Filtri social e adolescenza: quali effetti sull'immagine di sé?

Gianfranco Ferraro per Save the Children
Nel panorama digitale in cui viviamo oggi, i social media sono parte integrante della vita quotidiana ed è sempre più comune anche l’utilizzo di filtri social da parte giovani adolescenti. Secondo il Dossier Dati che abbiamo realizzato, elaborando dati ISTAT (aprile 2025), nel 2022 circa 74% dei ragazzi e l’84% delle ragazze di 15 anni possedeva un account social.
L’ascesa di piattaforme basate sull’immagine ha favorito l’uso di filtri e fotoritocco, strumenti che, anche se creativi, rischiano di confondere realtà e immagine idealizzata, sollevando preoccupazioni anche per la salute mentale dei più giovani.
Filtri social e l'illusione della perfezione
Nati già con i primi smartphone e diffusi in particolare su Instagram nel 2010 come semplici modifiche di colore, i filtri si sono evoluti in strumenti che rimodellano i volti. Con i filtri AR di Snapchat (2015), gli utenti hanno iniziato a modificare il proprio aspetto in tempo reale, contribuendo a diffondere standard di bellezza irrealistici, come altri media. I filtri non sono più solo elementi ricreativi: sono diventati strumenti di autopresentazione, usati per alterare sottilmente i tratti del viso spesso replicando gli effetti della chirurgia estetica.
Sui social, ciò che mostriamo è spesso frutto di selezione, modifica e filtri, creando quella che viene definita illusione della perfezione: una versione idealizzata di sé stessi in cui pelle liscia, occhi grandi e volti scolpiti diventano la norma. Questo fenomeno, che riguarda ragazze e ragazzi, è associato a un aumento dell’insoddisfazione fisica e a forme di dismorfismo corporeo. Una condizione caratterizzata da una percezione distorta e ipercritica del proprio aspetto fisico, distinta da questioni legate all’identità di genere.
Si osserva un’eccessiva enfasi sull’aspetto fisico nella valutazione di sé e una costante insoddisfazione per il proprio corpo reale. Con la crescita della "cultura selfie", le estetiche artificiali influenzano non solo come ci vedono gli altri, ma anche come ci vediamo noi stessi. Il problema non è la vanità, ma una distorsione cognitiva: più ci si abitua a vedersi con i filtri, più si interiorizzano quelle caratteristiche alterate come standard personali di bellezza. È bene ricordare, però, che l’uso dei filtri non agisce in modo isolato: si inserisce in una rete più ampia di influenze culturali – dai social media ai mass media, fino alle dinamiche tra pari – che, in alcune circostanze, possono contribuire a rafforzare visioni distorte de sé e vissuti di insoddisfazione corporea.
Adolescenza: come i filtri social possono influire sulla salute mentale
L’adolescenza rappresenta una fase cruciale per lo sviluppo dell’immagine corporea, caratterizzata da trasformazioni biologiche e psicologiche, insieme alla formazione di valori e ideologie personali, identità di genere. I filtri possono esacerbare le insicurezze preesistenti, creando un circolo vizioso in cui gli individui si sentono più sicuri online ma sempre più insoddisfatti offline. Questo divario tra l'immagine di sé virtuale e quella del mondo reale può portare a livelli più elevati di ansia, depressione e bassa autostima.
È possibile che l’uso dei filtri siano anche al contrario un’occasione di sperimentazione, creatività e all’autostima online ma questa fiducia raramente si traduce nella vita reale. Nonostante iniziative come il “body positivity movement”, le ricerche continuano a evidenziare una correlazione positiva tra l’uso dei social media e l’insoddisfazione per il proprio corpo. I filtri – e in generale la cultura veicolata da social e mass media - alimentano ideali di bellezza distorti, con possibili gravi effetti psicologici duraturi.
