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Yemen: i bambini chiedono la pace

Bambini e ragazzi seduti in linea su scalini con dietro sul muro fiori dipinti da loro

In Yemen si assiste ad una delle più grandi crisi umanitarie al mondo, uno dei luoghi più pericolosi per essere bambini e vivere un’infanzia serena. Ma dal 2 aprile, le parti in conflitto in Yemen hanno iniziato una tregua, che per le bambine e i bambini ha avuto un significato importante, un periodo in cui, per la prima volta, si sono sentiti fiduciosi per il loro futuro.

Secondo i dati del Civilian Impact Monitoring Project, il numero di vittime tra i bambini è diminuito significativamente. Tra febbraio e marzo, 50 bambini sono stati uccisi o feriti nella guerra in Yemen rispetto ai 18 durante la tregua, con una diminuzione di quasi il 65%. A gennaio, invece, che è stato il mese più letale in Yemen quest’anno, sono stati uccisi o feriti 136 bambini, un numero di vittime sette volte maggiore rispetto ai due mesi di tregua. 

La voce della speranza 

I bambini di Taiz e Sana'a, hanno raccontato ai nostri operatori come la tregua ha influito positivamente sulla loro vita e cosa si augurano dai futuri colloqui di pace. Riportiamo alcune delle testimonianze più significative:

"La parola ‘distruzione’ riassume bene la mia vita durante la guerra. Tutto è stato distrutto durante la guerra, le scuole e le case e ho perso mio zio e mio cugino. È essenziale che la tregua continui perché vogliamo vivere in sicurezza, non vogliamo bombardamenti e paura. Vogliamo vivere una vita sicura e felice ma se scivoliamo di nuovo nella guerra vivremo nella paura, proprio come negli ultimi anni". Queste sono le parole di Maya*, 10 anni, che oltre a portare con sé un forte shock, ha avuto gravi complicazioni di salute dopo essere stata colpita da alcune schegge al braccio sinistro, alla schiena e allo stomaco. 

"Ho paura che uno dei miei amici venga ferito e questo mi rende sempre ansioso. Vorrei che le parti in guerra rinnovassero la tregua e smettessero di combattere, mettendo fine ai bombardamenti e al resto. Vorrei dire a chi è al potere: ‘per favore, lasciate che ci sia la pace’ ". Ammar, 11 anni. È stato ferito da alcune schegge a Taiz, quando una granata è esplosa fuori casa sua, mentre giocava con i suoi amici. Per lui la pace in Yemen significherebbe la libertà di giocare, imparare ed essere semplicemente bambini senza temere di essere colpiti. 

Le 5 proposte di pace

Oltre alle testimonianze di Maya e Ammar, abbiamo raccolto le richieste e le proposte di altre bambine e altri bambini. Un gruppo di 20 bambini si è adoperato per mettere sul piatto le loro proposte su come riportare la pace nello Yemen. Hanno formulato 5 raccomandazioni che chiedono siano prese in considerazione dai decisori e dai negoziatori nell'ambito dei colloqui di pace attualmente in corso tra le parti in conflitto:

  • Rinnovare l'attuale accordo di tregua per un periodo di tempo indefinito;
  • Considerare la tregua come il primo passo per porre fine alla guerra nello Yemen; 
  • Eliminare i blocchi stradali e consentire la libera circolazione delle persone e dei beni commerciali all'interno e tra i governatorati;
  • Sostenere gli sforzi per identificare e rimuovere le mine e i residuati bellici inesplosi;
  • Includere i bambini in tutti i futuri colloqui di pace

Le bambine e i bambini hanno diritto di essere ascoltati e di venire coinvolti nelle decisioni che riguardano il loro futuro ed il futuro del loro Paese. “Gli ultimi due mesi di pace hanno acceso una nuova speranza di porre fine alle indicibili sofferenze di milioni di bambini in Yemen. È nostro dovere di adulti proteggere questi bambini, ascoltarli e assicurarci che abbiano la possibilità di vivere una vita libera dalla violenza e dalla guerra", ha dichiarato Rama Hansraj, Direttore di Save the Children per lo Yemen

Per approfondire leggi il comunicato stampa.

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