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300 giorni per ridurre la mortalità infantile

A soli 300 giorni dalla scadenza degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (OSM), nonostante i numerosi progressi compiuti dal 1990 ad oggi, l’OSM 4 - che prevedeva la riduzione di due terzi della mortalità infantile entro il 2015 - non sarà raggiunto se non accelereremo gli sforzi e non combatteremo le disuguaglianze tra Paesi e all’interno dei Paesi stessi.

I gruppi di bambini più svantaggiati economicamente, socialmente e per etnia sono stati lasciati indietro rispetto ai loro coetanei più benestanti in più di tre quarti dei Paesi in via di Sviluppo. Fra questi bambini si registra, infatti, un incremento della mortalità infantile e delle differenze nelle condizioni di vita e salute rispetto ai coetanei con un migliore status socio-economico. Anche laddove l’obiettivo è stato raggiunto continuano a persistere alti livelli di mortalità a causa delle disuguaglianze esistenti. E’ il caso dell’Etiopia dove, nonostante il raggiungimento dell’OSM 4, si registrano ancora tassi di mortalità infantile alti in particolare tra i bambini più poveri e quelli che vivono nelle aree rurali rispetto a quelli benestanti o ai coetanei che vivono nelle zone urbane.  Il 2015 è un anno chiave per tirare le somme degli sforzi compiuti dai Governi per l’OSM 4 e per definire una nuova agenda di sviluppo equa ed implementabile, che possa superare i limiti registrati dagli OSM e porre fine alla povertà estrema entro il 2030.

A 300 giorni dalla scadenza degli OSM è necessario quindi che la comunità internazionale continui a impegnarsi per far sì che i progressi compiuti possano essere mantenuti e affinché i nuovi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, che sostituiranno gli OSM e saranno adottati a settembre dalle Nazioni Unite, esplicitino un forte impegno per la copertura sanitaria universale e raccolgano l’impegno dei leader mondiali per porre fine alla mortalità infantile, neonatale e materna per cause prevenibili entro il 2030 senza che nessuno sia lasciato indietro.