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Essere mamma in Mozambico: la storia di Tina

profilo di donna con fascia colorata sul capo, orecchino e collana color ora, indossa una maglietta a righe bianca e nera

Questa è la storia di Tina, una giovane mamma di 3 bambine, che vive insieme al marito in una comunità della Provincia della Zambezia, in Mozambico. Questa Provincia, localizzata al centro del Mozambico, è una delle più povere del paese con un’economia di sussistenza basata essenzialmente sull’agricoltura e sulla pesca. 

Abbiamo conosciuto Tina in un momento difficile, era infatti preoccupata per la salute della sua terza figlia, la piccola Ilda, fin dalla nascita: “Quando ho partorito, dal mio seno non è uscito molto latte e la mia bimba Ilda piangeva spesso. Dopo due mesi mio marito ha comprato il latte artificiale ed abbiamo provato a darglielo. All’inizio sembrava stare meglio, piangeva meno di prima, poi però ha iniziato ad avere frequenti diarree e a dimagrire. Ho provato a darle delle pappe a base di farina di mais ma la bambina non ha cambiato aspetto”.

I volontari di comunità contro la malnutrizione

Il supporto per Tina ed Ilda è arrivato grazie ai nostri volontari comunitari, formati su diversi temi sanitari tra cui la componente della nutrizione infantile. Questi volontari sono parte dei Comitati della Salute creati e formati dal nostro ProgettoKudziua – il Sapere dei Bambini in Zambezia”, finanziato dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, che ha l’obiettivo di sensibilizzare e insegnare buone pratiche di salute e nutrizione agli abitanti delle loro comunità. I volontari, attraverso la realizzazione di visite domiciliari, identificano i bambini e le bambine che soffrono di malnutrizione e li/le inseriscono nel programma di riabilitazione in coordinamento con le Unità Sanitarie locali. 

“Un giorno la signora Lucinda, un'attivista del Comitato per la salute, è venuta a trovarmi a casa. In quel momento stavo cucinando il porridge e mi ha chiesto come lo stessi facendo. Le ho spiegato che di solito lo cucino utilizzando la farina di mais con l’aggiunta di sale o zucchero, dipendendo dalla disponibilità. Lucinda mi ha detto che andava bene e mi ha suggerito di aggiungere anche altri prodotti per aiutare a migliorare la salute della bambina ". Tina racconta la prima visita domiciliare che ha ricevuto.

Oltre alle indicazioni nutrizionali, a Tina è stato consigliato di portare la piccola Ilda in ospedale per poterla sottoporre ad una visita medica e identificare le necessità appropriate per la sua situazione. Ad Ilda è stata confermata la diagnosi di malnutrizione, successivamente è stata inserita in un piano di riabilitazione nutrizionale che prevede visite di monitoraggio costanti e un’alimentazione appropriata.

L’importanza di una corretta alimentazione

Tina ha iniziato a imparare come includere nuovi prodotti alimentari nel porridge e garantire una varietà di nutrienti a sua figlia, come fagioli e pesce. "I volontari all’inizio mi facevano visita tutti i giorni, mi hanno detto di fare il porridge fortificato due volte al giorno. Al mattino lo facevo da sola e al pomeriggio venivano ad aiutarmi a farlo con un ingrediente diverso".

Con il supporto del nostro Comitato per la salute, Tina ha iniziato a vedere un miglioramento in sua figlia: “già dopo due settimane mia figlia ha iniziato ad aumentare di peso. Ora sono passati due mesi e la mia bambina sta bene. Voglio ringraziare Lucinda e Luseta che mi hanno aiutato molto e grazie a loro ora sono capace di aiutare anche altre famiglie insegnando quello che ho imparato. Mi auguro che il progetto possa raggiungere e continuare anche in altre comunità perché ci sono ancora tanti bambini con questo problema e le mamme pensano che sia una maledizione legata alla stregoneria”.

I rapporti del Ministero della Salute (MISAU) Mozambicano, indicano che i bambini di età inferiore ai cinque anni spesso non ricevono un'adeguata alimentazione, con il risultato di andare incontro alla malnutrizione e a gravi ripercussioni sulla crescita e lo sviluppo cognitivo. Secondo l’UNICEF, in Mozambico il 43% dei bambini di età compresa tra 0 e 5 anni soffre di malnutrizione cronica.

Il nostro progetto per i bambini e le bambine della Zambezia

Il nostro Progetto Kudziua, finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo, mette in campo 3 aree di intervento complementari: Salute, Educazione e Protezione dei minori. L’obiettivo è supportare lo sviluppo globale del bambino e della bambina, ovvero la dimensione fisica, socio-emotiva e cognitiva, supportando anche le competenze genitoriali e di protezione dei minori. 

Abbiamo inoltre creato e formato un comitato per la tutela della salute in ognuna delle 12 comunità beneficiare del progetto nei distretti di Milange e Morrumbala. Ogni comitato è composto da 25 volontari e volontarie, per un totale di 300 persone.

Ultimo, ma non per importanza, abbiamo costruito 12 asili, dove si sono iscritti oltre 1.500 bambini e bambine dai 3 ai 5 anni al programma educativo d’infanzia e dove abbiamo coinvolto 1.825 genitori nel programma di supporto alla genitorialità. 

Un contributo scritto insieme a Ilenia Guasti Capo Progetto del Progetto Kudziua, Mozambico.

Il progetto “Kudziua – il Sapere dei Bambini in Zambezia” (AID 011462), è finanziato dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. I contenuti di questo articolo sono di esclusiva responsabilità di Save the Children e non rappresentano necessariamente il punto di vista dell’Agenzia.

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