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I bambini in fuga rischiano la vita nei campi di rifugiati in Europa


In seguito alla notizia della tragica morte di un bambino e di una donna nell’incendio divampato la notte del 24 novembre nel centro di detenzione di Moria sull’isola greca di Lesbo, Save the Children chiede all’Unione Europea e al governo greco di agire tempestivamente per porre fine alle condizioni di sovraffollamento nei campi di rifugiati delle isole greche, trasferendo le persone in campi sicuri e non detentivi sulla terraferma.


L’incendio sembra essere stato originato accidentalmente da un fuoco acceso per cucinare da alcune persone in una tenda e si è esteso rapidamente. La madre del bambino e un altro bimbo di quattro anni sono rimasti gravemente ustionati. Il campo di Moria ospita attualmente 5.000 persone, in condizioni di grave sovraffollamento, in una struttura che dovrebbe accoglierne 2.000.


 “Questo incendio, che è solo uno dei tanti incidenti che avvengono nel campo, rappresenta il fallimento dell’Unione Europea e del governo greco nel fornire un ambiente sicuro per i richiedenti asilo in Grecia,” dichiara Andreas Ring, Responsabile della risposta in Grecia di Save the Children.
Con l’avvicinarsi dell’inverno, se le strutture non verranno migliorate immediatamente, si potrebbero verificare molti altri di questi incidenti in cui bambini potrebbero rimanere uccisi o feriti.
È inaccettabile che i bambini che sfuggono alla morte a casa loro debbano trovare la morte in Europa mentre sono in attesa dei loro documenti” conclude Ring.


"I leader greci e dell’Unione Europea devono agire immediatamente: i bambini costretti alla fuga meritano di meglio,” dichiara Helle Thorning-Schmidt, Direttore Generale di Save the Children International.


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