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Gaza: bambini sfollati intrappolati a Rafah

tenda con famiglia accampata tra le macerie a Rafah

In seguito agli attacchi del 7 ottobre, in questi quattro mesi dall’inizio dell’escalation militare israeliana a Gaza, più della metà della popolazione di Gaza è fuggita a Rafah scappando dalle operazioni nel nord e nel centro di Gaza e seguendo gli “ordini di evacuazione” emessi da Israele. Attualmente la maggior parte dei 610.000 bambini sfollati sono intrappolati a Rafah, in un’area inferiore a un quinto della superficie totale della Striscia, mentre gli attacchi israeliani si intensificano sempre di più.

Gaza, bambini e famiglie intrappolate

A Gaza famiglie e bambini sono disperatamente alla ricerca di cibo, acqua e cure mediche. Sono costretti a dormire in tende improvvisate o all'aria aperta, perché i rifugi non sono sufficienti. La maggior parte della popolazione sfollata di Gaza, più di 1,3 milioni di persone, è intrappolata a Rafah senza alcuna possibilità di fuga. Queste famiglie sono ora stipate in un’area di appena 62 kmq, meno di un quinto della superficie totale di Gaza di 365 kmq, già una delle aree più densamente popolate al mondo. 

Le autorità israeliane avevano annunciato alla gente di Gaza che Rafah sarebbe stato un luogo sicuro in cui fuggire. Adesso l’80% della popolazione, di cui metà sono bambine e bambini, è ora condensata in quest’area. L’espansione delle operazioni militari israeliane a Rafah, ovvero il principale punto di ingresso degli aiuti a Gaza, rischia di compromettere ulteriormente la fornitura di aiuti nell’enclave assediata, rendendo impossibile agli operatori umanitari portare aiuti in modo sicuro. 

crescono i rischi a Rafah

“Gran parte della comunità internazionale finora ha fallito nel tentativo di proteggere i minori. Siamo di fronte ad una grande prova. Rispetteranno il diritto internazionale e il diritto alla vita dei bambini? O rimarranno a guardare mentre le vite e il futuro dei più piccoli vengono decimati?” ha dichiarato Jason Lee, Direttore di Save the Children per i Territori palestinesi occupati.

Dal 1° febbraio, almeno un convoglio umanitario che trasportava cibo a Gaza è stato colpito da colpi di arma da fuoco della marina israeliana e, secondo quanto riportato dalle Nazioni Unite, diversi operatori umanitari sono stati uccisi mentre erano in servizio. Tutto questo è accaduto nonostante le organizzazioni umanitarie abbiano fornito le posizioni alle autorità israeliane attraverso un apposito sistema di notifica. L’escalation dei rischi nella zona di Rafah e per la consegna degli aiuti arriva poche settimane dopo la decisione di alcuni governi donatori di sospendere i finanziamenti all’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione (UNRWA), il più grande fornitore di aiuti a Gaza.

Chiediamo il Cessate il fuoco 

Continuiamo a chiedere un cessate il fuoco immediato e definitivo a Gaza, per salvare e proteggere la vita delle famiglie, delle bambine e dei bambini. Inoltre, chiediamo a tutti gli Stati di fermare immediatamente il trasferimento di armi, componenti e munizioni a gruppi armati israeliani e palestinesi poiché esiste il rischio che vengano utilizzate per commettere o facilitare gravi violazioni del diritto internazionale umanitario o dei diritti umani.
Chiediamo inoltre a tutti i governi donatori e al resto della comunità internazionale di riprendere e aumentare i finanziamenti per l’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione (UNRWA) il più rapidamente possibile.

Dal 1953 forniamo servizi essenziali e sostegno ai bambini palestinesi. Il nostro team nei Territori palestinesi occupati lavora 24 ore su 24, predisponendo aiuti vitali per sostenere le persone bisognose e per trovare un modo per far arrivare assistenza a Gaza.

Per approfondire leggi il comunicato stampa

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