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L'incidenza della malnutrizione sulla mortalità infantile

Una delle cause che incide sul tasso di mortalità infantile è la malnutrizione, concausa di circa la metà delle morti infantili. Livelli di nutrizione insufficienti o carenti nell’apporto di nutrienti e micronutrienti  (come vitamina A, iodio, zinco, ferro) sono infatti alla base di gravi complicazioni sia per la mamma, durante la gravidanza e al momento del parto, che per il piccolo.

Nella maggior parte dei Paesi in cui operiamo, la malnutrizione è un fenomeno molto diffuso, a volte il problema è provocato dal mancato accesso geografico o economico alle risorse, altre volte dipende dalla scarsa qualità dell’alimentazione dovuta al non saper variare e combinare i cibi presenti sul territorio.

Lo stato di salute e nutrizionale della madre è tra le maggiori determinanti della salute dei bambini fino al quinto anno di vita. Una nutrizione povera durante il concepimento, la gravidanza e l’allattamento, la presenza di infezioni, possono infatti accrescere la possibilità di ritardi nella crescita fetale già in fase uterina, provocando danni che si estendono poi per l’intero ciclo vitale, tra cui lo stunting, un processo di ritardo o blocco della crescita che inizia proprio nell’utero e continua per i primi 2 anni di vita.

Ma che cos'è lo Stunting?

Lo stunting consiste in un basso rapporto tra età e altezza, si traduce in un’interruzione dello sviluppo del bambino, con gravi conseguenze sia nel breve che nel lungo periodo. Nel breve periodo ne compromette la crescita fisica, le capacità motorie e cognitive. Diventa quindi causa di un sistema immunitario debole  per il piccolo, da cui la maggiore facilità nel contrarre o sviluppare infezioni. L’attenzione deve essere massima soprattutto nella finestra dei 1.000 giorni di vita, periodo in cui una nutrizione povera, connessa ad altre cause spesso legate a pratiche igienico-sanitarie sbagliate e alla mancanza di cure adeguate, può provocare danni irreversibili.  

Il circolo vizioso della malnutrizione

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Ci sono poi le conseguenze di lungo periodo, quelle inizialmente latenti ma alla base di un grave circolo vizioso. I paesi con bassi tassi di istruzione e con elevata mortalità infantile sono infatti gli stessi che riportano difficili condizioni economiche e un livello di povertà molto alto. Sono conseguenze spesso dovute alle basse capacità cognitive del bambino in età scolare, che ne compromettono l’istruzione, generano perdita di forza lavoro, di capacità produttiva e gravano sulla crescita economica. Si stima che i costi legati alla malnutrizione ammontino, globalmente, a circa 30 miliardi di dollari all’anno. Agire fin dal concepimento è dunque fondamentale non solo per prevenire migliaia di morti, ma anche per favorire uno sviluppo sociale ed economico dei paesi in via di sviluppo.