Giornata della Memoria e dell'Accoglienza: 3 ottobre a Lampedusa

Esther Mbabazi / Save the Children

Dal 2014 oltre 32.700 persone sono morte o disperse nel Mediterraneo, 1.200 solo nel 2025. E sono più di 9.000 minori non accompagnati arrivati via mare quest’anno, il 18% del totale. Dati drammatici che richiedono risposte urgenti: serve un sistema efficace di ricerca e soccorso in mare e canali sicuri di accesso all’Europa.

Per questo in occasione della XII Giornata della Memoria e dell'Accoglienza saremo come ogni anno a Lampedusa, con il Comitato 3 ottobre, per chiedere azioni concrete e dare voce ai giovani.

3 ottobre a Lampedusa: Giornata della Memoria e dell'Accoglienza

Anche quest’anno parteciperemo alle attività organizzate dal Comitato 3 ottobre in occasione della Giornata della Memoria e dell'Accoglienza, per ricordare l’anniversario del drammatico naufragio del 3 ottobre 2013 davanti alle coste di Lampedusa, che costò la vita a 368 persone. Ci saranno laboratori rivolti a studenti italiani e stranieri e con la presenza di una rappresentanza di ragazzi e ragazze del Movimento Giovani per Save the Children e la redazione di Change the Future, che racconteranno le giornate sui loro canali social. 

PERSONE morte o disperse nel Mediterraneo: ALCUNI dati

Nella traversata di una delle rotte più pericolose al mondo, solo quest’anno più di 1.200 persone migranti hanno perso la vita tra le onde. Dal 2014 oltre 32.700 persone risultano morte o disperse nel Mediterraneo. Tra loro, molti sono bambini, bambine e adolescenti.

Nel 2025 sono giunte in Italia via mare 50.098 persone rifugiate e migranti, di cui 9.156 minori stranieri non accompagnati, con un’incidenza percentuale del 18% sul totale degli arrivi, in aumento rispetto l’11% dell’anno scorso. I minori stranieri non accompagnati sono tra i gruppi più vulnerabili, bambini, bambine e adolescenti soli che affrontano situazioni difficili per i quali un’immediata accoglienza in un luogo sicuro e l’attivazione di misure di protezione e tutela sono fondamentali.

Adulti, bambini, persone che fuggono da contesti estremi caratterizzati da guerre, persecuzioni, violazioni dei diritti umani, povertà estrema, fame, crisi umanitarie, cercando di lasciarsi tutto alle spalle anche a costo di rischiare la propria vita. Continuiamo a chiedere l’apertura di canali regolari e sicuri verso l’Europa che garantiscano il rispetto dei diritti umani e al contempo l’attivazione di un sistema coordinato e strutturato di ricerca e soccorso in mare per salvare le persone in pericolo, agendo nel rispetto dei principi internazionali e dando prova di quella solidarietà che è valore fondante dell’Unione Europea, garantendo che il salvataggio si concluda in un porto sicuro, sulla terraferma.

Necessario sistema di ricerca-soccorso e canali regolari

Come Organizzazione siamo stabilmente presenti a Lampedusa per fornire una risposta immediata ai bisogni delle famiglie con bambini e dei minori soli che arrivano sull’isola. Scopri il nostro intervento in frontiera Sud e Nord.

"Le politiche securitarie e il rafforzamento dei confini europei stanno rendendo sempre più precario e pericoloso il viaggio dei minori stranieri non accompagnati. Le misure restrittive adottate da UE e Stati membri in materia di accesso e asilo hanno un impatto gravemente negativo sui minorenni e sulle persone vulnerabili. Le frontiere europee sono diventate luoghi di violenza e violazioni dei diritti umani, dove i respingimenti illegali – anche di minori – sono ormai una pratica diffusa. È inaccettabile che gli interessi nazionali prevalgano sulla tutela dei diritti dell’infanzia. Occorre garantire percorsi di accoglienza e inclusione adeguati ai bisogni specifici dei minorenni, nel pieno rispetto del loro superiore interesse", ha dichiarato Giorgia D’Errico, Direttrice Relazioni Istituzionali di Save the Children.

Per approfondire, leggi il comunicato stampa

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