Povertà in Europa: aumentano i bambini a rischio 

Oksana Parafeniuk / Save the Children

Dal 2019, in Europa, 446.000 bambini in più sono stati colpiti dalla povertà: in media, 244 al giorno. Proprio da quell’anno, l’UE si è impegnata per ridurre di almeno 5 milioni il numero di minori a rischio di povertà entro il 2030.

In Italia i dati Istat diffusi oggi confermano che la povertà assoluta minorile resta ai massimi dal 2014. Servono interventi strategici e azioni mirate per evitare che il fenomeno diventi permanente.

Povertà minorile ed esclusione sociale

La povertà influisce negativamente sulla salute dei bambini, aumenta il rischio di abbandono scolastico precoce e rende più difficile l’ingresso nel mondo del lavoro, contribuendo così a un ciclo di esclusione sociale che può perpetuarsi per generazioni.

Secondo quanto emerge dal nostro nuovo rapporto “Child Poverty: The Cost Europe Cannot Afford, il numero di bambini a rischio povertà ed esclusione sociale è aumentato: è passato da 19,1 milioni del 2019 ai 19,5 milioni di oggi, ovvero circa un bambino su quattro in tutta l'UE.

La fascia d’età più colpita nei 27 Paesi UE: il 24,2% a rischio povertà sono under 18, contro il 20,2% degli adulti. 

L’Italia si trova al quintultimo posto in UE per la percentuale di bambini a rischio povertà ed esclusione sociale, con il 27,1%, invariato rispetto a 5 anni fa. Più indietro solo Bulgaria (35,1%), Spagna (34,6%), Romania (33,8%) e Grecia (27,9%), e anche nel nostro Paese i minori costituiscono la fascia d’età più colpita (tra gli adulti il rischio povertà ed esclusione sociale è pari al 22,3%).

Povertà: la situazione in Europa

Alcuni Stati membri dell'UE, come l'Irlanda, hanno ottenuto risultati positivi nella riduzione di questi rischi grazie a politiche mirate. Tuttavia, in molti altri Paesi la situazione resta preoccupante: in Spagna, ad esempio, poco più di un bambino su tre è esposto al rischio di povertà o esclusione sociale. Preoccupa anche il fatto che in alcuni tra i Paesi economicamente più ricchi dell'UE si stia osservando un peggioramento. In Finlandia, la percentuale di bambini a rischio è salita dal 13,8% nel 2019 al 17,3% nel 2024, mentre in Belgio, dopo essere calata per 4 anni, ha ricominciato a crescere nel 2024, attestandosi al 20,2%.

povertà minorile: servono azioni mirate 

La povertà minorile non è una conseguenza inevitabile delle condizioni economiche o delle restrizioni di bilancio, ma deriva da scelte politiche e da investimenti insufficienti. Il dossier viene pubblicato oggi, in concomitanza con i dati diffusi stamattina dall’Istat, dai quali emerge che in Italia sono ancora bambine, bambini e adolescenti i più colpiti dalla povertà. Nel nostro Paese sono infatti 1,28 milioni i minori in povertà assoluta, il 13,8% del totale, una percentuale invariata rispetto allo scorso anno e quindi ancora il valore più elevato dal 2014. Ad essere maggiormente colpiti, come lo scorso anno, sono i minori di età compresa fra i 7 e i 13 anni (14,9%) e quelli tra i 4 e i 6 anni (14,8%).

“Anche in Italia, mentre il Governo si appresta ad approvare la legge di bilancio, chiediamo che la povertà minorile venga posta al centro dell’agenda politica con interventi strategici per evitare una “cronicizzazione” del fenomeno. Servono misure sistematiche e continuative di sostegno alle famiglie con figli e all’occupazione femminile, il potenziamento dell’offerta educativa a partire dalla prima infanzia e la possibilità per i bambini di svolgere gratuitamente attività sportive, di socializzazione e di apprendimento con strumenti e spazi adeguati. A questo proposito, rinnoviamo la richiesta che la mensa scolastica alle scuole primarie sia garantita a tutti gli alunni, gratuitamente per quelli che vivono in condizioni di povertà, come servizio pubblico essenziale, in linea con gli obiettivi della Garanzia Europea per l’Infanzia. In quest’ottica, l’aumento delle risorse destinate al Fondo per il contrasto della povertà alimentare a scuola, istituito con la legge di bilancio dello scorso anno, rappresenterebbe un segnale concreto di attenzione e impegno”, ha dichiarato Raffaela Milano, Direttrice Ricerca di Save the Children.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa
 

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