Decreto Sicurezza 2025: le novità della legge e le sfide per i diritti dei minori

Francesco Alesi per Save the Children

Il Decreto Sicurezza 2025 (D.L. n. 48/2025), convertito oggi definitivamente in legge, introduce un ampio pacchetto di norme riguardanti ordine pubblico, sicurezza urbana e giustizia penale. In un contesto sociale segnato da fragilità economiche e crescenti disuguaglianze, è fondamentale comprendere quale impatto queste misure potrebbero avere soprattutto sulle fasce più vulnerabili, come i minori e le madri con figli piccoli.

Madri detenute con figli minori di un anno: quali cambiamenti?

Un aspetto delicato riguarda le madri detenute con bambini minori di un anno.

Il decreto: abroga il differimento obbligatorio dell’esecuzione della pena per queste madri, una misura che finora ha tutelato il legame madre-figlio nei primi mesi di vita. Con le nuove norme il differimento dovrà essere valutato caso per caso.

Prevede che, in assenza di differimento, la detenzione avvenga preferibilmente in Istituti a Custodia Attenuata per Madri (ICAM), strutture pensate per accogliere madri con figli piccoli, ma non dice nulla in merito alla possibilità che i posti in ICAM non siano sufficienti. Ad oggi in Italia ci sono solo 5 ICAM.

Questa misura rischia di minare il principio di tutela dell’infanzia, sancito dall’art. 31 della Costituzione e dalla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Il carcere nei primi mesi di vita di un bambino ha effetti traumatici documentati, interferendo con lo sviluppo affettivo, relazionale e neurologico del neonato.

Sicurezza urbana: cosa cambia davvero?

Tra le principali novità dedicate alla sicurezza urbana che potrebbero avere un impatto sui più giovani, in particolare su chi si impegna in movimenti di protesta, anche pacifica, il decreto introduce la trasformazione in reato penale dell’impedimento alla libera circolazione: la condotta di bloccare strade o ferrovie diventa reato penale, non più solo illecito amministrativo.

Verso un modello di sicurezza più equilibrato

Garantire sicurezza è un’esigenza per molti cittadini, ma deve andare di pari passo con la tutela dei diritti fondamentali, l’attenzione alle vulnerabilità e l’investimento in strumenti di inclusione sociale ed educativa.

Per costruire una società più giusta e sicura, occorre un approccio che integri prevenzione, ascolto e protezione.

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