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Per un milione di bambini a Gaza non c’è alcun posto sicuro

Un cumulo di macerie in una strada di Gaza

Da quando il 7 ottobre 2023 la drammatica escalation di violenza è esplosa tra i gruppi armati palestinesi e le forze israeliane in Israele e a Gaza, la situazione nella regione è quanto mai allarmante. La vita e il benessere dei bambini e delle loro famiglie sono profondamente a rischio. Le vittime civili sono migliaia, tra questi tantissimi bambini.

Oltre un milione di bambini, ovvero l'intera popolazione infantile di Gaza, sono rimasti senza un posto sicuro dove andare dopo l'inizio delle operazioni militari di terra a Khan Younis, domenica. Le notizie di bambini palestinesi uccisi e feriti negli attacchi aerei e di bambini israeliani rapiti e tenuti in ostaggio rafforzano i timori di danni psicologici senza precedenti.

Gaza: un milione di bambini rischiano di essere uccisi

Venerdì 1° dicembre è terminata la pausa di sette giorni e sono ripresi i bombardamenti, che hanno ucciso oltre 700 persone in un giorno, compresi i bambini. Da allora, le forze israeliane hanno emesso ulteriori ordini di ricollocazione dei civili nell’area di Khan Younis, indirizzandoli a ovest verso la costa, o a sud verso la città di Rafah, continuando a bombardare entrambe le aree. Khan Younis è una città nel sud di Gaza dove le forze israeliane avevano già detto alla popolazione civile di trasferirsi per sicurezza, ma ora è anch'essa sotto attacco.

Gli attacchi aerei hanno danneggiato edifici residenziali non solo nel nord, ma anche nelle città meridionali come Rafah e Khan Younis.

Nessun posto sicuro per i bambini a Gaza 

Con le case, le scuole, gli ospedali, i rifugi da nord a sud ripetutamente attaccati e tutti i valichi in entrata e in uscita da Gaza chiusi, gli ordini di trasferimento non possono offrire sicurezza. Non si può più fingere che questi ordini garantiscano la sicurezza e la sopravvivenza delle famiglie, perché le mettono solo di fronte all’inconcepibile “scelta” tra una condanna a morte e l’altra.

Nel nord di Gaza, centinaia di migliaia di famiglie rimangono bloccate e non sicure e, con infrastrutture e servizi critici come ospedali e servizi igienici decimati. La popolazione è a rischio di fame, malattie, di rimanere feriti o addirittura di morire.

Jason Lee, direttore nazionale di Save the Children nei territori palestinesi occupati, ha dichiarato:

"Sono nel sud di Gaza, dove i bambini e le loro famiglie stanno lottando per mettersi in salvo. Ma non c’è nessun posto sicuro a Gaza. Non c'è nessun posto dove andare. Le famiglie vengono avvertite dalle autorità israeliane di spostarsi, ancora una volta, sfollate con la forza in aree sempre più ristrette senza alcuna garanzia per la loro sicurezza o prospettiva di poter tornare, e privi delle infrastrutture necessarie e l’accesso ai servizi salvavita. […] Non è possibile concentrare un gran numero di civili in frammenti di terra così ristretti senza esacerbare una già terribile catastrofe umanitaria.

È necessario più che mai che i leader mondiali garantiscano un cessate il fuoco, adesso. Ogni ora che passa sempre più bambini pagano il prezzo del fallimento della politica con la loro vita e il loro futuro. Fino a quando il cessate il fuoco non sarà garantito, non ci sarà alcun posto sicuro a Gaza. 

Per approfondire leggi il comunicato stampa. 

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