Siria: 7.000 bambini ancora intrappolati in campi non sicuri

Un numero record di 517 donne e bambini sono stati rimpatriati quest'anno dai campi di Al Hol e Roj, nel nord-est della Siria, che ospitano gli sfollati a seguito della caduta dello Stato Islamico (ISIS).
Non passa inosservato, però, che il 2021 è stato l'anno più violento mai registrato nei campi, con l’uccisione in media di più di due persone a settimana. Attacchi e violenze che continuano a mettere a rischio quasi 7.000 bambine e bambini di nazionalità straniera che rimangono ancora intrappolati nei campi.
Infanzia in trappola
Gli ultimi dati mostrano che quest'anno è stato rimpatriato il 60% in più di donne e bambini dai campi di Al Hol e Roj rispetto al 2021, con un aumento dell'84% rispetto al 2020. Secondo le autorità locali del Nord-Est della Siria, in totale 1.464 bambini e donne sono stati rimpatriati dal 2019, anno che segna la sconfitta territoriale dell'ISIS e l’aumento di sette volte del numero di persone nei campi.
Tuttavia, pur accogliendo con favore il maggior numero di rimpatri gli sforzi in questo senso debbano essere ulteriormente sostenuti e intensificati, per salvare l’infanzia e delle bambine e dei bambini che ancora vivono all’interno dei campi. "Questi bambini sono intrappolati in condizioni disperate e messi a rischio quotidianamente, non c'è tempo da perdere. Al ritmo con cui i governi stranieri stanno procedendo, vedremo alcuni bambini diventare adulti prima di poter lasciare questi campi e tornare a casa", ha dichiarato Matt Sugrue, direttore delle operazioni di programma di Save the Children in Siria.
Rimpatri necessari e urgenti
L'aumento dei rischi che i bambini e le donne affrontano quotidianamente in questi campi dimostra l'urgenza del loro rimpatrio. Poco più di un mese fa, nell'ultimo episodio di violenza ad Al Hol: due ragazze egiziane, di 12 e 15 anni, sono state uccise mentre il loro fratello minore è scomparso. Inoltre, negli ultimi tre mesi due bambini sarebbero stati uccisi e altri tre feriti attraversando la strada, a causa della mancanza di sicurezza.
Mentre alcuni Paesi hanno rimpatriato i bambini insieme alle loro madri, altri hanno accolto solo i bambini. Con i nostri operatori è stata condivisa la storia i Ahmad, un bambino russo di 11 anni, che mostra l’urgenza di agire nei confronti di questi bambini, fortemente influenzati dal contesto di crescita.
Ahmad vive da cinque anni con la madre e i fratelli nell’Annex di Al Hol. Il suo migliore amico era uno dei 38 bambini senza genitori rimpatriati in Russia, due mesi fa. La madre di Ahmad ha raccontato che, dopo aver visto un video, inviato al suo arrivo in Russia dal suo amico, in cui camminava in un parco e indossava abiti puliti, Ahmad le ha detto che avrebbe voluto essere orfano anche lui per poter avere la possibilità di partire e lasciare finalmente il campo. Parole che spezzano il cuore ma che riprendono il pensiero di un bambino con il desiderio di un futuro migliore.
Cosa stiamo facendo
Operiamo in Siria dal 2012, raggiungendo oltre cinque milioni di persone, tra cui più di tre milioni di bambini in tutto il Paese, e fornisce servizi di protezione e supporto nel campo di Al Hol, compresi spazi a misura di bambino. Forniamo anche un supporto specializzato nella gestione dei casi per i bambini con particolari esigenze, oltre a servizi di nutrizione e istruzione.
Le recenti iniziative di diversi Paesi per rimpatriare bambine e bambini dimostrano che il rimpatrio è possibile.
Per approfondire leggi il comunicato stampa.
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