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IMPOSSIBILE2022: l’impiego di risorse pubbliche e private

Palco ufficiale evento con locandine save the children e moderatori che discutono seduti sulle sedie

Il tema centrale del primo confronto svoltosi oggi a Roma in apertura dell’evento IMPOSSIBILE2022 ha riguardato l’utilizzo tempestivo ed efficace delle straordinarie risorse messe in campo dal PNRR, dalla Child Guarantee e da altri fondi di programmazione europea e nazionale.

Tra protagonisti delle istituzioni, dell’accademia e del mondo dell’economia pubblica e privata, del terzo settore e del protagonismo giovanile, si è discusso sulle opportunità per invertire il trend di impoverimento materiale e educativo dei bambini amplificato dagli effetti della pandemia, per fa sì che le risorse pubbliche possano essere un volano anche per attrarre investimenti dal settore privato.

La prima sfida di Impossibile

L’Italia è di fronte a un bivio, poiché il potenziale di rigenerazione del paese, che sono i bambini, gli adolescenti e i giovani, è profondamente in crisi. Per i bambini appena nati, le barriere più alte si presentano nei territori maggiormente svantaggiati. Solo il 14,7% usufruisce di asili nido o servizi integrativi finanziati dai Comuni, e la spesa media pro capite sotto i 3 anni si ferma a 906 euro, con forti disparità tra il Nord e il Sud del paese. Passando alla scuola primaria, si scopre che nel centro-nord il 45% dei bambini può beneficiare del tempo pieno, un’opportunità che manca invece all’85% dei bambini al sud.

Si nota che la fragilità del rapporto con la scuola fa danni maggiori al sud, dove il 16,3% dei giovani ha lasciato prematuramente gli studi nel 2021, anche se in media la dispersione scolastica raggiunge comunque il 12,7%. Per le ragazze che decidono di proseguire gli studi, la qualità del percorso scolastico è penalizzato dagli stereotipi di genere che limitano al 22% sul totale delle iscritte all’Università il numero di quelle che scelgono corsi scientifici, inoltre le materie STEM continuano ad essere percepite dalle ragazze come “poco adatte” a loro. 

Un motore educativo che sembrerebbe girare al contrario, e che ha prodotto il numero più alto di NEET in Europa, più di 2 milioni di cui il 23,1% nella fascia di età 15-29 anni. In 6 Regioni italiane si è già verificato il sorpasso dei NEET rispetto ai giovani inseriti nel mondo del lavoro. In regioni come Sicilia, Campania, Calabria e Puglia per 2 giovani occupati ce ne sono altri 3 che non lavorano e non studiano, a livello nazionale, tra i giovani occupati e i NEET vi è uno scarto di soli 8 punti percentuali.

Le possibili soluzioni

Di fronte a questo scenario, la strada da imboccare è una sola: fare ogni sforzo possibile per investire con priorità sull’infanzia, le risorse economiche straordinarie disponibili, per agire dove serve di più e colmare concretamente le disuguaglianze che producono queste condizioni. 

Nel suo intervento durante il primo panel di IMPOSSIBILE2022, Daniela Fatarella, Direttrice Generale di Save the Children Italia, ha dichiarato che: “Troppo spesso gli interventi per l’infanzia sono concepiti a breve termine, come spot politici o per tamponare le emergenze, e devono invece essere pensati con un orizzonte ampio. Nel nostro confronto oggi abbiamo evidenziato a più voci come la spesa pubblica, sia pure potenziata, non può bastare da sola. Le risorse istituzionali possono però essere il catalizzatore di una risposta straordinaria anche da parte del tessuto produttivo e del mondo della finanza, per avviare una strategia integrata in grado di trasformare il Paese con uno sviluppo sostenibile. Se siamo davvero convinti che l’azione sociale ed educativa non sia un costo a fondo perduto ma un investimento, occorre aggiornare il quadro normativo e amministrativo per il massiccio innesto di strumenti come la finanza di impatto, per troppo tempo di fatto trascurati. Da un lato, l’impatto sociale e ambientale, al di là degli slogan, deve uscire dal perimetro ristretto della filantropia ed essere posto decisamente al centro di modelli di business che si ripensano e si trasformano. E la misurazione dell’impatto deve poter diventare prassi ordinaria dell’azione sociale ed educativa che è l’aspetto chiave per guidare questo cambiamento. Dall’altro, è necessario riconoscere al terzo settore un ruolo sociale, politico ed economico nelle scelte del Paese, per arrivare ad una co-programmazione e co-progettazione con le istituzioni centrali e locali nelle politiche pubbliche che riguardano l’infanzia e l’adolescenza, e contribuire concretamente all’innovazione sociale e alla sua sostenibilità”.

Mettere a frutto le risorse disponibili non è un’impresa impossibile

Come emerso dal ricco confronto di oggi, è necessario rivedere gli investimenti, agendo rapidamente e in modo trasparente. Bisogna però partire da dati e analisi puntuali sulle condizioni dei minori, facendo dialogare tra loro le diverse fonti per costruire un quadro reale del Paese e capire così dove investire e su quali priorità, come raggiungere i territori più deprivati, ma bisogna anche predisporre quelli necessari per riuscire a monitorare la spesa e verificare l’impatto concreto su bambini e giovani. 

Guardare con attenzione ai territori dove si annida la povertà minorile ed educativa, dove la rete dei servizi socio-educativi oggi è più debole e talvolta anche le capacità di programmazione e di gestione amministrativa sono particolarmente limitate. Bisogna mettere in campo una pianificazione integrata che abbia come priorità cruciale una strategia di impiego delle risorse per lo sviluppo dei talenti, delle capacità, delle intelligenze delle bambine, dei bambini e degli adolescenti.

In ultimo, dobbiamo porci l’obiettivo di dimezzare il numero dei NEET nella fascia di età tra i 15 e i 29 anni e raggiungere così la media europea, con misure straordinarie per reinserire nel mondo della formazione e del lavoro almeno un milione di giovani entro il 2026, e investire nel frattempo nelle scuole sulla prevenzione del fenomeno, attraverso la didattica dell’orientamento sin dalle scuole secondarie di primo grado

L’evento continuerà nel pomeriggio presso la sede di Save the Children di Roma, per riflettere e confrontarsi sui temi dell’infanzia e dell’adolescenza, durante i quattro workshop tematici, mettendo sul tavolo le proposte elaborate, da discutere e approfondire con interlocutori esperti, con le voci di chi lavora sul campo, con le ragazze e i ragazzi. 


Tutti i dettagli del programma dell’evento sono disponibili sulla pagina di IMPOSSIBILE 2022.

I media partner dell’evento IMPOSSIBILE2022, che ha il patrocinio di Rai per il Sociale, sono l’agenzia ANSA, Rai News 24, Rai Radio 3, Vanity Fair e Internazionale Kids e Tlon.

Per approfondire leggi il comunicato stampa.

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