasso, cure a rischio

Nel centro di stabilizzazione a Baidoa, particolarmente colpita dalla siccità e dal conflitto, ai bambini con malnutrizione acuta grave vengono somministrate flebo idratanti e latte arricchito con vitamine e una pasta di arachidi, ricca di proteine. Oltre il 95% dei bambini ricoverati nel centro si riprende dopo il trattamento. Ma altre strutture sono state costrette a chiudere e il numero di famiglie che vi si rivolgono per le cure sta continuando ad aumentare ed entro la fine della stagione delle piogge, a giugno, si prevede che le nostre cliniche a Baidoa arriveranno al limite.

La zona, inoltre, attualmente ospita circa 800mila sfollati interni. Come Fatima, 25 anni, che vive in un campo sfollati a Baidoa. È fuggita dal suo villaggio dopo che una lunga siccità ha danneggiato i raccolti della famiglia e ucciso il bestiame, lasciando lei e suo marito senza alcun mezzo per sfamare i propri figli. Di recente, un nostro operatore ha diagnosticato a suo figlio, Fardowso, di un anno, una grave malnutrizione acuta: il bambino ha ricevuto tutte le cure, i farmaci e gli alimenti ad alto contenuto nutritivo necessari presso il centro e ora sta iniziando a recuperare peso e a riprendersi.

“Se non potessimo ricevere medicinali e supporto nutrizionale qui, non avremmo altra scelta che assistere inermi alla morte dei nostri figli – ha dichiarato Fatima - Qui non ci sono altri servizi, quindi non potremo fare altro che veder peggiorare progressivamente le loro condizioni”.

Il nostro intervento

“In comunità come Baidoa, stiamo facendo di tutto perché i servizi salvavita e i nostri programmi nutrizionali restino aperti il più possibile, ma non riusciremo a farlo all'infinito. Se non si trovano fondi, ci saranno conseguenze mortali per i bambini, anche perché questi tagli si stanno combinando con gli effetti di anni di siccità ricorrente e scontri politici. Non fornire i fondi che possono aiutare a prevenire la fame estrema è una scelta politica, ma deve essere cambiata prima che sia troppo tardi per milioni di bambini in Somalia”. ha dichiarato Mohamud Mohamed Hassan, Direttore di Save the Children per la Somalia.

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Operiamo in Somalia e Somaliland dal 1951 e abbiamo programmi in tutto il Paese a sostegno delle esigenze sanitarie, educative e alimentari dei bambini. Lo scorso anno abbiamo raggiunto 3,2 milioni di persone, tra cui 1,9 milioni di bambini.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa

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