Luce Propria: le periferie come spazi di innovazione sociale

Francesco Alesi per Save the Children

Oltre la parola “periferia”, cosa c’è davvero dietro?

Per noi le periferie sono spazi di espressione, partecipazione e bellezza. Non solo luoghi fisici, ma territori sociali dove le sfide più dure incontrano creatività, desiderio di cambiamento e costruzione collettiva. Perché ogni margine è anche un punto di partenza. E ogni periferia può brillare di luce propria.

Insieme a Will siamo andati a visitare alcune periferie che conosciamo molto bene: il quartiere Macrolotto Zero a Prato e Ostia Ponente a Roma. Nel documentario che è stato realizzato, abbiamo raccolto le testimonianze di ragazze, ragazzi e comunità che abitano quotidianamente questi spazi.

Luce propria: il documentario

Tra skatepark, accademie digitali, “makerspace”, e tanti altri spazi dedicati alle passioni dei giovani, abbiamo toccato con mano luoghi e interventi che permettono di decostruire tutti i pregiudizi e gli stigmi attorno i quartieri periferici e dimostrare che uscire dai margini si può.

Ma cosa serve davvero per trasformare una periferia in un luogo di opportunità? SPOILER: non bastano nuove strade o palazzi. Il vero cuore delle periferie sono le persone che le abitano. 

Nel nostro viaggio, mostriamo i luoghi che creano legami, che aprono possibilità e accolgono il protagonismo dei più giovani. Scuole inclusive, biblioteche, centri sportivi e culturali, asili nido, spazi di incontro: è qui che una periferia smette di essere margine e inizia a diventare possibilità.

Che cosa significa davvero “periferia”?

Periferia” è un concetto complesso e in continua trasformazione. Non esiste una definizione unica e stabile: cambia nel tempo, nei contesti, negli spazi. Se un tempo la definizione era legata solo alla distanza fisica dai centri urbani, oggi la periferia è spesso sinonimo di distanza dalle opportunità: parliamo di periferie educative, lavorative, culturali, relazionali. Non è, quindi, solo una questione geografica, ma soprattutto una questione sociale. Ed è proprio lì, dove si concentrano le fragilità, che pulsano anche i desideri, le energie inespresse, le potenzialità di chi vive e resiste ogni giorno.

Proprio per questo, partire dalle periferie significa mettersi in ascolto delle disuguaglianze che abitano le città. Significa interrogarsi su come ridurre le distanze costruendo ponti. E significa anche riconoscere il potenziale di questi luoghi come spazi di sperimentazione, creatività, cura e partecipazione. Rigenerare le periferie non è solo un progetto urbanistico: è una scelta politica e culturale. È prendersi cura delle persone e dei territori insieme. È immaginare città più giuste, dove la qualità della vita, i diritti e le opportunità siano distribuiti in modo equo. Ovunque si viva.

Ma il vero cuore delle periferie sono i giovani, le famiglie, i docenti e i dirigenti impegnati, gli educatori, gli operatori del territorio e i presidi sociali, gli attivisti che ogni giorno tessono legami vivi e costruiscono futuro, spesso lontano dai riflettori. Sono questi luoghi e queste persone che ci ricordano quanto sia urgente mettere al centro la dignità e i diritti degli individui, a partire dai più piccoli. Promuovere i diritti di bambini, bambine e adolescenti che vivono in questi luoghi significa quindi progettare politiche e interventi che, andando oltre il concetto di periferia geografica incidano non solo sugli spazi fisici ma anche e soprattutto sulle condizioni sociali, economiche e relazionali che condizionano le opportunità educative, formative e di crescita dei minori.

Il cuore delle periferie: le persone

Perché una periferia può diventare un luogo di opportunità quando cresce insieme alle persone che la abitano. E se parte dai più piccoli, allora può davvero diventare generativa di futuro.

Noi vogliamo essere parte attiva di questa trasformazione. In sinergia con le istituzioni centrali e territoriali, il settore privato e la società civile, vogliamo accompagnare il cambiamento delle periferie, per costruire città più eque e inclusive, soprattutto per bambini, bambine e adolescenti.

Ed è per questo che proponiamo un nuovo modello di intervento nelle periferie: un approccio corale che mette al centro la co-progettazione tra comunità, istituzioni, scuole, associazioni, aziende e privato sociale. Perché l’innovazione sociale possa diventare un motore di cambiamento, un incubatore di idee per trasformare davvero i territori, sostenuto anche da un’azione politica e pubblica fatta di investimenti, politiche integrate e visione di lungo periodo.

I nostri interventi nelle periferie italiane

Da oltre dieci anni, collaboriamo con una rete di partner locali per supportare bambini, bambine, adolescenti e famiglie nelle periferie italiane, dal nord al sud del paese.

Per contrastare la povertà educativa, abbiamo attivato a partire dal 2014 una rete di 27 Punti Luce- centri socio-educativi che offrono a bambini, bambine, ragazzi e ragazze tra i 6 e i 17 anni l’opportunità di partecipare gratuitamente ad attività formative ed educative di qualità. I Punti Luce sorgono in contesti deprivati nelle principali città italiane e sono presenti in 15 regioni. Questi spazi cercano, attraverso attività e incontri, di allargare gli orizzonti di opportunità per tutti i bambini e le bambine che vivono in territori privi di opportunità, affinché ciascuno abbia la possibilità di sperimentarsi, esplorare le proprie potenzialità e disegnare liberamente il proprio futuro.

Qui, un Quartiere per crescere, è un Programma che ha l’ambizione di: cambiare concretamente il contesto di vita delle bambine e dei bambini e delle famiglie, promuovendo il loro benessere socio-ambientale, materiale, educativo e culturale; definire un modello d’intervento, misurabile, replicabile e sostenibile; garantire la partecipazione attiva e consapevole delle ragazze e dei ragazzi del territorio, permettendo loro di diventare agenti del cambiamento nella comunità in cui vivono. Il programma è presente attualmente in cinque quartieri: Aurora-Porta Palazzo (Torino), Macrolotto Zero (Prato), Ostia Ponente (Roma), Pianura (Napoli) e Zen (Palermo).


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