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Giornata Internazionale delle ragazze: facciamo luce sui pericoli

ragazza con vestito e velo giallo che attraversa un'area del camp profughi

Le bambine che vivono nell'Asia orientale e nel Pacifico, in America Latina e nei Caraibi e nell'Asia meridionale sono quelle che corrono il rischio maggiore di sposarsi precocemente a causa di un conflitto. L'Africa occidentale e centrale, una regione colpita da conflitti ed emergenze climatiche, ha i tassi più alti di matrimonio infantile al mondo. Questi e altri preoccupanti dati, sono emersi dal nostro Rapporto annuale globale sull’infanzia, “Ragazze in prima linea”, pubblicato in occasione del decimo anniversario della Giornata internazionale delle ragazze, che presenta le voci delle ragazze sposate, vedove e divorziate, comprese quelle delle ragazze sfollate a causa dei conflitti nella Regione del Kurdistan in Iraq (KRI) e in Sud Sudan.

I risultati dell’indagine

Tra il 2020 e il 2021, infatti, sono state condotte più di 600 interviste con 139 ragazze in entrambi i Paesi appena citati per conoscere le loro esperienze, i motivi per cui si sono sposate e quanto avvenuto loro con la gravidanza e dopo il matrimonio. Tra Paesi e culture sono emerse forti differenze, evidenziando l'importanza di lavorare con le ragazze per definire soluzioni locali.

Esistono diversi “gradi di controllo” da parte delle bambine sulla decisione di sposarsi: alcune sono state rapite e costrette a farlo, altre hanno ceduto alle pressioni della famiglia o si sono sposate in seguito ad una gravidanza non pianificata. Molte hanno raccontato di aver contratto un matrimonio per contribuire al sostentamento della famiglia in periodi di estrema difficoltà economica.

Per alcune ragazze del KRI, invece, la decisione di sposarsi è stata influenzata dal senso di isolamento e da un futuro incerto. Nei loro racconti è comunque sempre presente l'esposizione alla violenza e alle regole patriarcali – tra cui i valori che conferiscono agli uomini e ai ragazzi qualche forma di potere sulle donne e sulle ragazze, con conseguente disuguaglianza di genere - come una limitazione delle scelte a loro disposizione. 

Miriam, una ragazza in prima linea 

La ricerca rivela anche che quasi 90 milioni, ovvero 1 su 5 a livello globale, le bambine e le adolescenti di età compresa tra i 10 e i 17 anni che vivono in una zona di conflitto, con impatti devastanti sul loro benessere fisico e mentale e sulle loro opportunità future. 

In Nigeria, nonostante esistano delle leggi contro il matrimonio infantile, il Paese registra uno dei tassi più alti di matrimoni precoci al mondo. Vogliamo portare all’attenzione di tutti l’esperienza drammatica di Miriam, una ragazza di 16 anni. Insieme alla sua famiglia, è stata costretta ad abbandonare il villaggio in cui vivevano nello Stato di Borno per sfuggire ai gruppi armati. Ora vivono in un campo per sfollati interni, con conseguenze devastanti per lei. Miriam ha raccontato: "Mi sono sposata contro la mia volontà. Non è stata una mia scelta. La vita, in questo periodo, non è stata facile per me. Sono passati quattro mesi da quando ho abbandonato la scuola e da allora ho dimenticato tutto quello che ho imparato".

La sua testimonianza è un esempio concreto di come le ragazze che vivono in zone di conflitto corrono il 20% in più di rischio di matrimonio precoce. Tutte le guerre hanno un impatto devastante sulle famiglie, costringendole a lasciare case, scuole, e a fuggire per trasferirsi in campi temporanei, con pessimi servizi e con quasi nessuna protezione dalla violenza. In ogni conflitto le bambine sono bersaglio di atti brutali di violenza a causa del loro sesso.

Otto dei dieci Paesi con i tassi più alti di matrimonio precoce, infatti, stanno vivendo crisi umanitarie,  tra cui conflitti e disastri climatici, che, causando l’interruzione dell'istruzione, rendono più difficile la ricerca di lavoro, fanno aumentare i costi del cibo e la povertà oltre che indebolire le reti di protezione che riescono a tenere i bambini al sicuro dalle violenze. Condizioni che provocano un aumento del rischio di matrimonio precoce per le bambine che, spesso, rappresenta un modo per ridurre la pressione finanziaria sulle famiglie o per proteggere le bambine da altre forme di violenza di genere.

Porre fine al matrimonio infantile 

Secondo le proiezioni, la crisi del COVID-19 e il suo continuo impatto sulla disuguaglianza di genere spingeranno 10 milioni di ragazze in più verso il matrimonio entro il 2030, il primo balzo in avanti nei tassi globali in più di due decenni. Le crisi umanitarie, che si tratti di disastri climatici, pandemie o dell'attuale crisi alimentare globale, comportano molti degli stessi rischi che spingono al matrimonio precoce, come l'aumento della povertà e l'eliminazione dei sistemi di protezione che dovrebbero essere in atto per tenere le ragazze al sicuro dalla violenza.

Porre fine ai matrimoni precoci e tutelare i diritti delle ragazze già sposate significa, infatti, riconoscere la loro autonomia, affrontare le norme patriarcali che limitano la loro libertà e investire nella loro sicurezza, istruzione e salute sessuale e riproduttiva, soprattutto durante le crisi umanitarie.

Il 10° anniversario della Giornata internazionale delle ragazze deve rappresentare un monito per i governi, le comunità, le Nazioni Unite, le imprese e le organizzazioni della società civile. Tra le altre accomandazioni, ecco le nostre richieste ai governi per porre fine a questa pratica:

  • 1.      Aumentare i finanziamenti e gli sforzi per affrontare la violenza di genere contro le ragazze, compresi i finanziamenti per la protezione dei bambini nelle crisi umanitarie. 
  • 2.      Investire in iniziative per porre fine al matrimonio infantile che si basino su dati concreti e che siano disponibili per un maggior numero di ragazze in un maggior numero di luoghi
  • 3.      Sostenere e finanziare le ragazze per definire soluzioni alle sfide che devono affrontare, rafforzando i movimenti guidati dalle ragazze.
  • 4.      Sviluppare e finanziare interamente piani d'azione nazionali per porre fine al matrimonio infantile e ad altre forme di violenza di genere e contro i bambini. 
  • 5.      Sviluppare ricerche per comprendere meglio come evitare che le "quattro C" (COVID, conflitti, cambiamenti climatici e aumento del costo della vita) invertano i progressi compiuti per porre fine al matrimonio infantile.  
  • 6.      Assicurarsi che mantengano le promesse fatte alle bambine nelle loro leggi e negli accordi globali come la Convenzione sui diritti dell'infanzia, gli SDGs e il Generation Equality Global Acceleration Plan.

Possiamo fare molto di più per porre fine al matrimonio infantile e rispettare i diritti delle bambine, anche nelle circostanze più difficili.
 

Per approfondire leggi il comunicato stampa.

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