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Save (the) Syria: l'iniziativa raccontata da uno studente

La 2^H del Liceo delle Scienze Umane “F. De André” di Brescia, martedì 4 aprile ha raccontato la guerra in Siria a 250 studenti, attraverso l’evento “Save (the) Syria”, inserito nella campagna “Illuminiamo il Futuro”. L’esperienza raccontata da Daniele, uno studente di quinta “spettatore” e partecipe.

Sono le ore 13.30.

Sono appena tornato da scuola, la pasta è già nel piatto condita e mi siedo a tavola dopo aver ringraziato mia mamma con un bacio sulla guancia. Come al solito la televisione è sintonizzata sul telegiornale. Ma questa volta... questa volta mi scappa un urlo.

"Bombardamento chimico sulla cittadina di Khan Sheikhun in Siria. 58 morti, tra cui almeno 11 bambini". Stime provvisorie che si alzeranno fino al picco di 72 morti, di cui 20 bambini.

"Oggi no, non oggi vi prego". Quella stessa mattina ero stato seduto anche da un'altra parte.

Ero arrivato a scuola attrezzato di macchina fotografica per poter immortalare questa giovane classe, la 2ªH del Liceo delle Scienze Umane "F. de André" di Brescia, e con le orecchie tese e attente a ciò che stavano per raccontarci.

Questi ragazzi sono rimasti talmente impressionati dalle iniziative del progetto "Non Uno Di Meno", che ha portato nella nostra scuola diverse realtà del territorio bresciano impegnate nell'accoglienza a profughi e migranti, che si sono domandati: perché sta succedendo tutto questo? Qual è la causa? Cosa sta accadendo veramente in medio oriente?

Però, a differenza della maggior parte della gente, hanno voluto cercare queste risposte e condividerle con noi in quello che è stato "Save (the) Syria", una vera e propria ricerca storica restituita dagli studenti agli studenti, esempio lampante di come i giovani possano veramente fare la differenza all'interno degli ambienti che loro stessi frequentano.

E loro di questi gas ne hanno anche parlato; degli effetti che hanno sulle persone. E quasi mi sentivo io stesso soffocare a sentire quelle parole.

Hanno parlato della situazione creatasi in Siria e dello stato attuale, dopo sei anni di conflitto armato.

Hanno parlato di Assad e dell'Isis, con tutte le sue divergenze, ma anche delle alleanze internazionali e dei diversi schieramenti. Ci hanno raccontato di come e cosa fosse questo paese prima della guerra, della sua cultura, della sua arte ecc.

Ci hanno parlato delle persone, dei bambini, senza retorica e facili sentimentalisti, senza rivolgersi alle nostre “pance”, ma alle teste e ai cuori.

Ma dove siamo stati fino ad ora?

"Dobbiamo costantemente adattare le nostre vite. Le scuole le abbiamo spostate sottoterra. I centri medici devono farcela con quello che hanno”. E noi che ci lamentiamo di tutto, nella nostra esistenza. Ripenso a me, a quel bacio che ho dato a mia mamma e penso a quei 20 bambini le cui madri non riceveranno più nemmeno uno sguardo.

Penso al nome dell'iniziativa nella quale si inserisce tutto questo magnifico lavoro: "Illuminiamo il futuro", promossa da Save the Children.

Forse sarebbe ora. Sarebbe ora di illuminare questo futuro facendo luce sul presente. Ed è meraviglioso che siano ragazzi che hanno appena incominciato a intravedere cos'è il mondo ad interessarsi tanto al suo funzionamento, alle sue ingiustizie, alle sue sofferenze.

Siamo studenti di Scienze Umane, ma in questo momento si vede spesso e volentieri solamente disumanità.

Posso solo ringraziare questi ragazzi che, con la loro spontanea curiosità hanno dato tutto ciò che era necessario per renderci partecipi di questa storia, che in fin dei conti è la nostra.

Auguro loro la capacità di preservare questa voglia di capire e di voler condividere con gli altri la loro volontà di ricerca.

Daniele