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Giulia Cecchettin, l’ennesimo femminicidio

ragazza che mostra il palmo della mano per dire no alla violenza sulle donne

C’è grande sgomento di fronte all’ennesimo caso di femminicidio della giovane laureanda Giulia Cecchettin.

L'omicidio di Giulia ci porta a riflettere, ancora una volta, sulla violenza di genere e sul rischio di una “normalizzazione” dei comportamenti violenti nelle relazioni di coppia anche tra adolescenti. Inoltre, in un momento storico in cui la vita dei ragazzi è sempre più permeata dalla dimensione digitale, occorre anche cogliere i segnali che proprio in quella dimensione si sviluppano.

Il femminicidio di Giulia Cecchettin 

Sul caso, si è espressa la nostra Direttrice Programmi Italia- Europa, Raffaella Milano: “Di fronte all’efferato atto di violenza che ha portato alla morte della giovane Giulia Cecchettin, non ci si può limitare al cordoglio ma è necessario intervenire in modo sistematico sul fronte della prevenzione di comportamenti violenti nelle relazioni sin dall’adolescenza, portando l’educazione alla affettività in tutte le scuole, e coinvolgendo attivamente i ragazzi e le ragazze nella promozione di relazioni affettive basate sul rispetto e sulla non violenza.” 

Bisogna promuovere in tutte le scuole programmi volti ad educare alla parità di genere e al rispetto delle differenze, all’affettività e alla risoluzione non violenta dei conflitti.

Continua: “Occorre infatti aprire in modo sistematico spazi di confronto per riconoscere le varie forme di violenza di genere (fisica, sessuale, psicologica, economica, ecc.) e per riflettere sugli stereotipi e i pregiudizi che sono alla base della violenza. Troppo spesso i comportamenti violenti e abusanti sono tollerati e persino normalizzati, anche tra le generazioni più giovani. Informare, fornire gli strumenti per riconoscere la violenza, coinvolgere i ragazzi e le ragazze nella sensibilizzazione dei coetanei sono azioni essenziali per prevenire e far emergere tempestivamente le situazioni di rischio”. 

Violenza di genere tra i giovani: alcuni dati

Da una recente consultazione del nostro Movimento Giovani, che ha coinvolto quasi 1.000 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 25 anni in Italia, 2 adolescenti su 5 si sono detti a conoscenza di casi di violenza on-line nelle relazioni di coppia. Tra i comportamenti più frequenti vengono citati:

  • il controllo degli spostamenti,
  • contatti e amicizie del/della partner,
  • violazione della privacy,
  • atteggiamenti sessuali aggressivi.

Il 42,2% del totale dei partecipanti riferisce di avere avuto un’amica/o che ha vissuto una qualche forma di violenza on-line nella relazione, soprattutto rispetto alla sfera del controllo personale. Tra i comportamenti ritenuti più frequenti ci sono:

  • la creazione di un profilo social fake per controllare il/la partner (73,4%),
  • le telefonate/invio di messaggi insistenti per sapere dove si trova e con chi è (62,5%),
  • il controllo degli spostamenti e delle persone con cui si trova (57%),
  • l’impedire al/alla partner di accettare delle persone tra le amicizie sui social (56,2%),
  • fare pressioni affinché il/la partner invii sue foto sessualmente esplicite (55,1%) o minacciare la diffusione di informazioni, foto o video imbarazzanti (40,6%).

Sono queste forme di violenza che colpiscono soprattutto le ragazze.  

Meno recente, un sondaggio IPSOS svolto con noi nel 2020, il 18% degli intervistati ha assistito a un episodio in cui un’amica è stata vittima di una forma di violenza e il 39% dei ragazzi e delle ragazze in Italia sono esposti a contenuti online che giustificano la violenza contro le donne. Tra le ragazze il 41% ha visto postare dai propri contatti social contenuti che l’hanno fatta sentire offesa e/o umiliata come donna.


Per approfondire, leggi il comunicato stampa.

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