Gaza: nuove regole israeliane per le ONG e i limiti alle operazioni umanitarie

Sacha Myers/Save the Children

55 organizzazioni che operano in Israele e nel Territorio Palestinese Occupato (TPO), tra cui anche la nostra Organizzazione, chiedono un'azione urgente da parte della comunità internazionale contro le nuove regole israeliane di registrazione per le ONG internazionali.

Queste misure vanno oltre le politiche usuali. Non solo compromettono l'assistenza nel Territorio Palestinese Occupato (TPO), ma creano anche un pericoloso precedente per le operazioni umanitarie a livello globale. Rappresentano una grave escalation nelle restrizioni allo spazio umanitario e civico.

Nuove regole israeliane: le restrizioni per le ONG

In base alle nuove disposizioni, le ONG internazionali già registrate in Israele potrebbero perdere la registrazione e quindi la possibilità di operare, mentre le nuove richieste rischiano il rifiuto sulla base di accuse arbitrarie e politicizzate, come la "delegittimizzazione di Israele" o il supporto a richieste di giustizia le violazioni israeliane del diritto internazionale.

Altri fattori di esclusione includono il sostegno pubblico al boicottaggio di Israele negli ultimi sette anni o il mancato rispetto di requisiti di rendicontazione esaustivi. Considerando la difesa dell'attività umanitaria e dei diritti umani come una minaccia per lo Stato, le autorità israeliane possono escludere le organizzazioni semplicemente per aver denunciato le condizioni di cui sono testimoni sul campo, costringendo le ONG internazionali a scegliere tra fornire aiuti e promuovere il rispetto dei diritti dovuti alle persone colpite.

Le ONG internazionali sono inoltre tenute a presentare a Israele elenchi completi del personale e altre informazioni sensibili sul personale e sulle loro famiglie al momento della richiesta di registrazione. In un contesto in cui gli operatori umanitari e sanitari sono regolarmente soggetti a molestie, detenzioni e attacchi diretti, ciò solleva serie preoccupazioni in materia di protezione.

Repressioni allo spazio umanitario e civico

Queste nuove regole fanno parte di una repressione più ampia e a lungo termine dello spazio umanitario e civico, caratterizzata da una sorveglianza e attacchi intensificati, e da una serie di azioni che limitano l'accesso umanitario, compromettono la sicurezza del personale e minano i principi fondamentali dell'azione umanitaria.

Subordinare la registrazione delle ONG internazionali all'allineamento politico e ideologico, compromette la neutralità, l'imparzialità e l'indipendenza degli attori umanitari.

La Corte Internazionale di Giustizia (CIG) ha ordinato a Israele di consentire la consegna senza ostacoli di aiuti umanitari a Gaza con tre ordinanze provvisorie giuridicamente vincolanti nel 2024. Tuttavia, queste nuove norme ampliano e istituzionalizzano le barriere esistenti agli aiuti.

Cosa chiediamo

Invitiamo gli Stati, i donatori e la comunità internazionale a:

utilizzare tutti i mezzi possibili per proteggere le operazioni umanitarie da misure che compromettono la neutralità, l'indipendenza e l'accesso, inclusi i requisiti per l'elenco del personale, i controlli politici e le vaghe clausole di revoca;

adottare misure politiche e diplomatiche concrete, al di là delle semplici dichiarazioni di supporto, per garantire un accesso umanitario senza ostacoli e prevenire l'erosione di uno spazio umanitario basato sui principi di umanità, imparzialità, indipendenza e neutralità;

sostenere le ONG internazionali e le organizzazioni della società civile palestinese e israeliana attraverso assistenza legale, supporto diplomatico e finanziamenti flessibili per contribuire a mitigare i rischi legali, finanziari e reputazionali. I donatori devono difendere il lavoro umanitario basato sui principi e per i diritti umani.

Il nostro intervento

Per oltre un anno e mezzo, come organizzazioni umanitarie abbiamo continuato a operare nonostante limiti senza precedenti. Nel 2024, insieme alle altre organizzazioni abbiamo raggiunto milioni di persone nel Territorio Palestinese Occupato con servizi essenziali, come cibo e acqua, cliniche mobili, assistenza legale e istruzione. Le nuove regole di registrazione minacciano di fermare queste attività.

Le 55 organizzazioni firmatarie rimangono impegnate nella fornitura di aiuti umanitari, insieme a servizi e attività per lo sviluppo e la costruzione della pace, indipendenti, imparziali e basati sui bisogni, nel pieno rispetto del diritto internazionale e dei principi umanitari che ne derivano. Le ONG internazionali sono pronte a collaborare in buona fede con le autorità israeliane nei processi amministrativi, ma non possono accettare misure che penalizzino il lavoro umanitario basato su principi o espongano il personale a possibili conseguenze negative.

Per approfondire e conoscere i nomi delle 55 organizzazioni firmatarie, leggi il comunicato stampa.

Chi ha letto questo articolo ha visitato anche