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Bambini a Gaza sempre più vicini alla carestia

madre di gaza che raschia una pentola senza cibo

Secondo i dati pubblicati da Integrated Food Security Phase Classification (IPC), la scala globale per classificare le crisi alimentari e nutrizionali, i bambini e le famiglie del nord di Gaza sono sempre più vicini alla carestia.

Da un lato del confine ci sono camion di cibo, acqua e forniture mediche in coda, mentre bambini e famiglie muoiono di fame dall'altro.  

Carestia imminente nel nord di Gaza 

I nuovi dati di Integrated Food Security Phase Classification, parlano chiaro: 1,1 milioni di persone a Gaza, ovvero almeno la metà della popolazione, stanno affrontando un'insicurezza alimentare catastrofica (fase 5 dell'IPC).

La carestia è imminente: i bambini e le famiglie nel nord di Gaza sono a poche settimane dalla carestia e alcune soglie necessarie per dichiarare una carestia sono già state superate. Ma cosa si intende con il termine carestia quali sono le condizioni per dichiarare la carestia? Ne abbiamo parlato nel nostro articolo Carestia a Gaza.

La popolazione a Gaza è costretta a mangiare grano, fieno e cibo animale. Qualsiasi futura dichiarazione di carestia sarà troppo tardi per loro.

Con la fame ancora più estrema nel nord di Gaza, l'IPC prevede che la carestia si verificherà in qualsiasi momento tra oggi e maggio 2024. 
Attualmente nel nord di Gaza, un bambino su tre sotto i due anni soffre di malnutrizione acuta, un tasso che è raddoppiato da gennaio, secondo le Nazioni Unite. La mortalità infantile, già in accelerazione, raggiungerà nuovi estremi senza un cessate il fuoco immediato e definitivo e un accesso illimitato agli aiuti. 

testimonianza da Gaza: “Mio figlio sta morendo e non posso fare nulla”

Ogni giorno senza un cessate il fuoco immediato e definitivo e un accesso illimitato agli aiuti umanitari è un altro giorno di fame e sofferenza per i bambini di Gaza. 

Con l'accesso e le comunicazioni con le comunità nel nord di Gaza interrotti, fatichiamo sempre di più a raggiungere le persone lì. Ci affidiamo quindi alle testimonianze delle famiglie che sono fuggite a Rafah, l'unico luogo in cui le infrastrutture funzionano a malapena e che attualmente ospita una popolazione di 1,5 milioni di persone. Con le famiglie stipate in tende di fortuna e un'interruzione quasi totale delle forniture alimentari, dell'acqua potabile e dei sistemi igienico-sanitari e dell'assistenza sanitaria, i bambini di Rafah soffrono anche di fame e malattie.  

Mariam, membro del nostro staff a Rafah, ha raccontato che suo nipote di un anno soffre di malnutrizione acuta grave (SAM), una condizione che indebolisce il sistema immunitario ed espone i bambini ad altre malattie, in alcuni casi causando danni allo sviluppo per tutta la vita. Ora ha delle complicazioni ed è attaccato a un respiratore in un'unità di terapia intensiva.

La testimonianza della madre, invece, raccoglie poche parole, ma ne mostra tutta la sofferenza: "Vedo mio figlio morire e non posso fare nulla, è davvero straziante". 

Mariam, ci racconta ancora del nipote: "Ha la pancia gonfia e una respirazione irregolare a causa di un'infezione alle vie respiratorie superiori. [...] Questo calvario è iniziato due mesi fa, quando è stato costretto a trasferirsi in una tenda a Rafah. Poco dopo, ha iniziato a soffrire di vomito e diarrea.”

Negare gli aiuti umanitari è violazione dei diritti umani

La negazione dell'assistenza umanitaria è una grave violazione contro i bambini, secondo la risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite del 1999 sui bambini nei conflitti armati. È anche equivalente a una punizione collettiva e illegale secondo il diritto umanitario internazionale. L'uso della fame come metodo di guerra è severamente vietato come crimine di guerra secondo il diritto internazionale. 

Le condizioni per fornire in modo sicuro e adeguato l'assistenza umanitaria ai bambini di Gaza si deteriorano ogni settimana. Il 13 marzo uno dei pochi centri di distribuzione alimentare dell'UNRWA rimasti nella Striscia di Gaza è stato colpito dalle forze israeliane, uccidendo un membro del personale e ferendo altri 22 civili.

Il numero medio giornaliero di camion che entrano a Gaza con cibo, aiuti e medicinali è diminuito di oltre un terzo nelle settimane successive alla sentenza della Corte internazionale di giustizia (CIG). 

Metodi alternativi di consegna degli aiuti, come i lanci aerei o un porto temporaneo, non possono sostituire l'assistenza umanitaria senza ostacoli attraverso le rotte terrestri già stabilite.

Cosa chiediamo 

Per salvare e proteggere le vite dei bambini di Gaza, chiediamo un cessate il fuoco immediato e l'effettiva attuazione delle misure provvisorie della Corte Internazionale di Giustizia. 

Dal 1953 forniamo servizi e supporto essenziali alle bambine e ai bambini palestinesi colpiti dal conflitto in corso. Il nostro team nei Territori palestinesi occupati ha lavorato 24 ore su 24, predisponendo aiuti vitali per sostenere le persone in difficoltà e cercando di trovare il modo di far arrivare l'assistenza a Gaza.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa

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