Salta al contenuto della pagina

Il pericolo dei matrimoni precoci per le bambine fuggite dalla Siria: il racconto di Hurriyah

Recupero psicologico bambini siriani

Migliaia di bambini siriani stanno vivendo diversi drammi a causa della guerra in Siria e per loro il recupero psicologico è a rischio.

Oltre ai traumi dovuti alle atroci violenze del conflitto, i bambini che scappano dalla Siria nei Paesi ospitanti spesso affrontano situazioni che tendono a impattare drasticamente sulle loro condizioni psicologiche, come discriminazione, matrimoni precoci e lavoro minorile.

In Libano abbiamo incontrato Hurriyah, 12enne siriana, che sta subendo pressioni psicologiche per sposarsi quando invece desidera avere solo una vita normale come le ragazze della sua età. 

Hurriyah ci racconta:

Sono venuta in Libano 3 anni fa da Idlib, Siria: prima della guerra era un luogo sicuro, andavo a scuola e giocavo con i miei cugini, però ora loro sono molto lontani. Di solito giocavo e mi divertivo, ma adesso non sono più felice: questo non è il nostro Paese e non stiamo bene. In Siria avevo molta più libertà, qui non posso nemmeno uscire o aprire la porta.
 
C’è un ragazzo nel vicinato che mi molesta e mi infastidisce; mi segue fino a scuola e al mio ritorno a casa. È meglio stare in Siria con le bombe che vivere questa situazione. Quando piove mi sento male perché mia mamma mi scorta fino a scuola portandosi appresso i miei fratellini: mi accompagna per proteggermi.
 
Mio papà ha provato a parlare con la famiglia del ragazzo che mi molesta per dirgli di fermarsi, ma la sua famiglia ha risposto “perché dovrebbe smettere, lui ha detto che la ama?” Desidero continuare i miei studi, non voglio sposarmi, ma mio papà dice che dovrei lasciare la scuola e mi ha costretto a indossare abiti lunghi.
 
Voglio solo indossare vestiti adatti alla mia età: sono rinchiusa in casa ora. Prima portavo vestiti differenti ma adesso non esco più, sono rinchiusa in questa casa per tutto il giorno.
 
Le mie amiche sono coperte dal velo, ma non devono indossare gli stessi abiti che io, invece, sono costretta a mettere. Escono tutte insieme, mentre io sono l’unica a non poter uscire. Mi sento soffocare: non sono così diversa da loro da dover vivere in questo modo. Non abbiamo potuto raccontare alla polizia delle molestie che sto ricevendo da quel ragazzo perché i rifugiati siriani qui non hanno diritti.
 
Non faccio nulla, vedo la TV e piango e parlo di questo con mia mamma. Vado a letto ogni sera alle 8 perché non c’è niente altro da fare. La mia scuola è l’unico posto in cui mi sento libera. So molto riguardo alle lezioni sui matrimoni precoci tenute da voi, ma ora non penso al matrimonio, almeno non fino a quando non avrò terminato i miei studi.
 

Anche le parole di sua mamma Noor descrivono la situazione disperata che Hurriyah sta attraversando:

Mio marito mi ha detto che il ragazzo la deve sposare per via dei problemi che stiamo affrontando: la fa stare nella sua stanza e non le permette di uscire perché ripete che la sua reputazione è in pericolo. Ho provato a parlare con la famiglia del ragazzo ma invano.
 
Mia figlia non può uscire fuori ed è rinchiusa in casa tutto il giorno e per questo inizia ad avere disturbi psicologici: ha forti mal di testa e tante paure. A volte mi dice che vuole suicidarsi, avvelenarsi. Le dico di esser paziente ma continua a ripetermi che non ce la fa e che si sente sotto pressione.
 

Per aiutare il recupero psicologico di tutte quelle bambine che come Hurriyah si ritrovano a dover affrontare i drammi dei matrimoni precoci, abbiamo organizzato delle lezioni per accrescere la consapevolezza dei minori e dei loro genitori sull'argomento. Così ci racconta

Noor:

Ci stanno insegnando come gestire la situazione con i nostri figli. Ho imparato davvero tanto da queste lezioni; sto raccontando a mio marito di queste sessioni, ma lui non è convinto e vuole costringere nostra figlia a sposarsi. Sto cercando del mio meglio per convincerlo perché sto imparando molto; ho parlato di questo con mia figlia e le ho chiesto di esser paziente.
 
Le ho detto che se va tutto bene risolveremo la questione e che potrà continuare i suoi studi. La guerra purtroppo favorisce i matrimoni precoci, la gente vuole lasciare il proprio Paese per poter vivere e assicurare ai propri bambini un livello base di qualità di educazione e disciplina.