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3 manifesti contro la guerra

tre manifesti iniziativa

Oggi a New York abbiamo partecipato ad un’azione dimostrativa, che ricalca quella messa in scena nel film in nomination agli Oscar “Tre manifesti a Ebbing, Missouri”, per richiamare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sul conflitto in Siria e chiedere di votare a favore della fine immediata delle ostilità per permettere l’ingresso degli aiuti umanitari in tutte le zone della Siria che ne hanno disperato bisogno.

I tre manifesti portavano dei messaggi ben precisi verso le Nazioni unite: “500.000 morti in Siria / E ancora nessun’azione? / Com’è possibile, Consiglio di Sicurezza?”. 

Oggi il Consiglio di Sicurezza è infatti chiamato a votare una risoluzione che ha come obiettivo quello di mettere fine alle ostilità e all’assedio in zone del paese come il Ghouta orientale, dove da domenica scorsa più di 300 persone sono state uccise dal governo siriano e dalle forze alleate e oltre 20 cliniche mediche sono state colpite dai bombardamenti. La risoluzione impedirebbe inoltre ulteriori attacchi indiscriminati da parte dei gruppi armati di opposizione nella città di Damasco, dove almeno 15 persone hanno perso la vita a partire da domenica.

"La situazione a Ghouta è catastrofica: stanno perdendo la vita così tante persone che non riusciamo più a tenere il conto dei morti. Non ci sono parole per descrivere l’orrore a cui stiamo assistendo. Le famiglie sono rintanate nei seminterrati terrorizzate dagli attacchi aerei e dai bombardamenti” ha spiegato Hamza, un medico della Syrian American Medical Society (SAMS) impegnato nel Ghouta orientale.

A causa della mancanza di cure mediche e delle condizioni di vita precarie, inoltre, dilagano malattie della pelle come la scabbia, mentre continuano a diffondersi le malattie croniche.

"Ho ricevuto in cura una ventenne che ha pronunciato le sue ultime parole appena 3 ore fa” ha raccontato Hamza. “Era incinta di sette mesi e non siamo riusciti a salvarla. C’è un’enorme carenza di medicine e attrezzature per fornire trattamenti ai pazienti a Ghouta. Nessuna delle persone uccise è un target militare: sono tutti civili”.

Il rifiuto di consegnare i rifornimenti medici impedisce ai dottori di adempiere ai loro compiti. Farmaci da utilizzare in caso di traumi e attrezzatura chirurgica sono inesistenti e in Siria sono rimossi sistematicamente dai convogli umanitari senza alcuna giustificazione.

La recente ondata di violenza giunge all’apice di una delle peggiori crisi alimentari dall’inizio del conflitto in Siria, con il 12% dei bambini in età prescolare nell’Est di Ghouta che – secondo quanto riferiscono le Nazioni Unite – sono affetti da malnutrizione acuta.

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