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Genitori e scuola, un percorso di orientamento e inclusione

Mani di donna adulta scrivono con una penna su un quaderno. La persona indossa una maglia rossa

Una delle caratteristiche del territorio di Marghera è l'alta concentrazione di persone di origine straniera che vivono, lavorano, vanno a scuola e cercano di stare al passo con realtà che a volte affrontano per la prima volta. Tra i bambini sono circa il 50%.

Il ruolo dei genitori a scuola: l’esperienza di mamme di origine straniera

Il laboratorio "Genitori a scuola – percorso per orientarsi ed orientare nella scuola italiana" nasce proprio per dare risposta alle sfide di questo contesto e si rivolge alle mamme di origine straniera che sanno poco la lingua, non lavorano, gestiscono l’educazione dei figli ma hanno poche possibilità di interagire con il territorio.

Grazie a questa iniziativa 15 donne si trovano ogni mercoledì mattina per potenziare il proprio linguaggio e per condividere difficoltà ed esperienze che il loro ruolo richiede: colloqui a scuola, gestione di piattaforme scolastiche e compilazioni di documenti vari.

Il percorso nasce nell’ambito del progetto Futuro Prossimo, sostenuto dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. L’educatrice Marilisa Chiumento, della Cooperativa Sociale Itaca partner del progetto, racconta questa esperienza.

Le attività svolte

Tramite attività di insegnamento dell’italiano L2, che utilizzano il metodo a mediazione sociale caratterizzato dalla didattica ludica, dall’apprendimento cooperativo e dal lavoro tra pari, la Cooperativa Itaca ha proposto un percorso che va ad affrontare alcuni aspetti molto concreti di come funziona la scuola italiana: quali sono le figure presenti nella scuola, gli spazi, il materiale scolastico, le regole della scuola, il ruolo dell’insegnante ed il ruolo del genitore, il calendario scolastico, come leggere e compilare le principali documentazioni con le quali ci si trova a confrontarsi nell’ambiente scolastico.

Contestualmente si cerca di valorizzare e riconoscere le storie e con sé le conoscenze e competenze in merito al sistema scuola, all’essere genitori, all’essere mamme proprio dei Paesi di provenienza delle 15 donne frequentanti, cercando di far emergere similitudini e differenze in una prospettiva di riconoscimento valoriale di tutte le culture e storie presenti in classe e per esplicitare gli aspetti, atteggiamenti, valori e modi di agire dati per scontati e che posso diventare, se non esplicitati, bacino di fraintendimenti e diffidenze reciproche tra famiglie con background migratorio, insegnanti e scuola.

Le testimonianze

Questo percorso, dicono le donne che lo frequentano, diventa così: “Utile perché ho capito bene come parlare con la maestra di mio figlio”, “ bene per vivere bene in Italia”, “ utile perché mio marito è al lavoro e devo io parlare con la maestra, il dottore, il Comune…”. 

“Come insegnante di italiano L2 - dice Vittoria Cigana -  ho potuto notare come emerga già dai primissimi incontri una grande determinazione ad imparare e migliorare la conoscenza dell’italiano e del mondo scuola per dei bisogni molto concreti come poter essere d’aiuto ai propri figli durante il percorso scolastico, poter capire le e gli insegnanti durante i colloqui e le riunioni di classe e potersi interfacciare con loro e, non di minor importanza, potersi veder riconosciuto il proprio ruolo di genitore e di adulto”.  

“In alcuni casi - aggiunge Cigana - sono donne adulte che hanno studiato all’università e lavorato nel proprio paese d’origine e che qui in Italia si sono viste relegate alla sola dimensione domestica e alla cura dei figli, per la mancanza di buona conoscenza della lingua e per la mancanza di reti familiari ed amicali di supporto”.

Gli obiettivi

Questo percorso ha, quindi, il molteplice obiettivo di potenziare le conoscenze e competenze in L2, creare un dialogo ed uno spazio di incontro tra scuola e famiglie, accrescere l’autodeterminazione delle partecipanti e fare educazione inclusiva, lavorando con l’intera comunità educante.

Un elemento che aggiunge valore al laboratorio avviato è che, in accordo con le scuole in cui sono iscritti i figli delle partecipanti, queste donne potranno essere contattate dalla scuola stessa e diventare un sostegno per quelle famiglie che arrivano da altri paesi e devono orientarsi nel mondo scolastico. In questo modo si vuole  favorire lo sviluppo di abilità di mentoring. L’intento è quello di creare un gruppo di mamme esperte all’interno della scuola e riconosciuto dalla scuola stessa. 

Dare a queste donne un ruolo all'interno del welfare di comunità è un segnale importante per tutti gli abitanti, per promuovere la conoscenza e comprensione reciproca e per sostenere il successo formativo degli studenti con background migratorio al fine ultimo di contrastare la dispersione scolastica.

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