Testimonianza da Gaza: il devastante impatto della guerra sui bambini
La testimonianza di Becky Platt, infermiera pediatrica in un ospedale da campo a Gaza che racconta l'impatto devastante della guerra sui bambini della Striscia.
La testimonianza di Becky Platt, infermiera pediatrica in un ospedale da campo a Gaza che racconta l'impatto devastante della guerra sui bambini della Striscia.
A quasi 300 giorni dall'inizio della guerra a Gaza, gli attacchi alle “zone sicure”, gli ordini di trasferimento incessanti e le morti degli operatori umanitari paralizzano la fornitura di aiuti. Senza l'accesso all'assistenza si continuerà a perdere vite umane.
Assistiamo da quasi 10 mesi alla terribile guerra a Gaza. Secondo il Ministero della Sanità, almeno 84 persone sono state uccise in un giorno a Khan Younis, tra cui 24 bambini. Tutto questo non può essere normalizzato.
Le condizioni dei bambini palestinesi nelle carceri israeliane stanno peggiorando: ci hanno raccontato che stanno affrontando fame e abusi, inclusa la violenza sessuale e la diffusione di malattie infettive.
A Gaza alcune donne incinte si auto-inducono il travaglio per evitare di partorire durante la fuga. Il conflitto dura da nove mesi e a Gaza sono nati 50 mila bambini, con molte donne che hanno partorito in condizioni traumatiche.
Nuovi dati IPC diffusi oggi mostrano che bambini nella Striscia di Gaza stanno affrontando fame e malnutrizione. Quasi l’intera popolazione della Striscia di Gaza, il 96% degli abitanti, sta combattendo contro una grave carenza di cibo.
Gaza è diventata un cimitero di bambini, con migliaia di dispersi il cui destino è sconosciuto. Si stima che almeno 21 mila bambine e bambini siano dispersi nel caos della guerra a Gaza mentre un numero imprecisato si trova in fosse comuni.
I bambini palestinesi sfollati in Egitto per fuggire da Gaza sono tormentati da incubi e ansia. La guerra a Gaza ha un forte impatto sulla salute mentale dei bambini: serve aumentare il sostegno alla salute mentale e al supporto psicosociale.
Da quando le forze israeliane hanno emesso ordini di trasferimento il 6 maggio migliaia di bambini e famiglie sono in fuga da Rafah, ma non c’è più spazio e le “zone umanitarie” sono senza acqua e con servizi igienici limitati.