L’insoddisfazione corporea associati a questi fenomeni è stata collegata a numerosi disturbi di salute mentale, tra cui:
- Ansia: legata al confronto constante con standard estetici artificiali e alla paura del giudizio altrui
- Depressione: derivante da una bassa autostima e dal senso di inadeguatezza rispetto alle immagini idealizzate viste online. - Disturbi dell’immagine corporea: percezione distorta del proprio aspetto fisico, spesso aggravata dalla manipolazione continua delle proprie foto tramite filtri.
- Disturbi alimentari: come anoressia e bulimia, che possono insorgere nel tentativo di modificare il proprio corpo per aderire a canoni estetici socialmente imposti.
- Esercizio fisico eccessivo: utilizzato come mezzo per controllare l’aspetto corporeo, spesso in modo ossessivo e non salutare.
- Isolamento sociale: dovuto al disagio provato nell’esporsi alla vita reale senza i "filtri" virtuali.
5 consigli per proteggere l'autostima dai filtri social
A volte ci abituiamo a vederci solo attraverso i filtri dei social, ma il nostro valore non dipende da un’immagine ritoccata. Ecco cinque modi pratici per prenderci cura della nostra autostima ogni giorno.
- Ridurre il tempo trascorso online, creando confini digitali. Utilizzare timer e limiti di tempo per lo schermo, disattivare le notifiche, tenere il telefono fuori dalla camera da letto e creare zone "senza dispositivi" può aiutare a ristabilire un rapporto più sano con la tecnologia.
- Aumentare la consapevolezza sull'utilizzo dei filtri. Essere informati su come funzionano i filtri e sul loro impatto psicologico aiuta a distinguere le immagini ritoccate dalla realtà, promuovendo una visione più realistica e sana del corpo. 3. Incoraggiare l'accettazione di sé. Strategie come riconoscere i propri punti di forza, usare frasi gentili verso sé stessi ("vado bene così come sono”) e praticare la mindfullness con esercizi di respirazione o scrittura possono aiutare a sviluppare una visione più positiva del proprio corpo.
- Curando un feed social sano e stimolante. Gli algoritmi dei social media rispondono ai nostri interessi: seguire contenuti positivi e realistici può modificare ciò che vediamo quotidianamente.
- Cercare supporto, sia tra pari che da professionisti. Parlare con amici fidati, unirsi a gruppi di supporto o rivolgersi a uno psicologo può fare la differenza nel costruire un’immagine di sé più solida.
Cosa può fare un adulto di riferimento
Nel mondo digitale di oggi, i genitori svolgono un ruolo fondamentale nel promuovere un’immagine corporea sana per i propri figli. Ecco alcuni modi concreti per offrire supporto:
- Parlare apertamente dei filtri e dei social media. Spiegare come funzionano i filtri e che molte immagini online sono modificate. Aiutare i figli a distinguere tra realtà e finzione rafforza il pensiero critico.
- Dare l’esempio. Mostrare un atteggiamento positivo verso il proprio corpo aiuta i giovani a fare lo stesso. Evitare commenti negativi su sé stessi o sugli altri davanti ai figli è fondamentale.
- Promuovere la diversità e la bellezza autentica. Incoraggiare l’apprezzamento per corpi, volti e stili diversi. Guardare insieme contenuti che rappresentano persone reali, con difetti e caratteristiche uniche, può normalizzare la varietà.
- Ascoltare senza giudicare. Creare uno spazio sicuro dove i figli possano esprimere dubbi o insicurezze senza sentirsi criticati. L’ascolto attivo rafforza la fiducia e il legame familiare.
- Offrire esperienze gratificanti. Favorire attività che valorizzino talenti, creatività e capacità, come lo sport, l’arte, o il volontariato, aiuta i ragazzi a trovare valore al di là dell’aspetto fisico.
- Coinvolgere figure di supporto, se necessario. Se un figlio mostra segnali di disagio legati all’immagine corporea, non esitare a cercare l’aiuto di uno psicologo o di uno specialista.