Giornata internazionale contro il lavoro minorile 2025

Wendy Elliott per Save the Children
Alla vigilia della Giornata internazionale contro il lavoro minorile, che ricorre ogni anno il 12 giugno, rilanciamo l’allarme su questa grave violazione dei diritti fondamentali dell’infanzia e dell’adolescenza. Un fenomeno che non risparmia l’Italia dove, secondo le stime, 336 mila minorenni tra i 7 e i 15 anni sono coinvolti in esperienze di lavoro continuative, saltuarie o occasionali.
Il lavoro minorile
Il lavoro minorile è un fenomeno mondiale ancora largamente presente, spesso nascosto e complesso da individuare, che compromette i diritti fondamentali dell'infanzia, privando bambini e bambine della possibilità di ricevere un’istruzione, di svilupparsi in modo equilibrato e di vivere in condizioni di salute fisica e mentale adeguate.
Il lavoro minorile incide sui percorsi d’istruzione: i minori che lavorano spesso lo fanno in orario scolastico, con conseguenti assenze da scuola e poco tempo per lo studio e le altre attività formative, aumentando così il rischio di abbandonare definitivamente la scuola. L’abbandono scolastico o l’acquisizione di scarse competenze avranno anche effetti sulle condizioni lavorative dei minori, con il rischio di accettare in futuro lavori sottopagati e ad alto rischio, o di andare a ingrossare le fila dei Neet (giovani che non studiano, non lavorano e non sono inseriti in percorsi formativi), in un circolo vizioso di povertà e disuguaglianza.
lavoro minorile: dati, settori e rischi
“Non è un gioco” è l'indagine sul lavoro minorile in Italia con dati e un affondo sui settori maggiormente interessati che mostra, inoltre, una relazione tra lavoro minorile e dispersione scolastica. Ecco alcuni dei principali dati sul lavoro minorile in Italia:
- il 6,8% dei minori tra i 7 e i 15 anni svolge o ha svolto una attività lavorativa, ovvero quasi 1 minore su 15.
- la percentuale cresce tra i 14-15enni: in questa fascia d’età un adolescente su 5 (il 20%) svolge o ha svolto un’attività lavorativa e circa un 14-15enne su 3 (il 27,8%, circa 58mila adolescenti) è o è stato impegnato in lavori particolarmente dannosi per i percorsi educativi e il benessere psicofisico perché svolti in maniera continuativa durante il periodo scolastico, oppure in orari notturni o comunque percepiti da loro stessi come pericolosi.
- I settori in cui è maggiore l’incidenza del lavoro minorile sono la ristorazione (25,9%) e la vendita al dettaglio nei negozi e in attività commerciali (16,2%), ma i minori lavorano anche in campagna (9,1%) o nei cantieri (7,8%) e dal rapporto emergono anche nuove forme di lavoro online (5,7%).
- I più recenti dati Istat hanno registrato un aumento della povertà assoluta minorile che, in assenza di interventi mirati, rischia di produrre un ulteriore aumento del numero di ragazzi e ragazze con meno di 16 anni coinvolti in attività lavorative.
“Non è un gioco” è anche un podcast. Per saperne di più sull'indagine e ascoltare le puntate in cui parliamo del fenomeno, delle cause e delle conseguenze del lavoro minorile in Italia, leggi l'articolo Lavoro minorile in Italia: un fenomeno diffuso ma invisibile.
Cosa chiediamo
È urgente agire su più fronti, dal contrasto alla povertà economica al sostegno all’offerta educativa e formativa, con un’azione sinergica delle istituzioni e di tutti gli attori sociali ed economici. Inoltre, è fondamentale prestare particolare attenzione agli studenti in svantaggio socioeconomico, favorendo un’informazione capillare circa i servizi e le opportunità messi a disposizione per garantire il diritto allo studio, dalle borse di studio agli sgravi fiscali, e promuovendo l’introduzione di piani di sostegno personalizzati per i ragazzi e le ragazze che rischiano di interrompere anzitempo il percorso scolastico.
Per approfondire:
- Leggi il comunicato stampa.
- Il nostro report "Non è un gioco: indagine sul lavoro minorile in Italia",
- Leggi l'articolo "Lavoro minorile online: i rischi del mondo digitale",
- Ascolta il podcast "Non è un gioco".